Sell in may and go away or...la tempesta perfetta


Flash sulla situazione attuale dei mercati finanziari: uno sguardo sul mondo
Sell in may and go away or...la tempesta perfetta
Vecchio "adagio" borsistico: "vendi a maggio e scappa"... anche le Borse ed i mercati finanziari vivono di stagionalità. I "frutti" si sarebbero poi potuti raccogliere dopo l'estate, a settembre. Maggio vuole dire stagione assembleare, pubblicazione di bilanci, pagamento dividendi perciò prese di profitto. Settembre ed ottobre reinvestimento in ottica di fine anno. Molti di noi si ricordano poi le estati roventi con i "crolli" di agosto o gli attacchi speculativi sulle divise sempre nello stesso periodo: una certa "rarefazione" degli scambi coincidente con le ferie estive favoriva "scorribande" e accelerazioni, aumento della volatilità. Poi le banche centrali con le politiche espansive hanno "addolcito" anche questi movimenti. Nel corso di questa prima parte del 2018 qualcosa però sembra cambiare, e non solo per le vicende politiche ed economiche interne. Siamo, si dice, in una fase di ciclo economico "maturo", le politiche monetarie degli Stati Uniti (che resta economia leader, le cui decisioni, conseguentemente hanno un impatto fondamentale in quelle degli altri paesi) hanno iniziato un ciclo di inversione (si parla di 3, forse 4 rialzi da qui a fine anno), il petrolio è salito parecchio nell'ultimo periodo con implicazione sull'inflazione, il Dollaro statunitense si rafforza creando qualche "grattacapo" ai paesi emergenti più indebitati (nuova crisi Argentina?), l' Europa ed il Giappone hanno perso un po' di "momentum" economico nel 1° trimestre (il Giappone addirittura in PIL negativo), per la Banca Centrale Europea è iniziata la fase di discussione sul futuro degli strumenti di espansione straordinari sin qui adottati e peraltro il prossimo anno (fra poco più di sei mesi quindi) Mario Draghi passerà il testimone presumibilmente ad un collega tedesco, le politica estera e commerciale del presidente Trump sembra ridisegnare gli equilibri ai quali eravamo abituati (basti pensare, in chiave europea ed italiana all' IRAN), a novembre negli Stati Uniti vi saranno le elezioni di "mid-term" che ridisegneranno la composizione delle Camere, in Europa il processo di integrazione e rilancio sembra essere lontano dal raggiungere gli obbiettivi che i leader europei si erano dati dopo l'eclatante risultato del referendum sulla Brexit e da ultimo, l'Italia, ancora la seconda economia manifatturiera a livello Europeo ma con il secondo debito pubblico dell'Area, si avvia verso la formazione di un governo sostenuto da una coalizione che si definisce di cambiamento e che in passato non ha mancato di esprimere critiche nei confronti della Commissione Europea. Il T-BOND USA scadenza 10 anni ha superato la soglia d'attenzione del rendimento 3%: ciò a "scatenato" una sorta di reazione a catena che tra divise e obbligazioni ha interessato praticamente tutti i mercati di riferimento. Il "volano" titoli dello Stato - banche (il settore più pesato sul FTSEMIB) è arcinoto: non dimentichiamo che tutt'ora l'indice della Borsa italiana ha ampiamente sovra performato gli omologhi degli altri paesi. Alcune cose erano ormai nell'aria (cambiamento sul fronte tassi d'interesse), del debito pubblico italiano non c'è molto da dire se non ricordare che abbiamo bisogno di crescita per ripagare gli interessi e che il ns livello di rating, che piaccia o no è un po' ..."bassino". Anche la volatilità (banalmente ampiezza media dell'oscillazione delle quotazioni rispetto ad un punto - mi scuseranno gli "statistici") è stata e probabilmente (ed è tutt'ora influenzata) dai "Q.E" delle banche centrali e perciò ci si può attendere un ritorno verso valori storicamente medi o "normali". Certo che i ritorni attesi, generalmente parlando, sono bassi e richiedono tempo...cioè nervi saldi! Perciò obiettivi temporali chiari, asset allocation coerente, diversificazione (valutaria, geografica, settoriale, tematica, ecc...), contenimento dei costi ed efficienza fiscale con strumenti idonei, utilizzo di tutte le soluzioni disponibili in termini di risparmio, investimenti, previdenza, polizze, ecc... L'inflazione resta sotto controllo e storicamente "bassa", le previsioni parlano ancora di crescita economia per il corrente anno e, anche se in misura minore, anche per il prossimo, le politiche monetarie degli istituti centrali non sono ancora avviate verso un "irrigidimento" severo delle condizioni. Perciò check-up della propria personale asset allocation e interventi ove troppo sbilanciati su determinati fattori. Una cosa è certa: i mercati vanno "accompagnati", ma è dannoso (nel senso più economico del termine) lasciarsi influenzare dall'emotività e dalle oscillazioni di breve periodo.

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di Stefano Chiavon

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