Cosa è il Counseling


L'autore spiega cosa è il Counseling ed in particolare la consulenza a privati
Cosa è il Counseling
Il significato della parola Counseling lo ereditiamo dal verbo inglese "to counsel" la cui origine latina è quella del verbo "consulo-ere" che significa "sollevare insieme", essendo composto dalla primitiva "cum" che significa "con" ("insieme") e dal verbo "solĕre" che significa "alzare", "sollevare". In forza del suo etimo il Counseling (o anche Counselling secondo l’inglese britannico) si può inquadrare come un intervento socio-pedagogico, orientato alla prevenzione e al superamento del disagio individuale e sociale, che persone e gruppi possono incontrare nel corso della propria vita in tutte le dimensioni nelle quali si svolge la loro esistenza. In altre parole, il Counseling è un servizio sociale che, svolgendosi nell’ambito di una relazione di aiuto offre, attraverso l’ausilio di un ascolto attivo, di un modello comunicativo caratterizzato da una profonda empatia, un contributo concreto alla soluzione di un problema, di una difficoltà o di un disagio momentaneamente vissuto da un cliente nell’ambito del proprio scenario esistenziale (famiglia, coppia, gruppi, lavoro). Decidere di essere Counselor, significa aver fatto innanzitutto una scelta su sé stessi: l’essersi messo in discussione e affrontato, nel corso della propria formazione, il proprio dolore facendosi poi carico, responsabilmente e professionalmente (come un vero compagno di un viaggio) dell’altrui dolore; accogliere, ascoltare, comunicare e mediare con empatia - gli strumenti relazionali del Counselor - implicano necessariamente un "saper essere" ovvero una profonda disamina di sé stessi e l’aver sperimentato emozionalmente, e quindi attivato in termini sinaptici, un tragitto nel profondo; decidere di assumersi la responsabilità di accompagnare una persona nei meandri del proprio disorientamento, non può essere esclusivamente motivato dal desiderio di "avere un lavoro", né, tanto meno, essere frutto di una scelta d’opzione tra possibili mestieri, ma quello di affrontare a viso aperto prima di tutto le proprie vicissitudini esistenziali e solo dopo quelle del proprio assistito. Senza questo tragitto nel proprio profondo né accoglienza, né empatia, né ascolto, né mediazione sono possibili. Perché né accoglienza, né empatia, né ascolto, né mediazione, se vissuti nella loro interezza, concedono spazi a fallaci narcisismi, a sentimenti di buonismo o a deliri di onnipotenza: chi scende in sé stesso sa quanto questo sia difficile e quanto "bene" si debba volere a se stessi; chi opera con coscienza il Counseling sa come esso sia in definitiva un "atto d’amore" nei confronti di chi chiede il suo sostegno. Quanto detto tratteggia i contorni delle competenze relazionali ed umane del Counseling, e in particolare del tragitto che il professionista-uomo deve percorrere, per "poter essere" un Counselor. Tuttavia se questa è certamente una condizione necessaria per veramente farsi carico professionalmente dell’Altro, l’aspetto umano di per sé non basta.
Alessandro Onelli
Presidente del C.d.A. e Rappresentante Legale SynaptoGenesis S.R.L.
Docente al Master di Corporate Counselling presso eCampus Università Telematica
Supervisor Counselor - Trainer Counselor iscritto ad AssoCounseling, REG-A1909-2016
Member of International Association for Counselling
PCM® Trainer, Coach
Cell +39 348.2316307
alessandro.onelli@synaptogenesis.it | synaptogenesis@pec.synaptogenesis.it
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