“Tit for tat”, ovvero la gestione dei dazi USA/China


Dazi, USA e Cina...
“Tit for tat”, ovvero la gestione dei dazi USA/China

“Tit for Tat”, ovvero colpo su colpo.

Questa tecnica, tipica dei giochi di strategia, è ciò che riassume al meglio quanto sta succedendo in queste settimane, a livello globale, in ogni Mercato finanziario.

I 2 giocatori al tavolo sono decisamente i più importanti esponenti mondiali a livello commerciale.

Mosse più o meno collaborative sono dettate dalla ricerca e dal bisogno di riconsiderare i confini della propria autonomia commerciale.

Attaccare 'non paga', collaborare per avere un risultato utile ad entrambi è la soluzione.

Questa regola di gioco cade nel momento in cui uno dei 2 giocatori si fa prendere da un delirio di onnipotenza e, approfittando della debolezza dell'avversario, attacca sempre senza lasciare spazio alla mediazione. 

Gli Stati Uniti, per volere del loro Presidente Trump, sono la parte che attacca decisa nella guerra dei dazi: l'America pensa di essere stata finora troppo disponibile al libero scambio, questo andando spesso contro il proprio interesse nazionalistico e reclama 70 anni di irregolarità.

Così, per prima, attacca: dispone dazi su 34 miliardi di merce proveniente dalla Cina, l'altro giocatore al tavolo.

La Cina, tit for tat, risponde con analoga mossa e pari importo: quindi, gli USA tassano tecnologia medica, automotive, macchinari e la Cina risponde tassando prodotti agricoli importati dalla stessa America. 

Nel voler difendere il proprio confine e la propria economia, gli USA definisco dazi anche verso l'Europa, soprattutto nei confronti di importazione di automobili (penalizzando in primis la Germania); il Vecchio Continente, tit for tat, 'minaccia' dazi verso gli USA per circa 200/300 miliardi di importazioni. 

In questo contesto nasce l'idea, principalmente europea e tedesca (in considerazione della grave minaccia a posti di lavoro ed economia nazionale) di proporre l'abolizione dei dazi completamente o quantomeno di abbassarli tutti quanti insieme nello stesso momento – posizione accomodante del “colpo su colpo”.

Questa posizione è quella preferita da Bruxelles, ed anche Trump, che non prova un grande amore né per l'Europa né per la Germania, sa che potrebbe essere una carta vincente prima delle elezioni di Novembre.

Il problema resta, però, la Cina, che non è così morbida e che vanta un carattere nazionalista molto radicato.

La caduta dei dazi tra USA ed Europa porterebbe quest'ultima ad avere una posizione di forza nel settore automotive ma contestualmente aprirebbe il mercato dei mezzi pesanti – camion – e SUV agli Stati Uniti nel nostro Continente.

In altre parole dovremo cedere parte di alcuni mercati interni agli americani per poter sviluppare ed esportare, ma se questo è il prezzo da pagare per evitare il malessere che si è diffuso sui Mercati finanziari ed una frenata allo sviluppo della crescita europea, potrebbe decisamente valerne la pena. 

 

- da un confronto con Alessandro Fugnoli (strategist, Kairos)

Articolo del:


di Marco Marchioretto

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