Terremoto L’ Aquila: la Cassazione si pronuncia
La Suprema Corte conferma la sentenza pronunciata in Appello.
Cassazione Penale, Sez. IV, n. 12748/16
Cassazione Penale, Sez. IV, n. 12748/16
La Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione, pronunciandosi in merito alla responsabilità dei componenti della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi per i decessi e le lesioni conseguite al terremoto verificatosi il 6 aprile 2009, confermando la sentenza di Appello, ha affermato una serie di principi che, ponendo l’attenzione sull’accertamento del nesso causale, offrono importanti spunti di riflessione. In primo luogo, ha affermato la configurabilità, anche nell’ambito dei reati colposi, della c.d. "causalità psichica", da ricostruirsi sulla base di consolidate e riscontrabili massime di esperienza, cui deve necessariamente far seguito il rigoroso e puntuale riscontro critico fornito dalle evidenze probatorie e dalle contingenze del caso concreto. Nella specie, la Corte ha riconosciuto "un nesso di derivazione causale" tra le informazioni, imprecise e contraddittorie, sulla pericolosità e sui futuri sviluppi dell’attività sismica fornite da uno degli imputati, alla cittadinanza e la decisione di alcune delle vittime di rimanere in casa, nonostante il protrarsi delle scosse sismiche. Difatti, la "causalità psichica", riguardando uno status spirituale dell’essere umano, non suscettibile di verifica empirica, si presenta in termini del tutto peculiari rispetto alle forme tradizionali della causalità relativa ai fenomeni d’indole fisico-naturalistica. Di conseguenza, ai fini del giudizio penale, anche la "causalità psichica" richiede la preventiva ricerca di possibili generalizzazioni esplicative delle azioni individuali che, sulla base di consolidate e riscontrabili massime di esperienza, siano capaci di selezionare ex ante le condotte condizionanti da sottoporre successivamente al vaglio dell’accertamento dell’esistenza del nesso causale. Le massime di esperienza - al pari delle leggi scientifiche di tipo probabilistico - possono essere utilizzate allo scopo di alimentare la concretezza di un’ipotesi causale. Quindi, ai fini dell’affermazione concreta della relazione causale, è necessario accertare che le evidenze probatorie abbiano un riscontro critico suscettibile di convalidare o falsificare l’ipotesi originaria e, contestualmente, di escludere o meno la plausibilità di ogni altro decorso causale alternativo, al di là di ogni ragionevole dubbio. La Corte aquilana aveva correttamente ascritto all’imputato il compimento di una condotta informativa d’indole attiva (per la scorretta comunicazione/informazione pubblica del rischio sismico), alla quale ha causalmente collegato la realizzazione della successione di eventi che avevano condotto alla verificazione dei decessi allo stesso addebitati. A riguardo la Suprema Corte ha formulato il principio secondo cui "La regola cautelare, fondata sulla prevedibilità ed evitabilità dell’evento, ha riguardo ai casi in cui la verificazione di questo, in presenza della condotta colposa, può ritenersi, se non certa, quanto meno possibile sulla base di elementi d’indagine dotati di adeguata concretezza e affidabilità, sia pure solo di consistenza empirica e non scientifica. Essa, invece, non può essere individuata sulla scorta del principio di precauzione, che ha riguardo ai casi per i quali si è rimasti a livello del sospetto che, in presenza di certi presupposti, possano verificarsi effetti negativi e dunque quando manchi in senso assoluto una possibile spiegazione dei meccanismi causali o non si disponga di concreti elementi d’indagine idonei a formulare attendibili e concrete previsioni circa il ricorso di eventuali connessioni causali tra la condotta sospetta e gli eventi lesivi". Dunque, la ricostruzione delle dinamiche psichiche che interessano il diritto penale dovrà inevitabilmente avvenire alla luce delle generalizzazioni che regolano d’ordinario la vita dell’uomo. Conclusivamente, la "teoria del rischio", evocata dalle riflessioni delle Sezioni Unite riproposte puntualmente in questo articolo, offre strumenti di analisi e ponderazione meno vaghi e più penetranti rispetto a quelli offerti dalla tradizione. In breve, l’individuazione del rischio quale chiave di volta per la lettura degli intrecci causali; l’intervento di fattori con causalità determinante, il ruolo della comunicazione sociale del rischio sismico e l’adozione di una condotta informativa scorretta, aiutano a comprendere la posizione assunta dalla Suprema Corte,
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