Vivere oltre l'abitare


Case emozioni e benessere, come cambia la progettazione e il rapporto con i clienti
Vivere oltre l'abitare

Viviamo in una società in cui il concetto di tridimensionale è ormai entrato prepotentemente nella nostra realtà ma è possibile andare oltre, superare la concezione del bello e capire che uno spazio è fatto soprattutto di energia?

Per ognuno di noi la casa è lo spazio più intimo e personale, in cui sentirci al sicuro, tranquilli e coccolati, un ambiente che si adatti alle nostre esigenze e che possa essere funzionale alle proprie necessità; un rifugio da costruire o ricostruire, anche grazie al supporto di professionisti capaci di comprendere a pieno i nostri gusti e i nostri bisogni, persone competenti e con le idee chiare, ma anche rispettose che sappiano ascoltare.

Noi professionisti oggi non dobbiamo “solo” essere competenti in materia ma bisogna sapere andare oltre, in totale connessione con il cliente ma anche dei luoghi avendone cura e rispetto, dando loro una seconda chance.

Il lavoro che si fà con le persone è riassumibile da diverse azioni come: domandare, osservare, ascoltare e restituire.

Non più una visione 3D ma 4D e 5D:  la quarta dimensione è l’energia di un ambiente, collegata a discipline olistiche come ad esempio il feng shui, mentre il 5D va ad esplorare il benessere, l’essenza della casa, un luogo da coccolare, che deve avere un nome, come se fosse una persona.

Il nostro benessere è strettamente connesso all'energia che percepiamo nella nostra casa, in fase di progettazione tramite domande precise, si scava alle necessità del cliente, osservando ed ascoltando con attenzione, in modo da restituire e tradurre i loro bisogni in ambienti autentici.

Con empatia e fiducia reciproca, partendo dal budget e conoscendo la persona che dovrà vivere in quell’ambiente, gli accorgimenti tecnici di un professionista permettono di incastrare tutti i pezzi del puzzle: un investimento che permette di arrivare ad avere la casa che soddisfi a pieno tutti i suoi bisogni anche quelli più profondi.

Con questo nuovo approccio, attraverso semplici gesti possiamo riscoprire il piacere di stare in armonia con noi stessi nelle nostre abitazioni.

A molti di noi è capitato di entrare in case da copertina ma "vuote"?

Gli ambienti devono trasmettere sensazioni calde, evitando l’uso di materiali con effetti artefatti, preferendo invece materiali autentici e naturali come il legno o la pietra, senza mai dimenticare che la casa deve essere non solo bella ma soprattutto funzionale rispetto alle esigenze di chi le vive.

Le nostre abitazioni devono essere in un certo modo il nostro specchio, un luogo dove riflettere e riflettersi, un diario dove ogni stanza è una pagina che si riempie di colori, di emozioni e che conduce poi a capitoli intensi del nostro essere.

Far dialogare la casa con la parte più intima di noi stessi è un ottimo modo per volersi bene perché, come sosteneva Le Corbusier “L’architettura è un fatto d’arte, un fenomeno che suscita emozione, al di fuori dei problemi di costruzione, al di là di essi. La costruzione è per tener su: l’architettura è per commuovere”.

 

Articolo del:


di Arch. Chiara Tiberti

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