Come la data privacy può aumentare la reputazione aziendale


Una recentissima ricerca rivela il forte impatto che la data privacy può avere sui profitti aziendali, contribuendo a costruire la fiducia dei consumatori
Come la data privacy può aumentare la reputazione aziendale

Una recentissima ricerca commissionata da Zeotap, Customer Data Platform di prossima generazione, rivela il forte impatto che la data privacy può avere sui profitti aziendali, contribuendo a costruire la fiducia dei consumatori nei confronti delle imprese.

Per la stesura del rapporto, intitolato “The value exchange: unveiling the commercial impact of customer data privacy “, sono stati intervistati 3.000 consumatori di Regno Unito, Germania e Spagna.

È stato chiesto loro di rispondere in merito alle loro attitudini rispetto alla condivisione di dati personali con le aziende con cui interagiscono, con l’obiettivo di comprendere quanto le pratiche di data privacy delle aziende stesse possano migliorare o danneggiare la loro capacità di acquisire e mantenere clienti.

Il 62% dei consumatori è più disposto ad acquistare da marchi che garantiscono che le loro informazioni personali non saranno condivise con terze parti - e il 58% di loro sarebbe più propenso a raccomandare quell'azienda ad amici e familiari.

La fiducia dei consumatori nell'approccio dei marchi alla diffusione dei dati è ancora bassa, quattro anni dopo il GDPR. Nonostante le rigide normative che mirano ad aggiungere trasparenza alla gestione dei dati, solo il 40% dei consumatori sente di avere il controllo su come le proprie informazioni personali vengano utilizzate dalle aziende con cui interagiscono.

“Lo studio evidenzia come la data privacy sia oggi molto più di una questione di conformità legale; è una questione di reputazione del brand, di differenziazione e, per estensione, di profitto, ha detto Projjol Banerjea, Founder e CPO di Zeotap. “Per tutti coloro che sono meno inclini a prendere sul serio la data privacy perché – magari – non sono stati ancora vittime della minaccia di sanzioni pecuniarie, questo dovrebbe servire come un campanello d’allarme: la perdita del cliente e il fatto che possa smettere di usufruire dei servizi offerti è la parte più importante”.

Quando è stato chiesto ai consumatori cosa farebbero se venissero contattati tramite un canale per cui non hanno fornito il consenso, il 57% di loro ha convenuto che avrebbe tagliato del tutto i legami con quella società.

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di Ing. Paola Righetti

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