Separazione dei coniugi, assegno e criteri


Separazione dei coniugi, assegno al coniuge separato, criteri, esclusione, spreco, criteri di determinazione, situazione economica dell`ex coniuge e redditi
Separazione dei coniugi, assegno e criteri
In materia di separazione tra i coniugi, la Suprema Corte di Cassazione ha chiarito ancor più i criteri per determinare l'assegno di mantenimento.
Come noto, nelle procedure di separazione, gran parte delle questioni di contrasto tra gli interessati sorgono in ordine alla quantificazione dell'assegno all'ex coniuge. Negli anni, infatti, il criterio generale del tenore di vita "normalmente" godibile e goduto prima della separazione, sembra non essersi dimostrato sempre adeguato.

In effetti, l'enorme varietà di situazioni ha comportato la necessità di fare alcune specifiche interessanti per cercare di rendere il criterio e la determinazione dell'assegno all'ex coniuge sempre più adeguato e congruo.
Precisamente la Suprema Corte di Cassazione nel ribadire che, nella determinazione dell'assegno di mantenimento, deve tenersi conto del tenore di vita in base ai redditi percepiti dalla coppia, precisa però che il diritto all'assegno deve intendersi rispetto alle somme necessarie ad integrare entrate sufficienti a soddisfare le esigenze di vita personale.
Da qui l'esclusione, di regola, di tutti quegli importi che invece consentano atti di spreco o di inutile prodigalità del destinatario.

La natura pertanto dell'assegno di mantenimento è quella di integrare la somma necessaria a colmare il relativo divario tra i coniugi.
Ciò premesso, non può sfuggire quindi anche un secondo aspetto di determinazione: la concreta circostanza del reddito dell'obbligato e di tutti i suoi eventuali esborsi.
Il criterio della "somma necessaria", quindi, non può prescindere dalle concrete circostanze e dell'incidenza degli esborsi del soggetto obbligato a versare l'assegno al coniuge separato.

Nella determinazione dell'assegno pertanto, risulta assolutamente doverosa una precisa valutazione di tutti gli esborsi del coniuge e della loro incidenza sul reddito dello stesso.
Tutto ciò premesso è possibile concludere precisando che un valido criterio di attribuzione sia quello del contemperamento tra il colmare il divario tra i redditi dei coniugi, evitando sprechi inutili, e la complessiva situazione economica di colui che è obbligato.

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di Ilaria Foletto

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