Si stava meglio quando si stava peggio...

Si stava meglio quando si stava peggio...
Quante volte avete detto, o avete sentito dire, questa frase?
Alla nostra generazione è stato rubato il futuro: noi siamo quelli a cui hanno portato via fiducia, prospettive di vita, entusiasmo e, sì, anche ottimismo. Viviamo, come il protagonista del film “Ricomincio da capo”, intrappolati in un presente infinito, come se non ci fosse un domani.
Il costante bombardamento di notizie negative che ci colpiscono ogni giorno ci fanno vivere in uno stato di perenne incertezza: incertezza che proiettiamo sul futuro come se questo debba ineluttabilmente essere uguale al presente.
Noi siamo il nostro peggior nemico, perché è provato scientificamente che gli eventi negativi segnano la nostra mente più di quelli positivi. Faccio qualche esempio; in una relazione, servono 5 ricordi positivi per cancellare la memoria di una lite. Oppure, più pertinentemente, se si perdono 10 euro oggi bisogna guadagnarne almeno 20 domani per superare la frustrazione.
Qual è il risultato di tutto ciò? Un numero: 1.500 mld di euro su conti correnti e depositi.
Siamo ammalati di “presentismo”, siamo incapaci di pianificare il nostro futuro, quindi, non prendiamo NESSUNA DECISIONE. Questo non è responsabile, né sostenibile, perché l’eccesso di liquidità in conto corrente peserà (negativamente) sulle nostre vite future quanto l’inquinamento ambientale.
Noi (gli italiani se possibile ancora più degli altri) risparmiamo senza uno scopo, anzi, a ben pensare, risparmiamo solo per ripararci dall’incertezza del futuro, senza obiettivi e senza una pianificazione finanziaria volta al raggiungimento degli stessi.
Vi sottopongo un “giochino”: https://us.spindices.com/indexology/djia-and-sp-500/birthday-calculator. Inserendo la vostra data di nascita potrete vedere quanto avreste oggi se i vostri genitori il giorno della vostra nascita avessero investito 1000 usd sull’indice azionario americano. Impressionante, vero? Questo comportamento, però, sottintende uno sguardo proiettato in avanti, accettando il fatto che il futuro è l’unico tempo di cui dobbiamo occuparci, perché nulla possiamo sul passato e sul presente.
Prendiamo coscienza che il nostro tempo non è poi così brutto come sembra; nel ’90 i poveri del mondo rappresentavano il 30% della popolazione mondiale, contro il 10% odierno e il 3% stimato nel 2030. Siamo sicuri che le cose stiano davvero andando così male?
Quindi, reimpossessiamoci del nostro futuro; cerchiamo di prendere delle decisioni, di ipotizzare un mondo sempre migliore per i nostri figli e per le generazioni future, passiamo dall’essere dei risparmiatori a dei pianificatori, perché chi si limita ad accumulare capitali sui conti correnti non aiuta né se stesso, né il prossimo, né tantomeno lo sviluppo sostenibile del nostro mondo.
Perché la felicità non dipende soltanto dalle gioie attuali, ma anche dalle nostre speranze e dai nostri ricordi.
Buon futuro a tutti!!!
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