Team building: teoria, pratica e case-history


Mettere insieme persone qualificate non è sufficiente a garantire alte prestazioni degli staff
Team building: teoria, pratica e case-history

Le aziende usano le potenzialità offerte dalle attività di team building, indoor ed outdoor, quando vogliono aumentare le performance di gruppi:

  • Costituiti da poco
  • Sotto stress
  • Poco performanti

Una delle difficoltà maggiori nel momento in cui si mette insieme un gruppo di persone è il loro coordinamento, non solo dal punto di vista operativo, ma soprattutto da quello comunicativo e relazionale, anche e soprattutto in quei team in cui ogni elemento preso a sé, è altamente qualificato.

Team building aziendale: il suo significato

Il nome deriva dall’inglese e significa “costruire una squadra”. Non è sufficiente scegliere un insieme di persone per creare un gruppo, il difficile è far sì che lavorino come squadra:

  • Unita
  • Solidale con i suoi membri
  • Concentrata sull’obiettivo

La figura del coach nel lavoro di squadra aziendale

La sessione è gestita da un coach professionista, esterno all’organizzazione che, monitora costantemente i progressi del team, stimola la creatività e la fantasia, assicura il coinvolgimento di ciascun individuo al lavoro comune.

Il debriefing finale è la parte nobile dell’intervento che arricchisce ogni partecipante, in cui va assicurata la partecipazione di ogni componente, facendo emergere piacere, divertimento, difficoltà e conflitti, e spiegando le metafore rispetto al contesto professionale.

Come funzionano le pratiche di team building

Le pratiche di team building lavorano sul far funzionare il gruppo in modo implicito e spontaneo, con i partecipanti che sperimentano, in modo divertente e fuori dal contesto quotidiano, ruoli che potrebbero sembrare difficili. Un altro valore importante del team building è l’annullamento della gerarchia, che fa bene a tutti, sia a chi è abituato a stare ogni giorno in prima linea, sia a chi, anche per questo, tende a rimanere in seconda linea. 

Questo il team building realizzato in questi giorni per un ristorante stellato.

Come rendere il gruppo di lavoro più efficace

L’organizzazione di un ristorante prevede le seguenti figure: lo Chef, il Vice, il team di cucina, il direttore di sala, il sommelier, il team di sala.

Questi soggetti devono riuscire a trovare la stessa sintonia degli orchestrali, tra loro e con il loro direttore d’orchestra. Inoltre il lavoro al ristorante è concentrato in tempi di esecuzione molto ristretti, con standard qualitativi di gusto e di presentazione estremamente elevati, a maggior ragione se hai ottenuto la stella Michelin.

Inoltre, i team si rinnovano frequentemente con l’ingresso di nuovi professionisti e l’uscita di altri, eventi che non devono mettere a rischio il risultato finale.

In questo caso l’obiettivo era armonizzare un gruppo con diversi elementi nuovi e multietnici.

 

Primo gioco, “il cerchio della fiducia”: lo staff è a cerchio ed ogni soggetto va a turno al centro e ad occhi chiusi si lascia cadere all’indietro. I colleghi devono prendersene cura, accompagnarlo nella caduta e poi mandarlo verso altri soggetti del cerchio. Obiettivo del gioco: approfondire lo spirito di squadra, di problem solving e di leadership.

Il debriefing finale ha messo in evidenza come sia difficile dare fiducia quando non vedi. Difficoltà che si supera dopo i primi attimi, quando dopo aver vissuto il rischio, vivi il piacere del lasciarsi andare con fiducia, nelle mani di non sai chi.

Nel secondo gioco del “prendersi cura”, la coppia sperimenta tre diversi giochi in cui prendersi cura dell’altro, facendo crescere la fiducia tra due componenti, di cui uno è bendato e l’altro lo conduce all’aperto in un percorso con ostacoli. Altro elemento di difficoltà è dato dal fatto che nei primi due esercizi la guida avviene con contatto fisico e nell’ultimo solo con la voce. Le coppie sono poi mescolate, affinché ognuno si sperimenti con altri colleghi, vivendo sia la situazione da bendato sia ad occhi aperti.

Anche in questo caso il debriefing ha rivelato l’iniziale difficoltà a camminare bendati, guidati solo dal contatto di un collega, acquisendo sempre più confidenza e serenità mano a mano che si procede con gli esercizi.

Infine, nell’ultimo gioco “occhi-mano-bocca”, gli obiettivi sono la comunicazione, l’ascolto e l’attenzione. I componenti dei gruppi sono tre: uno per ogni ruolo. Gioco complesso che prevede che ogni ruolo abbia alcune abilità e limiti: chi è “occhi” vede ma non parla e tocca la bocca; la “mano” tocca ma non può essere toccata e non vede; infine, la “bocca” parla ma non vede né tocca ma può essere toccata. Il fine del gioco è che la mano deve consegnare un oggetto nel minor tempo possibile. Ovviamente ogni gruppo ha lo stesso tempo a disposizione per inventare e provare un linguaggio di comunicazione che superi i limiti individuali.

Il debriefing finale ha riportato le riflessioni su aspetti quali il dipendere dagli altri; la condivisione di un obiettivo che deve essere chiaro a tutti; la condivisione dell’organizzazione, del metodo e degli strumenti.

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di Laura Marinelli

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