Si dovrà pagare per vedere news e fotografie?


La Comunità Europea pensa ad una "tassa sui link"
Si dovrà pagare per vedere news e fotografie?
Quando incrociamo le molte decisioni (in qualunque campo, dall’agroalimentare all’economia) della Comunità Europea, spesso ci chiediamo dove vivano i parlamentari e i ministri europei. Forse Marte sarebbe un luogo più idoneo a sopportare proposte e leggi spesso cervellotiche e senza alcun collegamento con la realtà. Molti di voi si ricorderanno la proposta di una nuova normativa sulla libertà di panorama: in poche parole, alcuni parlamentari europei avevano proposto di limitare, in modo pesantissimo, la possibilità di fotografare beni immobili (anche un semplice paesaggio).
Secondo la proposta (portata avanti da alcune lobby) non sarebbe stato più possibile fotografare (rectius, riprodurre nel senso di utilizzare una fotografia, per fini anche non commerciali) di beni immobili siti in qualunque paese europeo, legando la possibilità di utilizzo ad un consenso (prezzolato) del proprietario del bene. Per cui basta foto della Basilica di San Marco a Venezia (sia dall’esterno che all’interno) senza il consenso ed il pagamento di care royalties al Patriarcato.
E questo (nella confusa proposta di legge da parte della lobby incaricata) senza distinguere tra selfie con la compagna (o il compagno) e foto professionale per la pubblicazione in una guida turistica.

Anche se, poi, situazioni di questo genere già si ritrovano in giro per l’Europa: tutti sanno che la Tour Eiffel è liberamente fotografabile e riproducibile di giorno (anche per fini commerciali) mentre non lo è di notte, in quanto la decorazione luminosa della torre è sottoposta al diritto d’autore in capo alla società che ha provveduto all’illuminazione!

Ancora (ma appartiene alla logica delle cose) vi sono moltissimi edifici (la nuova "nuvola" di Fukhsas a Roma, quale disciplina giuridica avrà, per poter esser riprodotta?) sono sottoposti alla disciplina del diritto di autore in quanto opere architettoniche e per la cui riproduzione è necessario un consenso, nei limiti della disciplina attuale.

Per fortuna, ci fu la rete (ed anche la stampa cartacea). La proposta scatenò un putiferio di proteste, anche pesanti e la proposta sull’eliminazione del diritto di panorama fu respinta.

Ora, però, un nuovo spettro si aggira per l’Europa: il divieto di link.

Spesso le piattaforme web e gli utenti incorporano link contenenti immagini ed estratti tratti da altri siti, soprattutto da giornali europei o, comunque, utilizzano il link per il proprio fine principale, quello di indicare qualcosa. Per la nuova proposta, la possibilità di linkare potrà esser soggetta ad una licenza ventennale (addirittura retroattiva...) senza nessuna eccezione per gli utenti. Gli editori potrebbero così ricevere un compenso per le notizie diffuse, tanto quanto con una fotocopiatrice quanto con un link.

Non si capisce bene il limite: se, cioè, questo varrà solo per i link che riconducono a siti giornalistici o se sarà applicata a chiunque voglia indirizzare qualcuno su qualcosa (ad esempio dal nostro sito a quello di qualche altro).

Dovremo pagare per vedere le fotografie degli altri, a meno che non ci venga graziosamente concesso di farlo gratis?

Se così fosse, la rete sarebbe morta e la condivisione sepolta sotto l’ignavia di pochi umani.

E speriamo che la Comunità Europea faccia anche giustizia, nell’ambito del Digital Single Market, di tutte le aberranti pratiche di geoblocking che infestano la nuvola digitale.

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di Avv. Massimo Stefanutti

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