Nomisma: più richieste di affitto ma a canoni più bassi
Ma quali sono le regole da seguire per predisporre un contratto di locazione immobiliare di uso abitativo?

Secondo un’indagine di Nomisma, la crisi economica ha generato un aumento della richiesta di contratti di affitto per la mancanza di liquidità e per la difficoltà di contrarre un mutuo. Basti pensare che i contratti registrati annualmente tra il 2011 e il 2015 sono passati da 1,4 a 1,6 milioni.
Ma se in base alla legge della domanda e dell’offerta ciò dovrebbe comportare conseguentemente un aumento anche dei canoni di locazione, nella realtà questo non avviene proprio a causa della stessa crisi economica che ha generato anche una contrazione generalizzata dei livelli dei canoni in molte città italiane.
Secondo tale indagine, negli ultimi cinque anni i canoni di locazione si sono addirittura ridotti del 30% in alcune città italiane.A registrare la maggiore contrazione dei canoni sono Venezia (-34%) e Cuneo (-30,6%). Seguono Milano (-17,5%), Bologna (-17,2%), Napoli (-14%), Padova (-14%), Torino (-13,1%), Palermo (-12,7%), Firenze (-11,4%), Roma (-10,4%) e Bari (9,7%).
In controtendenza, seppur di poco, solo una decina di capoluoghi: Benevento (+2,7%), Brindisi (+3,3%), Crotone (+1,9%), Forlì (+5,7%), Nuoro (+1,2%), Oristano (+1,2%), Rovigo (+2,1%), Sondrio (+1,7%) e Viterbo (+1,8%).
Ma quali sono le regole da seguire per predisporre un contratto di locazione immobiliare di uso abitativo?
Innanzitutto occorre scegliere la tipologia di contratto da stipulare. Ve ne sono due: il contratto a canone libero e il contratto a canone concordato.
Il contratto a canone libero è anche quello più diffuso in cui proprietario e inquilino pattuiscono liberamente l’ammontare dei canoni e le altre condizioni di affitto. Unico vincolo è quello sulla durata: il contratto deve durare 4 anni con altri 4 anni di rinnovo (la cosiddetta formula 4 + 4).
Nel contratto a canone concordato, invece, il corrispettivo appunto è stabilito in base ad accordi territoriali stipulati tra le organizzazioni rappresentanti i proprietari e quelle rappresentanti gli inquilini. In genere, l’ammontare del canone in questo caso è inferiore rispetto a quello concordato nel contratto a canone libero. Il vantaggio per il proprietario, però, è quello di poter godere di benefici fiscali (Irpef, imposta di registro, ecc...). La durata di tale tipo di contratto è di 3 anni più 2 di rinnovo automatico (o 3 se concordato). Oltre al contratto cosiddetto 3 + 2, c’è anche il contratto ad uso transitorio (della durata massima di 18 mesi) e quello ad uso studenti universitari (della durata minima di 6 mesi e di durata massima di 36 mesi).
Per non sbagliare a redigere un contratto di locazione è meglio affidarsi a un esperto che possa consigliare anche sulle clausole da inserire in modo da tutelarsi anche in caso di morosità dell’inquilino.
Ma se in base alla legge della domanda e dell’offerta ciò dovrebbe comportare conseguentemente un aumento anche dei canoni di locazione, nella realtà questo non avviene proprio a causa della stessa crisi economica che ha generato anche una contrazione generalizzata dei livelli dei canoni in molte città italiane.
Secondo tale indagine, negli ultimi cinque anni i canoni di locazione si sono addirittura ridotti del 30% in alcune città italiane.A registrare la maggiore contrazione dei canoni sono Venezia (-34%) e Cuneo (-30,6%). Seguono Milano (-17,5%), Bologna (-17,2%), Napoli (-14%), Padova (-14%), Torino (-13,1%), Palermo (-12,7%), Firenze (-11,4%), Roma (-10,4%) e Bari (9,7%).
In controtendenza, seppur di poco, solo una decina di capoluoghi: Benevento (+2,7%), Brindisi (+3,3%), Crotone (+1,9%), Forlì (+5,7%), Nuoro (+1,2%), Oristano (+1,2%), Rovigo (+2,1%), Sondrio (+1,7%) e Viterbo (+1,8%).
Ma quali sono le regole da seguire per predisporre un contratto di locazione immobiliare di uso abitativo?
Innanzitutto occorre scegliere la tipologia di contratto da stipulare. Ve ne sono due: il contratto a canone libero e il contratto a canone concordato.
Il contratto a canone libero è anche quello più diffuso in cui proprietario e inquilino pattuiscono liberamente l’ammontare dei canoni e le altre condizioni di affitto. Unico vincolo è quello sulla durata: il contratto deve durare 4 anni con altri 4 anni di rinnovo (la cosiddetta formula 4 + 4).
Nel contratto a canone concordato, invece, il corrispettivo appunto è stabilito in base ad accordi territoriali stipulati tra le organizzazioni rappresentanti i proprietari e quelle rappresentanti gli inquilini. In genere, l’ammontare del canone in questo caso è inferiore rispetto a quello concordato nel contratto a canone libero. Il vantaggio per il proprietario, però, è quello di poter godere di benefici fiscali (Irpef, imposta di registro, ecc...). La durata di tale tipo di contratto è di 3 anni più 2 di rinnovo automatico (o 3 se concordato). Oltre al contratto cosiddetto 3 + 2, c’è anche il contratto ad uso transitorio (della durata massima di 18 mesi) e quello ad uso studenti universitari (della durata minima di 6 mesi e di durata massima di 36 mesi).
Per non sbagliare a redigere un contratto di locazione è meglio affidarsi a un esperto che possa consigliare anche sulle clausole da inserire in modo da tutelarsi anche in caso di morosità dell’inquilino.
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