Tra tweets e dazi: marzo mese decisivo per le borse
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Ho volutamente lasciato passare tutto il mese di febbraio prima di scrivere perché se la partenza di gennaio era stata notevole, il consolidamento in positivo di febbraio è stato ancora più importante, tanto da recuperare i valori persi tra novembre e dicembre col calo drastico dell’ultimo mese dell’anno.
Alcuni fondi stanno sovraperformando i rispettivi benchmark e sto riscontrando numeri impensabili ad inizio anno.
I mercati stanno reagendo molto positivamente all’idea dell’accordo tra Cina e Usa che tanto ha condizionato nell’ultimo trimestre 2018 i mercati e le economie. Le informazioni e anche i “Tweet” che il presidente Trump si lascia scappare, ogni volta danno il là ad un rimbalzo di mercato. Ieri le borse cinesi hanno chiuso con un +5.6% in un giorno solo.
Il 3 marzo dovrebbe essere il giorno fatidico.
D’altro canto, e non è un paradosso, in questo momento il rallentamento economico favorisce le Borse perché da una parte, si è tutti convinti che sarà una frenata, ma non una recessione che, invece, è stata scontata nei prezzi di dicembre e, dall’altra, che non ci saranno ritocchi significativi ai tassi d’interesse americani, che possano drenare liquidità dai mercati e innescare frenate brusche.
Ad ogni modo le Borse tendono ad anticipare l’andamento dell’economia e, quindi, come in autunno hanno “prezzato “ una recessione, adesso stanno prezzando la ripresa delle economie. Quindi, più i dati provenienti dai rilievi statistici sono brutti, minori sono le paure che le Borse possano scendere, perché i Governi nei prossimi mesi tutto possono fare, tranne che applicare politiche restrittive o di Austerity.
Per cui se a marzo si suggellerà un buon compromesso tra le due potenze economiche, saranno dissipati gli ultimi timori degli operatori di Borsa. Potrebbe esserci nell’immediato una piccola correzione, ma poi i mercati dovrebbero ripartire subito.
Le notizie sono positive anche dal lato obbligazionario. Dopo due-tre anni davvero di magre soddisfazioni, i rialzi dei tassi si sono fermati e anche l’Europa dovrebbe accantonare le proprie idee sui rialzi visto che la Germania è il Paese che ha frenato di più. Questo ha fatto tornare il cielo sereno sul mondo obbligazionario.
Le previsioni sul dollaro parlano di neutralità a questi valori e, quindi, si stanno riprendendo, e bene, anche i fondi che investono nei Paesi Emergenti che l’anno scorso hanno così tanto sofferto, tanto da indurci a costruire sempre più portafogli sbilanciati sul lato azionario.
In sostanza, la settimana prossima, auspicando una sana gestione degli accordi commerciali tra Cina e USA capiremo quanto durerà questo rialzo del 2019.
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