Spread e mutui
Cosa è necessario sapere quando si parla di mutui in banca. Alla scoperta dei termini in lingua straniera ma di uso corrente
Siamo ormai abituati a convivere con parole e termini inglesi che sono entrati nel linguaggio parlato e scritto quotidiano. Ma non per tutti sono di facile ed immediata comprensione.
Ad esempio, una delle parole più comunemente usate dagli addetti del settore è spread.
Quando chiediamo informazioni in banca per un mutuo viene usata frequentemente la parola spread.
Siamo sicuri di sapere di cosa si tratta?
Tradotto nella nostra lingua lo spread è il margine, è il "ricarico" che la banca decide di aggiungere al tasso base del finanziamento. In altre parole è il margine di guadagno che la banca applica all'operazione; lo possiamo anche interpretare come una maggior tutela che la banca acquisisce.
Pertanto quando viene comunicato il tasso applicato di un mutuocasa dobbiamo sapere che quella percentuale è generalmente composta da due componenti: una percentuale (lo spread) che rimarrà invariata per tutta la durata del rimborso e, nel caso di mutui a tasso variabile, un'altra che varierà al variare del tasso euribor. Nel caso di mutui a tasso fisso allo spread verrà sommato il valore eurirs corrispondente alla durata del finanziamento.
Quanto detto ci deve fare riflettere sull'importanza di valutare attentamente le condizioni che vengono proposte quando si richiede un mutuo: la differenza di un punto percentuale di spread su un mutuo ventennale di € 100000 porta ad un risparmio di interessi consistente. Ipotizzando un tasso "finito" del 3% si ha una spesa per interessi di circa € 33000; se il tasso è del 2% la spesa per interessi si riduce a circa € 21000.
Una attenzione particolare va fatta anche sulla scelta tra tasso fisso o tasso variabile.
I mutui a tasso variabile, dicevamo, sono legati alle variazione dell'Euribor (l'Euribor a 3 mesi è a meno 0,33%).
I mutui a tasso fisso sono legati al tasso Eurirs (per un mutuo ventennale è al 1,29%).
La prima considerazione importante è che stiamo vivendo un periodo di tassi estremamente contenuti, ma non dimentichiamo che meno di 10 anni fa lo stesso Euribor era al 4,74% e nel gennaio 2010 il tasso Eurirs (sempre su durata mutuo ventennale) era al 3,99%.
In definitiva è meglio sfruttare ancora (e non si sa per quanti anni) per qualche tempo i favori del tasso variabile (euribor negativo) oppure "assicurarsi" per tutta la durata del mutuo lo stesso tasso (ora basso) e pertanto dover rimborsare la medesima rata senza sorprese??
Un'ultima considerazione: il consulente o il funzionario di banca deve essere con il richiedente mutuo "poco" venditore di prodotto ma "molto" psicologo; deve condividere con il cliente le sue aspettative, i suoi obiettivi ma anche le sue ansie, soprattutto nel periodo attuale dove i tassi finiti sia per i mutui a tasso variabile sia per i mutui a tasso fisso risultano essere entrambi vicino a livelli minimi: capire pertanto se il cliente preferisce una rata mensile leggermente più alta ma che gli permetterà di non avere sorprese negative per tutta la durata del rimborso (e pertanto non doversi preoccupare se tra 6/7 anni i tassi saranno in inevitabile aumento), oppure mettere in rilievo con il richiedente il "risparmio" che ha nell'immediato grazie ai tassi estremamente contenuti dei mutui a tasso variabile (e pertanto avvantaggiarsi subito di una rata più bassa).
Il bravo consulente deve essere sempre un pò psicologo nell'approccio con il cliente (o potenziale tale) sia che l'ggetto della consulenza sia un mutuo piuttosto che un prodotto di investimento finanziario o assicurativo.
Ad esempio, una delle parole più comunemente usate dagli addetti del settore è spread.
Quando chiediamo informazioni in banca per un mutuo viene usata frequentemente la parola spread.
Siamo sicuri di sapere di cosa si tratta?
Tradotto nella nostra lingua lo spread è il margine, è il "ricarico" che la banca decide di aggiungere al tasso base del finanziamento. In altre parole è il margine di guadagno che la banca applica all'operazione; lo possiamo anche interpretare come una maggior tutela che la banca acquisisce.
Pertanto quando viene comunicato il tasso applicato di un mutuocasa dobbiamo sapere che quella percentuale è generalmente composta da due componenti: una percentuale (lo spread) che rimarrà invariata per tutta la durata del rimborso e, nel caso di mutui a tasso variabile, un'altra che varierà al variare del tasso euribor. Nel caso di mutui a tasso fisso allo spread verrà sommato il valore eurirs corrispondente alla durata del finanziamento.
Quanto detto ci deve fare riflettere sull'importanza di valutare attentamente le condizioni che vengono proposte quando si richiede un mutuo: la differenza di un punto percentuale di spread su un mutuo ventennale di € 100000 porta ad un risparmio di interessi consistente. Ipotizzando un tasso "finito" del 3% si ha una spesa per interessi di circa € 33000; se il tasso è del 2% la spesa per interessi si riduce a circa € 21000.
Una attenzione particolare va fatta anche sulla scelta tra tasso fisso o tasso variabile.
I mutui a tasso variabile, dicevamo, sono legati alle variazione dell'Euribor (l'Euribor a 3 mesi è a meno 0,33%).
I mutui a tasso fisso sono legati al tasso Eurirs (per un mutuo ventennale è al 1,29%).
La prima considerazione importante è che stiamo vivendo un periodo di tassi estremamente contenuti, ma non dimentichiamo che meno di 10 anni fa lo stesso Euribor era al 4,74% e nel gennaio 2010 il tasso Eurirs (sempre su durata mutuo ventennale) era al 3,99%.
In definitiva è meglio sfruttare ancora (e non si sa per quanti anni) per qualche tempo i favori del tasso variabile (euribor negativo) oppure "assicurarsi" per tutta la durata del mutuo lo stesso tasso (ora basso) e pertanto dover rimborsare la medesima rata senza sorprese??
Un'ultima considerazione: il consulente o il funzionario di banca deve essere con il richiedente mutuo "poco" venditore di prodotto ma "molto" psicologo; deve condividere con il cliente le sue aspettative, i suoi obiettivi ma anche le sue ansie, soprattutto nel periodo attuale dove i tassi finiti sia per i mutui a tasso variabile sia per i mutui a tasso fisso risultano essere entrambi vicino a livelli minimi: capire pertanto se il cliente preferisce una rata mensile leggermente più alta ma che gli permetterà di non avere sorprese negative per tutta la durata del rimborso (e pertanto non doversi preoccupare se tra 6/7 anni i tassi saranno in inevitabile aumento), oppure mettere in rilievo con il richiedente il "risparmio" che ha nell'immediato grazie ai tassi estremamente contenuti dei mutui a tasso variabile (e pertanto avvantaggiarsi subito di una rata più bassa).
Il bravo consulente deve essere sempre un pò psicologo nell'approccio con il cliente (o potenziale tale) sia che l'ggetto della consulenza sia un mutuo piuttosto che un prodotto di investimento finanziario o assicurativo.
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