Come chiedere un prestito: gli indicatori della tua azienda da tenere sotto controllo


Ecco quali sono gli indicatori piu' importanti per la tua impresa per poter chiedere un finanziamento
Come chiedere un prestito: gli indicatori della tua azienda da tenere sotto controllo

 

Attualmente le piccole e medie imprese hanno un comune denominatore: la scarsa liquidità. Non tutte hanno acceso al credito e l'imprenditore, spesso, deve rivolgersi alle banche e contrarre debiti per poter finanziare la sua impresa, sperando tra l’altro che il prestito gli venga concesso. Quindi, l'imprenditore per poter cercare di ottenere un finanziamento deve favorire la comprensione dei dati economici e finanziari della sua impresa andando ad effettuare un'analisi di bilancio che gli consenta di mostrare la redditività e la struttura finanziaria della sua impresa.

L'analisi di bilancio e il bilancio stesso sono i documenti principe che indicano alla banca il profilo economico-finanziario della tua impresa e contribuiscono a determinare il tuo merito creditizio.

Il bilancio di un'impresa è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa, ma è opportuno che quando un imprenditore chiede un finanziamento, si aggiunga una relazione della gestione degli amministratori indicante la situazione della società e l’andamento della gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui ha operato, anche attraverso imprese controllate, con particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti. Fare un'analisi di bilancio ti permette di conoscere bene i bilanci che presenti in modo da essere pronto a rispondere a tutte le richieste di chiarimenti e di informazioni aggiuntive da parte della banca a cui ti rivolgi per ottenere credito.

Il primo indicatore da tenere sotto controllo è l'equilibrio finanziario ed economico verificabili con l’analisi di bilancio. Sono due componenti imprescindibili per rimanere sul mercato: una delle principali cause di default dell’impresa è la mancanza di liquidità necessaria per proseguire la propria attività e la capacità di onorare i propri debiti. Il documento da cui partire è lo stato patrimoniale che viene suddiviso in 5 macrocategorie Le attività sono composte dalle immobilizzazioni e dall’attivo corrente o circolante, le passività dal patrimonio netto, dai debiti a medio lungo termine e dalle passività correnti. Il Capitale Circolante Netto (CCN) è un margine di primaria importanza, poiché evidenzia il livello di equilibrio strutturale e finanziario di breve termine. Il CCN è costituito dalla differenza tra le attività correnti e le passività correnti, in altri termini da (rimanenze + liquidità immediate + crediti a breve termine) meno (debiti finanziari + debiti a breve termine). Il CCN esprime la misura in cui l’impresa è in grado di far fronte agli impegni assunti nel breve periodo con il realizzo delle attività a breve.

Un’altra variabile da prendere in considerazione è il rapporto tra patrimonio netto e il totale del passivo dello Stato Patrimoniale. Esso dovrebbe raggiungere almeno il 25%, vale a dire che per ogni 100 euro investiti nella tua impresa, almeno 25 dovrebbero essere finanziati direttamente da te. Più il rapporto scende al di sotto della soglia consigliata, più l’impresa risulta sottocapitalizzata e più si abbassa il tuo merito di credito. Se l’impresa non ha un patrimonio adeguato, la banca in genere può richiedere una o più garanzie a supporto della domanda di credito. Le garanzie possono provenire direttamente dal patrimonio dell’imprenditore oppure possono essere fornite da soggetti esterni.

Un altro indicatore per misurare l’equilibrio finanziario è il leverage o indice di indebitamento. Ci sono diversi modi per calcolarlo. Al numeratore puoi inserire tutti i tuoi debiti, oppure solo i debiti verso il sistema bancario (in questo caso misura il grado di indipendenza dalle banche), siano essi di breve o di medio termine o solo i debiti verso le banche a medio termine. In ogni caso al denominatore compare sempre lo stesso elemento: il patrimonio netto. Più l’indice cresce e più l’impresa è indebitata. L’indice di indebitamento evidenzia il peso dei finanziamenti di terzi rispetto al totale degli investimenti aziendali. Il valore dipende da diversi fattori, tra cui l’attività economica che eserciti. Valori estremamente elevati, soprattutto rispetto alla media di settore, possono segnalare anomalie strutturali dell’impresa ed un peso eccessivo degli oneri finanziari. Quindi, l’indice deve essere letto congiuntamente con gli indicatori relativi agli oneri finanziari. Inoltre, se la tua impresa è in grado di produrre un buon cash flow e buoni margini operativi lordi (MOL), l’indice può essere inferiore a 4 grazie alla tua capacità di generare reddito e quindi di rimborsare il finanziamento.

Calcola anche il rapporto tra i debiti verso le banche e il fatturato. Un valore dell’esposizione bancaria complessiva (debiti a breve, compreso lo smobilizzo crediti, più debiti a medio termine) non superiore a un terzo del fatturato è da considerarsi ottimale. Tale soglia può essere superata se il debito è per la maggior parte costituito da smobilizzo crediti e l’impresa ha pochi insoluti, oppure se la redditività aziendale è molto elevata e, quindi, in grado di ripagare velocemente il debito.

Un valore particolarmente interessante è il Margine Operativo Lordo (MOL o EBITDA) che considera solo la gestione caratteristica dell’impresa e che si ottiene sottraendo al valore della produzione il costo della produzione, escludendo dal calcolo gli ammortamenti e le svalutazioni. L’indice così calcolato non tiene conto degli oneri e proventi finanziari, dei costi e ricavi straordinari e delle imposte. Se sottrai dal MOL il valore degli ammortamenti, degli accantonamenti operativi e sommi il saldo di ricavi e oneri diversi ottieni il Margine Operativo Netto (MON o EBIT). Se rapporti i debiti verso le banche a breve, medio e lungo termine e il MOL hai una indicazione di quanto l’indebitamento bancario incida sulla redditività della gestione caratteristica. I debiti verso le banche non dovrebbero superare 3 volte il MOL, altrimenti è probabile che possano mancare le risorse per rimborsare i prestiti.

Equilibrio finanziario ed equilibrio economico sono strettamente correlati. I costi e i ricavi, infatti, sono misurati, rispettivamente, da uscite ed entrate finanziarie. Cosa significa valutare l’andamento economico del tuo business? Vuol dire calcolare l’ammontare dei costi e dei ricavi della tua attività e verificare che gli indici di redditività ad essi connessi forniscano dei risultati positivi.

Puoi proseguire l’analisi economica della tua impresa attraverso il calcolo di altri indicatori di redditività come il ROE e il ROI che sono considerati tra i principali indici di bilancio utilizzati nel processo di valutazione del merito di credito da parte della banca. Il ROE (Return on Equity) dice già molto a chi valuta il tuo merito di credito perché misura il rendimento del capitale proprio ed è dato dal rapporto tra l’utile netto d’esercizio e il capitale netto che hai conferito nella tua impresa. Il ROE ti consente di valutare quanto rende il capitale proprio conferito nell’impresa ed eventualmente confrontarlo con investimenti alternativi. Per chi sta analizzando l’azienda esso rappresenta un indicatore immediato della redditività. Non esiste un valore fisiologico, in quanto questo varia molto in relazione al settore di riferimento. In termini generali, è auspicabile un valore positivo più elevato possibile.

Il ROI (Return On Investment) è un indice di redditività molto utilizzato che esprime, in termini percentuali, quanto rendono gli investimenti che hai fatto. Come si fa a dire se un valore del ROI è da considerarsi un buon indice di redditività degli investimenti oppure no? Questa risposta dipende da una serie di fattori interni ed esterni. In ogni caso è utile il confronto con il valore medio di settore e un’analisi del trend dell’indice nel tempo. In generale, è auspicabile un valore positivo più elevato possibile. Nell’analisi di bilancio, sono molti gli indici di redditività che puoi calcolare per valutare la gestione economica della tua impresa. I tre che ti abbiamo indicato sono, di solito, sufficienti per fornire le informazioni necessarie per capire come la tua azienda è posizionata dal punto di vista economico.

Un ultimo indicatore che ti consigliamo di tenere monitorato prima della richiesta di un finanziamento è il rapporto tra posizione finanziaria netta - margine operativo lordo. La PFN rappresenta il livello di esposizione finanziaria che l’azienda presenta verso i terzi, al netto delle disponibilità liquide. Si possono avere 2 metodologie di calcolo della PFN:
•    PFN sintetica: banche + altri finanziatori – disponibilità liquide;
•    PFN allargata: (obbligazioni + obbligazioni convertibili + debiti verso soci per finanziamenti + debiti verso banche + debiti verso altri finanziatori + titoli di credito) – (disponibilità liquide + attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni).

L’indice PFN/MOL costituisce di fatto un indicatore importante perché mette in relazione l’indebitamento finanziario con la redditività e fornisce la principale indicazione sintetica della capacità del business di generare cassa.

Una volta fatta l’analisi di bilancio, ti sei reso conto di come sei posizionato rispetto ad una “situazione ottimale di equilibrio”. Ma c’è un’altra grandezza fondamentale nel processo di valutazione della banca che è il cash flow o “flusso di cassa”, fondamentale a tal punto da poter condizionare il successo o il fallimento della tua richiesta di credito. Il cash flow è un importante indicatore che ti consente di valutare la capacità finanziaria e la redditività della tua impresa e mostra se le risorse disponibili sono sufficienti per autofinanziare la tua attività aziendale.

 

Articolo del:


di Luca Addis

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