Strumenti finanziari efficienti: gli ETF


Minori costi, maggiore rendimento
Strumenti finanziari efficienti: gli ETF
Acronimo di Exchange Traded Funds, gli ETF si caratterizzano come fondi comuni d’investimento a gestione passiva.

Ciò significa che replicano fedelmente e automaticamente un determinato indice sottostante costituito fisicamente o sinteticamente da panieri di titoli rappresentativi delle varie attività finanziarie: liquidità, obbligazioni, azioni e materie prime.

Non necessitando di una gestione attiva come avviene per i fondi comuni d’investimento tradizionali, che s’avvalgono di gestori coadiuvati da equipe d’analisti, consentono bassi costi commissionali a tutto vantaggio degli investitori, traducendosi in un pari aumento di rendimento a loro favore.

Il TER medio (Total Expense Ratio - indicatore sintetico di costo) tra le differenti attività finanziarie è dello 0,40% (Fonte Banca d’Italia);

Facilmente accessibili, come per l’acquisto di un qualsiasi titolo azionario in Borsa tramite il canale bancario, la quantità minima acquistabile è pari soltanto ad una azione..

La presenza obbligatoria di uno specialista, un market maker istituzionale (intermediario finanziario qualificato) garantisce la liquidabilità dell’ETF in qualsiasi giorno di Borsa aperta.

A fine 2016 i capitali investiti in fondi a gestione passiva a livello globale ammontavano a 3.546 miliardi di dollari distribuiti su 6.635 ETF, emessi da 290 società emittenti su 65 Borse dislocate in 53 Paesi. (Fonte Etfgi).

La principale ragione di un tale domanda in forte crescita sui principali mercati finanziari di tutto il mondo risiede nella deludente e costante sotto-performance dei fondi d’investimento a gestione attiva rispetto ai loro indici dichiarati.

Infatti, prendendo come riferimento il mercato statunitense in quanto il più rappresentativo dei trend finanziari a livello mondiale, negli ultimi 15 anni, precisamente dal 2001 al 2016, ben il 92% ! dei fondi comuni a larga capitalizzazione sono stati battuti dallo S&P500, e di riflesso dei relativi ETF. (Fonte S&P Dow Indices)

Se soltanto un 8% dei gestori virtuosi è riuscito in una arco temporale così significativo a battere costantemente l’indice di riferimento prescelto, senza contare che spesso trattasi di fondi a gestione attiva riservati ad istituzionali od a grandi investitori privati, per quale motivo la grande platea dei piccoli e medi investitori dovrebbe continuare ad allocare propri capitali in tali fondi accollandosi maggiori costi per un minor rendimento?

Ps: considerato che tra tutti gli strumenti finanziari esistenti nessuno è perfetto in se, e tanto meno può assolvere totalmente alle diverse esigenze personali, anche gli ETF vanno correttamente intesi e collocati in un ragionevole rapporto percentuale all’interno della diversificazione di un portafoglio d’investimento. Naturalmente l’assistenza di un consulente finanziario indipendente, unico vero libero professionista, trova sempre giustificata raccomandazione.

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di Nivel Egidio Ruini

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