Storia dei reati contro la religione
I reati furono introdotti a partire dall'ultima fase dell'impero romano quando il Cristianesimo divenne religione di Stato
Poche categorie dei reati presentano diversità ed hanno subito mutamenti nel corso della storia come i delitti contro la religione ed il sentimento religioso. Questo si spiega agevolmente considerando la stretta connessione esistente tra i delitti medesimi, le idee predominanti nelle varie epoche storiche in materia religiosa ed i rapporti tra religione e stato. Il diritto romano, ad esempio, non conosce delitti di religione poichè le ingiurie contro la divinità erano lasciate alla vendetta divina e non ad una giurisdizione terrena: deorum iniuriae deis curae. Nell'epoca più gloriosa di Roma non vi era una sola religione, poichè esistevano tante religioni quante le nazionalità riunite e presenti sotto l'aquila latina. Proprio questa larga tolleranza nell'era religiosa da parte dei romani è stata una delle cause principali dell'egemonia di Roma. Successivamente la situazione mutò nell'ultima fase dell'impero romano quando il Cristianesimo divenne religione di Stato; a conferma di questo sorse il reato contro la religione denominato crimen lesae maiestatis divinae. Furono introdotte e rafforzate sanzioni severe contro l'eresia, l'apostasia, il paganesimo e la bestemmia considerato il primo ed il più grave dei delitti contro il sentimento religioso. Tutte queste incriminazioni e severe sanzioni continuarono a sussistere anche nel Medioevo: gli eretici e i pagani erano generalmente destinati al rogo e successivamente alla pena di morte si aggiungeva la confisca dei beni. Gravissime altresì erano le pene contro il sortilegio e la magia nera, venivano puniti anche la violazione del digiuno quaresimale, l'inosservanza della scomunica, il turbamento e l'irriverenza durante le funzioni religiose. In una fase successiva fino al XVIII secolo la bestemmia era colpita con la galera, la fustigazione, il taglio o la perforazione della lingua e persino con la morte, dal XVIII secolo in poi a seguito di un movimento giuridico e liberale di riforma da parte dei pensatori del periodo illuministico vi fu una notevole diminuzione di intensità e di estensione per quanto concerne la repressione dei delitti di religione. Orbene con il Codice Zanardelli, in accoglimento del codice francese del 1810 si fece un notevole passo in avanti accogliendo la tutela dei diversi culti religiosi ma senza comunque eccedere nella repressione degli stessi.
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