Fallimento srl: cos’è, come funziona e quali sono le conseguenze


Fallimento Srl: cosa succede quando fallisce una Società a Responsabilità Limitata? Quali sono le conseguenze sui soci e l’amministratore?
Fallimento srl: cos’è, come funziona e quali sono le conseguenze

La tua azienda non sta vivendo un momento roseo, anzi è in balìa degli effetti di scelte probabilmente azzardate o che non hanno dato gli esiti sperati e ora sei costretto a prendere una decisione drastica, quella di procedere, cioè, con la messa in fallimento della tua srl (Società a Responsabilità Limitata)

È una di quelle decisioni che non avresti mai voluto prendere, ma vuoi per una concorrenza particolarmente aggressiva, vuoi per un aumento dei costi di approvvigionamento o per crisi indipendenti dal tuo business, soprattutto se si è una piccola srl, può arrivare il momento in cui bisogna decidere di “chiudere bottega” e dichiarare il tanto temuto fallimento. 

Di cosa effettivamente si tratta? Cos’è il fallimento di una srl? Come funziona? Quali sono le conseguenze? 

Ti spieghiamo in questo articolo tutto ciò che c’è da sapere sul fallimento di una srl e cosa succede ai soci e all’amministratore quando ciò accade. 

 

Fallimento srl: cos’è e come funziona 

Il fallimento di una società, in questo caso trattasi di una srl, è una procedura attivata dalle autorità competenti, precisamente da un giudice.  

Tale procedura si avvia quando una Società a Responsabilità Limitata (una SRL) versa in un grave stato di crisi e, quindi, di dissesto economico e finanziario, al tal punto da non riuscire più a pagare fornitori, creditori, dipendenti.  

Quando ciò avviene, chi sono gli attori che subiscono direttamente tale dissesto? Chi sono le persone alle quali, in un certo senso, le circostanze richiedono di attivarsi per gestirne le conseguenze? 

I soggetti al centro del fallimento di una srl sono: 

  • i soci della srl; 
  • il patrimonio della srl: il capitale sociale, gli utili, le eventuali riserve, gli immobili e altri beni societari; 
  • i creditori 
  • l’amministratore unico o gli amministratori 

La procedura di fallimento comincia con la verifica da parte di un’autorità esterna dello stato di grave crisi in cui riversa la società.  

Se sussistono effettivamente le condizioni che la attestano, la società viene dichiarata fallita

Cosa succede poi?  

Si utilizza il patrimonio restante della srl per pagare i creditori e saldare così i debiti contratti.  

Con il denaro che eventualmente rimane dopo la suddetta liquidazione, si procede alla ripartizione tra i soci. 

La legge che regola il fallimento è il Regio Decreto n.267 del 16 marzo 1942 (noto anche come legge fallimentare), che nel tempo è stato più volte modificato e riadattato al contesto attuale. 

 

Fallimento srl: cosa rischiano i soci 

Bisogna dire da subito che se fallisce una srl non falliscono anche i soci (art. 2462 codice civile), lo stesso vale per il socio unico.  

Questo vuol dire che il patrimonio personale dei soci non può rispondere dei debiti sociali e quindi non può essere toccato per il pagamento dei debiti o di qualsiasi altro tipo di conto in sospeso derivante dallo stato di fallimento della srl. 

Questa circostanza è consentita grazie alla natura stessa della società che è a responsabilità limitata. 

Questo vuol dire che per il rischio di impresa risponde solo la società con il suo patrimonio e non i soci. 

Il curatore, ossia la persona incaricata dal tribunale a curare la liquidazione della srl può, quindi, spingere la sua azione solo nei limiti del capitale societario e non verso il capitale personale del singolo socio.  

A tal proposito ti invitiamo a consultare il nostro articolo di approfondimento sul tema relativo al pagamento dei debiti di società in liquidazione.

 

Fallimento srl: quali sono le conseguenze per gli amministratori o l’amministratore unico 

Se i soci non rischiano nulla sul piano del patrimonio personale, nel caso di fallimento di una srl, non si può dire lo stesso per le conseguenze sugli amministratori o sull’amministratore unico

Se l’amministratore ha agito in buona fede, e ciò è provato, allora può dormire sonni tranquilli, almeno su questo aspetto.  

Se, invece, si scopre che questo abbia agito in mala fede, mala operatio, commettendo, dunque, un atto illecito, allora i creditori sociali possono esperire azione di responsabilità nei suoi confronti e quindi, aggredire anche il suo patrimonio personale per soddisfare i loro crediti (Cassazione civile sez. I n. 13465/2010, Cassazione Civ. n. 27036/2007). 

Ciò può avvenire, per esempio, quando gli amministratori: 

  •  hanno presentato documenti fiscali falsi 
  •  mettono in atto una condotta dolosa volta a ritardare i tempi dello scioglimento della srl 
  •  atti illeciti, in generale. 

Ti suggeriamo, per un approfondimento sul tema, il contributo del nostro esperto in ambito legale, nell’articolo S.R.L. fallita: cosa accade all'amministratore

 

Fallimento srl: cos’è l’autofallimento 

Sulla scia del fallimento di una srl, si traccia anche la strada per definire l’autofallimento.  

Cos’è l’autofallimento? 

E’ possibile dichiarare l’autofallimento quando il danno alle tasche non riguarda una società, ma specificatamente una persona fisica, che si ritrova nell’incapacità di rimborsare i propri debiti (indebitamento eccessivo). 

In tale situazione, la persona indebitata può avviare una procedura di fallimento rivolgendosi all’Ufficio esecuzioni e fallimenti del suo domicilio. 

Di conseguenza, i debiti non interamente pagati non si estinguono ma almeno non fruttano più interessi. 

 

Conclusione

Avviare una pratica per il fallimento di una srl non è cosa facile e non si risolve nell’esecuzione burocratica di documentazioni da sbrigare e concludere. 

Oltre ad essere la fine di un’esperienza professionale, diventa anche un’incombenza da gestire sulla stessa società e su chi vi ha partecipato, direttamente o indirettamente. 

Gestirne le conseguenze diventa così un’azione da compiere non solo nel rispetto delle leggi vigenti ma anche e soprattutto in un auspicabile buon senso. 

E’ consigliabile, dunque, affidarsi alla consulenza di un esperto professionista in ambito fiscale e tributario, se si vuol superare questo difficile momento nel modo migliore e senza ulteriori danni. 

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