Siddharta, il musical. Una lettura psicologica


Una lettura psicologica attuale del musical Siddharta". "La vera felicità sta nel costruire un io che si erge dignitoso e indomabile" Daisaku Ikeda.
Siddharta, il musical. Una lettura psicologica
L'opera "Siddharta" nasce nelle vesti di un romanzo scritto nel 1922 dello scrittore Hermann Hesse. Rivisitato nella forma teatrale del "Musical", viene portato dalla produttrice Grace Alanis a Edimburgo, Parigi, New York, Los Angeles e a Guadalajara, in Messico, prima di sbarcare in Italia, al "Linear Ciak" di Milano, tra il 2 e il 5 febbraio 2017. Qui ho avuto il piacere di assistere alla quarta giornata di programmazione, rimanendo particolarmente colpita dalla confluenza tra tematiche di vita sempre attuali, una filosofia orientale-buddista che ne delinea la trama e una possibile lettura psicologica.
La trama racconta le vicende di un giovane indiano, una sorta di Buddha potenziale, nato ricco, protetto dal dolore e dalla sofferenza dal volere del padre, il quale desidera lasciare a lui il suo regno senza che il figlio scopra le difficoltà della vita. Come tutti gli adolescenti però Siddharta non vuole esser la copia del padre, non vuole sottostare alla sua ottica protettiva e, fuori dalle mura del suo "castello dorato", non prima di ottenenere il suo consenso doloroso, andrà a scoprire le verità del mondo, senza fermarsi alla superficie ma scavando nella realtà più profonda delle cose. Il tutto è stato realizzato da un equipe di 18 ballerini, attori e cantanti, in un'atmosfera dal sapore orientale fatta di costumi indiani, colori brillanti, musiche pop-rock e scenografie che seguivano le dinamiche emotive del giovane Siddharta.

La ricerca del proprio "IO" avviene nella concretezza della vita quotidiana, nel qui e nell'ora. I dogmi, le severe costrizioni e le imposizioni non permettono la strada verso quella che nel paradigma buddista è chiamata "illuminazione", più in generale definibile "saggezza". Nemmeno il passato potrà definire ciò che siamo e dobbiamo essere oggi, perché a noi è dato il potere di re-inventarci sempre, coerentemente con le nostre risorse attuali, ma che possiamo far crescere. Il futuro, d'altro canto, non può far paura e non può esser atteso, perché in queste due posizioni dell'essere rimaniamo fermi, bloccati dal timore di ciò che potrà accadere oppure statici, nella convinzione che quella cosa tanto attesa non possa esser ancora nostra. Quello stato della mente nel quale il proprio "Io" è integro, autodeterminante, in armonia con l'ambiente mutevole, capace di dirigere le nostre azioni e le nostre parole in strade produttive, generative d'amore, si trova attraverso l'esplorazione, la ricerca, gli errori, le autocorrezioni e la fiducia in sé stessi. Così, Siddartha errando per le strade fuori dalla sua città, cade in vizi, tradimenti, passioni, supera dei limiti per poi ridefinire ciò che vuole e ridefinire sé stesso, non fermandosi alle etichette sociali di povero, ricco, giovane o vecchio. Il distaccarsi da situazioni non produttive, tuttavia non è vissuto con senso di colpa o desiderio di purificarsi dal peccato, è semplicemente visto come un passo successivo, un processo che, senza le esperienze vissute e una mente sempre pensante, non sarebbe stato possibile.

Dinamiche psicologiche nell'adolescenza - prima età adulta. Tra individuazione e separazione. Così un'adolescenza oggi può essere breve, media o lunga. Ma non è definibile come "un'età senza forma e senza giudizio". E' una fase di giusti conflitti interni ed esterni. Le regole genitoriali, le norme della società possono esser apprese, seguite e rispettate. Ma fortunatamente a molti di noi non bastano, intimamente sappiamo che regola e morale possono divergere. Sappiamo che per costruire valori e etica il percorso è ben più lungo e non deve esser un percorso "castrante", bensì esplorativo. La morale interna di ciascun individuo cresce grazie ai semi che noi piantiamo durante la vita e può continuare a crescere. Morale e saggezza vanno di pari passo, in quanto da una parte cercheremo di orientare parole e azioni verso il maggior bene condiviso e non solo il nostro, dall'altra ci sentiremo desiderosi di condividere quello che abbiamo imparato. L'età adulta non è priva di questa ricerca che si svolge all'esterno, nella concretezza, per ridefinire l'interno. Tuttavia, spesso l'adulto smette di pensare e sopratutto di "sentire". Questa frase può sembrare troppo forte. Ma in fondo è proprio così: si crede che il pensiero ci porti lontano dall'azione, si crede che le emozioni ci distolgano da ciò che dobbiamo fare. Invece, se sappiamo usare pensiero ed emozioni, potremo guidare al meglio la nostra vita, senza arrivare al desiderio di stravolgerla. Ci siamo mai chiesti perché tanti adulti hanno come desiderio quello di "mollare tutto, partire e ricostruirsi una vita totolmente diversa altrove?". Ridefinire modalità, intensità, obiettivi è un lavoro costante del pensiero e delle emozioni che vanno allenate per esser sempre aderenti al nostro vero "io", al pari dei muscoli, i quali sono altresì importanti per la salute e la forza fisica.
Interazione tra temperamento, personalità e ambiente. In psicologia le letture sistemiche sono sicuramente più attuali di quelle individualistiche. Un individuo può avere una predisposizione per un comportamento esplorativo, curioso, dinamico, oppure previdente, timoroso, diffidente. Il resto lo fa l'ambiente, il primo ambiente familiare nel quale cresce, quello extrafamiliare dove riceve i primi stimoli e confronti sociali. Tutto può smuovere energie in una direzione o nell'altra. Possiamo scegliere di esporci o meno a stimoli che potrebbero cambiare il nostro punto di vista e modificare in parte il nostro comportamento. Cercare persone vicarianti di energia e entuasiasmo e provare sulla nostra pelle la soddisfazione di costruire qualcosa di nostro sono elementi di forza non indifferenti.

Il musical Siddharta ha smosso in me queste riflessioni e credo sia un ottimo prodotto artistico, ricco di significati moderni e utili per un pubblico eterogeneo. La voce narrante della storia è quella di Edoardo Costa, attore italiano, che interpretando il ruolo di un Siddharta ormai anziano, riflette su tutti i passaggi della sua vita, rendendo possibile un rispecchiamento dell'ascoltatore. La produttrice Grace Alanins ha il progetto di far approdare il musical in tutto il mondo, a partire dal centro America, dove potrebbe approdare in estate. Speriamo in un ritorno anche in Italia, in diverse città.

Silvia Colizzi, Psicologa esperta in Psicologia Clinica e Neuropsicologia

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