Paternità surrogata, sì della Corte di Appello di Trento
Per la prima volta in Italia anche il padre non biologico è riconosciuto genitore
Ordinanza storica quella della Corte di Appello di Trento che ha riconosciuto la doppia genitorialità a due uomini che erano ricorsi alla maternità surrogata all’estero.
Una ordinanza che, certo, creerà divisioni negli schieramenti politici e nell’opinione pubblica, ma che di sicuro, apre la strada a una riflessione più attiva in materia.
La vicenda è quella di una coppia gay che in Canada, otto anni fa, erano ricorsi alla maternità surrogata ed erano diventati padri di due gemelli.Rientrati in Italia, avevano registrato il certificato di nascita dei due minori, ma per lo Stato il padre era soltanto quello genetico, rifiutandosi di trascrivere il nome del padre non genetico nei certificati di nascita dei due gemelli.
Di fronte alla richiesta di aggiungere al certificato di nascita anche il nome dell’altro componente della coppia, un Comune del trentino si è rifiutato. La coppia, dunque, ha fatto ricorso e il 23 febbraio scorso la Corte di Appello di Trento ha dichiarato illegittimo il rifiuto dell'ufficiale di stato civile del comune trentino di aggiungere il secondo padre all'atto di nascita, mentre ha riconosciuto giuridicamente efficace il "provvedimento straniero che stabiliva la sussistenza di un legame genitoriale tra due minori nati grazie alla gestazione per altri e il loro padre non genetico".
La Corte di Appello, in sostanza, ha riconosciuto il diritto alla genitorialità indipendentemente dal legame genetico tra padre e figlio. E per la prima volta in Italia due padri diventano entrambi genitori, riconoscendo il legame di genitorialità tra i figli e il genitore non genetico.
Nell’ordinanza, infatti, si legge: "la incontroversa insussistenza di legame genetico fra i due minori ed il (padre, ndr) (...) non rappresenta un ostacolo del rapporto di filiazione (...) dovendosi escludere che nel nostro ordinamento vi sia un modello di genitorialità esclusivamente fondato sul legame biologico fra il genitore ed il nato; all'opposto deve essere considerata: l'importanza assunta a livello normativo dal concetto di responsabilità genitoriale che si manifesta nella consapevole decisione di allevare ed accudire il nato; la favorevole considerazione da parte dell'ordinamento giuridico al progetto di formazione di una famiglia caratterizzata dalla presenza di figli anche indipendentemente dal dato genetico, con la regolamentazione dell'istituto dell'adozione; la possibile assenza di relazione biologica con uno dei genitori (nella specie il padre) per i figli nati da tecniche di fecondazione eterologa consentite".
Ciò che conta, in maniera prevalente, è sempre l’interesse del minore e, nel caso specifico, "il diritto del fanciullo a preservare la propria identità, ivi compresa la sua nazionalità il suo nome e le sue relazioni familiari, così come riconosciuto dalla legge, senza ingerenze illegali".
Una ordinanza che, certo, creerà divisioni negli schieramenti politici e nell’opinione pubblica, ma che di sicuro, apre la strada a una riflessione più attiva in materia.
La vicenda è quella di una coppia gay che in Canada, otto anni fa, erano ricorsi alla maternità surrogata ed erano diventati padri di due gemelli.Rientrati in Italia, avevano registrato il certificato di nascita dei due minori, ma per lo Stato il padre era soltanto quello genetico, rifiutandosi di trascrivere il nome del padre non genetico nei certificati di nascita dei due gemelli.
Di fronte alla richiesta di aggiungere al certificato di nascita anche il nome dell’altro componente della coppia, un Comune del trentino si è rifiutato. La coppia, dunque, ha fatto ricorso e il 23 febbraio scorso la Corte di Appello di Trento ha dichiarato illegittimo il rifiuto dell'ufficiale di stato civile del comune trentino di aggiungere il secondo padre all'atto di nascita, mentre ha riconosciuto giuridicamente efficace il "provvedimento straniero che stabiliva la sussistenza di un legame genitoriale tra due minori nati grazie alla gestazione per altri e il loro padre non genetico".
La Corte di Appello, in sostanza, ha riconosciuto il diritto alla genitorialità indipendentemente dal legame genetico tra padre e figlio. E per la prima volta in Italia due padri diventano entrambi genitori, riconoscendo il legame di genitorialità tra i figli e il genitore non genetico.
Nell’ordinanza, infatti, si legge: "la incontroversa insussistenza di legame genetico fra i due minori ed il (padre, ndr) (...) non rappresenta un ostacolo del rapporto di filiazione (...) dovendosi escludere che nel nostro ordinamento vi sia un modello di genitorialità esclusivamente fondato sul legame biologico fra il genitore ed il nato; all'opposto deve essere considerata: l'importanza assunta a livello normativo dal concetto di responsabilità genitoriale che si manifesta nella consapevole decisione di allevare ed accudire il nato; la favorevole considerazione da parte dell'ordinamento giuridico al progetto di formazione di una famiglia caratterizzata dalla presenza di figli anche indipendentemente dal dato genetico, con la regolamentazione dell'istituto dell'adozione; la possibile assenza di relazione biologica con uno dei genitori (nella specie il padre) per i figli nati da tecniche di fecondazione eterologa consentite".
Ciò che conta, in maniera prevalente, è sempre l’interesse del minore e, nel caso specifico, "il diritto del fanciullo a preservare la propria identità, ivi compresa la sua nazionalità il suo nome e le sue relazioni familiari, così come riconosciuto dalla legge, senza ingerenze illegali".
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