Coppia: 3 esercizi per far funzionare la relazione
Un matrimonio che funziona parte da una corretta comunicazione: inserire alcuni piccoli esercizi può allentare le tensioni e ringiovanire la relazione

Se mi immedesimo in un ipotetico lettore, vedendo come titolo "3 modi per far funzionare il tuo matrimonio", potrei sentirmi immediatamente richiamare due sentimenti contrastanti. Uno, la curiosità che finalmente sia stata scoperta una formula miracolosa che risolva finalmente tutti i problemi di coppia e, due, la totale diffidenza sull’idea che ancora ci vengano propinate simili "bufale". Desidero quindi invitarvi a proseguire la lettura per esprimere il vostro giudizio. Cercherò quindi di non alimentare nessuna delle due ipotesi appena citate. Bene, iniziamo.
1. Un matrimonio che funziona parte da una corretta comunicazione di coppia: nella totalità dei casi coi quali ho lavorato, esiste una caratteristica comune che è indipendente dalla tematica critica o dallo stato di avanzamento della crisi ed è la modalità comunicativa con la quale entrambi i partner affrontano il tentativo di coinvolgermi nelle loro questioni. Ognuno dei due racconta i fatti in forma giudicante del fare dell’altro e questo non fa altro che alimentare il loro conflitto. Vi posso confermare che "Dio li fa e poi li accoppia" non è solo un modo di dire: ogni suo difetto combacia con una parte di noi o meglio, con una parte che è nella nostra memoria. Proprio per questo motivo il suggerimento che posso darvi è un esperimento che propongo ai miei clienti: provate per una intera settimana a dirvi le cose senza usare il "tu", comunicando esclusivamente attraverso l’"io" o "a me", esattamente come quando ad un bambino che assaggia qualcosa e dice "fa schifo", consigliamo di imparare a dire a me non piace. Questa forma potrebbe già essere un buon inizio poiché il TU prende una forma assoluta che porta l’altro a mettersi immediatamente sulla difensiva o al contrattacco: in poche parole, attiviamo un conflitto.
2. Una lista davvero preziosa per migliorare il rapporto: ogni forma di cambiamento si confronta con un bagaglio di vecchie e spesso tenaci informazioni che vengono chiamate "credenze". Perché tenaci? E perché credenze? Semplicemente perché da tanti anni sono radicate nella nostra mente e hanno molta più forza di quello che pensiamo. Quando qualcuno entra nella nostra vita, porta con sé le sue abitudini e le sue verità (credenze) che non necessariamente combaceranno con le nostre: chi dovrà arrendersi? Se siamo riusciti ad abbattere il muro del "tu", è necessario che andiamo a modificare qualcosa nella nostra comunicazione poiché molti conflitti nascono proprio dall’interpretazione di ciò che vorremmo dall’altro (e viceversa) ma che spesso non ci siamo mai comunicati. Bene: appuntatevi entrambi su un quaderno personale tutto ciò che vorreste dall’altro. Prendetevi qualche giorno e accordatevi sul momento nel quale sarete pronti a condividervi quelle informazioni. Quando lo farete, dovrete essere uno di fronte all’altro e soltanto uno leggerà, senza interruzioni da parte dell’altro, fino alla fine: non dovrà esserci nessuna forma di giudizio poiché ciò che uno pensa rappresenta ciò in cui crede. Dopodiché toccherà all’altro leggere. Al termine scambiatevi i quaderni e prendetevi una pausa. Da ogni quaderno, sceglierete una cosa a settimana che vi riprometterete di fare per l’altro e questo genererà gradualmente delle nuove abitudini: le prime volte vi sembrerà difficoltoso ma dopo poco diventerà normale, oltre che costruttivo per la coppia.
3. Entrando nel vivo della crisi, si possono attraversare varie fasi prima di giungere a un accordo risolutivo. Una di queste, è quella di accusare l’altro di essere l’unico colpevole della condizione creatasi tralasciando totalmente la saggia metafora che cita "la colpa è sempre divisa a metà". La capacità di considerarsi entrambi compartecipi agli eventi che hanno portato la coppia a quello stadio è estremamente funzionale ed esprime un livello di consapevolezza molto alto. Non farlo non è una manifestazione di estremo egoismo poiché spesso la ferita sovrasta la capacità di vedere con lucidità l’intero disegno. Portate curiosità nelle vostre relazioni poiché trovare soluzioni è motivo di crescita continua, di approfondimento dell’intimità reciproca rispetto a due mondi che in realtà non si conoscono. Una legge fondamentale della comunicazione è "anche chi non comunica sta comunicando" e, assentarsi, porta inevitabilmente nel tempo a cercare soluzioni compensative che diventeranno anch’esse abitudini dalle quali sarà sempre più difficile tornare indietro. A tutto c’è una soluzione, basta volerla! Spesso, le situazioni critiche mantengono viva la coppia e se riuscirete a crederci anche voi, inizierete a vederle come il sale della vita.
1. Un matrimonio che funziona parte da una corretta comunicazione di coppia: nella totalità dei casi coi quali ho lavorato, esiste una caratteristica comune che è indipendente dalla tematica critica o dallo stato di avanzamento della crisi ed è la modalità comunicativa con la quale entrambi i partner affrontano il tentativo di coinvolgermi nelle loro questioni. Ognuno dei due racconta i fatti in forma giudicante del fare dell’altro e questo non fa altro che alimentare il loro conflitto. Vi posso confermare che "Dio li fa e poi li accoppia" non è solo un modo di dire: ogni suo difetto combacia con una parte di noi o meglio, con una parte che è nella nostra memoria. Proprio per questo motivo il suggerimento che posso darvi è un esperimento che propongo ai miei clienti: provate per una intera settimana a dirvi le cose senza usare il "tu", comunicando esclusivamente attraverso l’"io" o "a me", esattamente come quando ad un bambino che assaggia qualcosa e dice "fa schifo", consigliamo di imparare a dire a me non piace. Questa forma potrebbe già essere un buon inizio poiché il TU prende una forma assoluta che porta l’altro a mettersi immediatamente sulla difensiva o al contrattacco: in poche parole, attiviamo un conflitto.
2. Una lista davvero preziosa per migliorare il rapporto: ogni forma di cambiamento si confronta con un bagaglio di vecchie e spesso tenaci informazioni che vengono chiamate "credenze". Perché tenaci? E perché credenze? Semplicemente perché da tanti anni sono radicate nella nostra mente e hanno molta più forza di quello che pensiamo. Quando qualcuno entra nella nostra vita, porta con sé le sue abitudini e le sue verità (credenze) che non necessariamente combaceranno con le nostre: chi dovrà arrendersi? Se siamo riusciti ad abbattere il muro del "tu", è necessario che andiamo a modificare qualcosa nella nostra comunicazione poiché molti conflitti nascono proprio dall’interpretazione di ciò che vorremmo dall’altro (e viceversa) ma che spesso non ci siamo mai comunicati. Bene: appuntatevi entrambi su un quaderno personale tutto ciò che vorreste dall’altro. Prendetevi qualche giorno e accordatevi sul momento nel quale sarete pronti a condividervi quelle informazioni. Quando lo farete, dovrete essere uno di fronte all’altro e soltanto uno leggerà, senza interruzioni da parte dell’altro, fino alla fine: non dovrà esserci nessuna forma di giudizio poiché ciò che uno pensa rappresenta ciò in cui crede. Dopodiché toccherà all’altro leggere. Al termine scambiatevi i quaderni e prendetevi una pausa. Da ogni quaderno, sceglierete una cosa a settimana che vi riprometterete di fare per l’altro e questo genererà gradualmente delle nuove abitudini: le prime volte vi sembrerà difficoltoso ma dopo poco diventerà normale, oltre che costruttivo per la coppia.
3. Entrando nel vivo della crisi, si possono attraversare varie fasi prima di giungere a un accordo risolutivo. Una di queste, è quella di accusare l’altro di essere l’unico colpevole della condizione creatasi tralasciando totalmente la saggia metafora che cita "la colpa è sempre divisa a metà". La capacità di considerarsi entrambi compartecipi agli eventi che hanno portato la coppia a quello stadio è estremamente funzionale ed esprime un livello di consapevolezza molto alto. Non farlo non è una manifestazione di estremo egoismo poiché spesso la ferita sovrasta la capacità di vedere con lucidità l’intero disegno. Portate curiosità nelle vostre relazioni poiché trovare soluzioni è motivo di crescita continua, di approfondimento dell’intimità reciproca rispetto a due mondi che in realtà non si conoscono. Una legge fondamentale della comunicazione è "anche chi non comunica sta comunicando" e, assentarsi, porta inevitabilmente nel tempo a cercare soluzioni compensative che diventeranno anch’esse abitudini dalle quali sarà sempre più difficile tornare indietro. A tutto c’è una soluzione, basta volerla! Spesso, le situazioni critiche mantengono viva la coppia e se riuscirete a crederci anche voi, inizierete a vederle come il sale della vita.
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