Cosa significa essere assertivi?


Avere un comportamento assertivo non significa dominare ma essere in equilibrio con sé e gli altri, quindi impariamo ad esserlo
Cosa significa essere assertivi?

E tu sai essere assertivo?

Prima di tutto cerchiamo di chiarire un equivoco che spesso viene fuori quando si parla di assertività: essere assertivi non vuol dire predominare sugli altri, così come non significa "non farsi sottomettere" oppure essere vincenti, ad ogni costo. Per essere definiti assertivi bisogna essere in grado di entrare in contatto con le proprie emozioni, saperle riconoscere e quindi utilizzarle per raggiungere i propri obiettivi senza farsi dominare da queste.
Significa, quindi, ascoltare i propri bisogni ed aver chiari gli obiettivi da raggiungere. Significa soprattutto avere stima e rispetto di sé e del prossimo facendosi capo della responsabilità delle proprie azioni.

Definizione di assertività

Secondo wikipedia l'assertività (dal latino "asserere" che significa "asserire"), o asserzione (o anche affermazione di sé), è una caratteristica del comportamento umano che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza tuttavia offendere né aggredire l'interlocutore.

Alcuni psicologi come Alberti, Emmons e Manuel J. Smith hanno sviluppato e divulgato questo concetto negli anni 70, definendolo come «un comportamento che permette a una persona di agire nel proprio pieno interesse, di difendere il proprio punto di vista senza ansia esagerata, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i propri diritti senza ignorare quelli altrui».

Oppure possiamo soffermarci sull’etimologia del termine, sottolineando che assertività fa riferimento all’affermare, cioè al “dire”, all'esprimere le proprie opinioni, i propri trascorsi emotivi e contemporaneamente riuscire a trovare soluzioni alle questioni quotidiane con pensieri positivi.

Sanavio descrive l'assertività come la capacità di far valere i propri diritti rispettando quelli altrui, servendosi di una comunicazione chiara diretta senza perdere coerenza sia verbalmente che non. Possiamo definire come comportamento assertivo il risultato di un apprendimento. A questa conclusione si è giunti analizzando i lavori che nel tempo si sono succeduti di Pavlov, Salter,  Wolpe, Alberti e Emmons, Lieberman, Goldstein ed Ellis.

Nonostante la grande importanza che oggi viene data al concetto di assertività, bisogna sottolineare che non è una scoperta moderna ma frutto di uno sviluppo di ricerca maturato durante gli anni. Oggi possiamo disporre di una precisa descrizione delle parti di cui si compone, cioè componente cognitiva verbale non verbale. Analizzando quindi le componenti dell’assertività possiamo distinguere quelle cognitive cioè riguardanti la buona immagine di sé, tecniche di problem solving, quelle verbali e cioè scelta del linguaggio e come vengono poste le domande e quelle non verbali , quindi cinestesico prossemico eccetera. Quindi per avere uno stile assertivo bisogna imparare a sviluppare tali capacità e unirle in un perfetto equilibrio. Analizziamo nel dettaglio.

  • Cognitivo implica tutti i pensieri che guidano le nostre azioni ostacolando o favorendo desideri e bisogni, per esempio, avere una buona autostima di sé.
  • Verbale riguarda il vero significato delle parole che utilizziamo, è quindi importante capire valorizzare i vocaboli che usiamo per poter esprimere fiducia in sé e negli altri. Particolarmente rilevanti sono le modalità con cui vengono poste le domande.
  • Non verbale comprende il sistema para linguistico, non ci si ferma al puro significato delle parole ma ci si concentra al linguaggio del corpo, cioè alla comunicazione non parlata, ai toni e ai movimenti del corpo.
  • Linguaggio emozionale comprende invece la coerenza tra linguaggio verbale e non verbale. Quindi sappiamo che assertivi si diventa attraverso l'apprendimento ma alcune persone riescono ad avere comportamenti assertivi mentre altri no. Secondo uno studio psicologico il mancato sviluppo dell’ assertività può dipendere da diversi fattori.

Analizziamoli in dettaglio:

  • mancato o inadeguato apprendimento di comportamenti assertivi;

  • esperienze di vita negativi che hanno inibito lo sviluppo di comportamenti assertivi;

  • sviluppo di pensieri irrazionali;

  • mancato riconoscimento dei propri diritti.

In particolare, ci soffermeremo sui diritti assertivi che sono i basilari diritti di tutti gli esseri umani. Come sappiamo benissimo,i diritti determinano responsabilità che di conseguenza significa non ledere i diritti altrui e riconoscere agli altri i medesimi. Il principale diritto è quello di dire NO a richieste che vanno in contrasto con i propri valori, senza paura di offendere gli altri e senza sentirsi in colpa, che spesso viene utilizzato come strategia per manipolare, di conseguenza, l'affermazione di ogni diritto comporta assunzione di responsabilità del comportamento e delle conseguenze che ne derivano. Per poter capire meglio di quali diritti stiamo parlando farò adesso una lista di diritti assertivi presa da quella di E.Giusti e A. Testi del 2006.

  1. Giudicare i propri comportamenti emozioni pensieri;

  2. non giustificare il proprio comportamento con spiegazione o scusanti;

  3. trovare soluzioni a problemi altrui, NO dovere;

  4. cambiare opinione senza sentirsi in colpa;

  5. essere indipendenti dal giudizio altrui;

  6. prendere decisioni illogiche, che possono apparire tali per gli altri;

  7. dire “non so”,” non capisco”,” non mi interessa”,” non me ne occupo”;

  8. essere trattati con rispetto;

  9. affermare i propri bisogni, desideri, valori e opinioni;

  10. difendere i propri limiti;

  11. essere ascoltati attivamente e non passivamente;

  12. stabilire e perseguire i nostri obiettivi;

  13. fare qualsiasi cosa purché non danneggi gli altri;

  14. mantenere la propria dignità, agendo in modo assertivo e non aggressivo;

  15. fare richieste;

  16. attuare i propri diritti.

Quindi comportarsi in modo assertivo significa saper valorizzare l'affermazione dei propri diritti, come per gli altri affermare i loro, valutare la capacità di negoziare e scegliere a cosa dare priorità.

Assertività, passività e aggressività

Cerchiamo adesso di andare un poco più in profondità a questo argomento e analizziamo le differenze tra i vari stili comportamentali di comunicazione, cioè assertività, passività e aggressività. Non esistono definizioni precise ma è corretto parlare di stili comportamentali che vanno analizzati in base al contesto che stiamo vivendo in quel momento, possiamo affermare quindi che essere assertivi significa aggiustare continuamente i modi con cui comunichiamo considerando sempre i diritti altrui e  i propri, agendo secondo le varie priorità che si presentano.

Quindi essere assertivi significa raggiungere un equilibrio tra stile comunicativo aggressivo e passivo; per esempio, quando proviamo a comunicare con una persona particolarmente arrabbiata, quindi poco propensa al dialogo, potrebbe essere opportuno avere uno stile comportamentale temporaneamente passivo; mentre quando vediamo che durante una conversazione vengono meno le regole basilari si rende necessario, temporaneamente, uno stile aggressivo. Quindi dobbiamo sempre tenere presente le parole chiavi priorità e situazionalità. Per chiarire meglio a cosa ci stiamo riferendo entriamo nello specifico dei vari stili, dandone una spiegazione più approfondita.

  • Passivo: alla base di questo stile viene evidenziato il bisogno costante di approvazione, il timore del giudizio altrui e il sopraggiungere di ansia, che tende verso la compiacenza dei bisogni degli altri e una bassa autostima di sé. Una persona con uno stile di questo tipo tende ad accontentare principalmente i bisogni degli altri prima dei suoi e di conseguenza subisce le situazioni invece di viverle in prima persona, il suo obiettivo è quello di ottenere il consenso di tutti gli altri ed evitare il contrasto. Bisogni e sentimenti non vengono espressi e presenta tutta una serie di difficoltà quando deve  prendere delle decisioni in modo autonomo. Tutto ciò può portare a rabbia auto diretta ,frustrazione e rinuncia a essere se stessi.

  • Aggressivo: una persona che utilizza questo stile di comunicazione tende a non rispettare i diritti degli altri ed è fortemente concentrato sui propri desideri e bisogni, senza curarsi delle persone che lo circondano; quindi utilizza qualsiasi mezzo a sua disposizione per raggiungere i propri scopi ,assumendo a volte anche comportamenti violenti e distruttivi per gli altri. Possono verificarsi ansia, accompagnata da ostilità e disprezzo degli altri e bisogno di dominio continuo. Una persona di questo tipo tende ad esprimere critiche distruttive verso gli altri ,non chiede mai scusa anche quando sa benissimo di aver sbagliato e antepone i propri diritti a quelli degli altri.

  • Assertivo: la persona che invece utilizza uno stile assertivo è in grado di trovare compromessi e gestisce in modo adeguato i conflitti che si presentano, analizzando continuamente la situazione in base ad una scala di priorità e osserva i diritti degli altri, presenta un grande stima di sé, rispettando gli altri, essendo cosciente dei propri limiti e capacità. La presenza dello stile assertivo si basa sulla capacità di elaborare critiche costruttive, quindi assenza di pregiudizi ,vengono inoltre affermati i propri diritti rispettando quelli degli altri e i propri bisogni sono espressi rispettando e ascoltando gli altri, cambiando idea quando necessario, ci si assume la responsabilità delle proprie azioni con le conseguenze e si arriva ad avere soddisfazione personale, considerazione e stima di sé e di conseguenza rapporti sociali veri e autentici.

Citando la definizione di Libet e Lewinson: assertività è la capacità del soggetto di utilizzare in ogni contesto relazionale modalità di comunicazione che rendano altamente probabili reazioni positive dell'ambiente e annullino o riducano la possibilità di reazioni negative”.

Quindi uno stile assertivo consente di dare sfogo alle proprie opinioni, emozioni al fine di risolvere le varie situazioni in modo positivo. Dopo aver dato delle definizioni specifiche sui vari stili adesso proviamo a fare un piccolo schema sui vari incroci che possono verificarsi durante una comunicazione:

TU VINCI-IO VINCO: in questo tipo di incrocio vediamo che entrambi gli interlocutori utilizzano uno stile assertivo, in quanto notiamo una ricerca del vantaggio reciproco, una buona logica negoziale, una soddisfazione dei bisogni di entrambi.

TUVINCI-IO PERDO: in questo tipo di incrocio invece possiamo riconoscere uno stile passivo, in quanto vediamo una ricerca del vantaggio altrui a danno del proprio, il perseguire una logica rinunciataria e la soddisfazione dei bisogni dell'altro a danno dei nostri.

IO PERDO-TU VINCI: questo particolare incrocio invece evidenzia uno stile aggressivo, in quanto notiamo il vantaggio proprio che viene ricercato in maniera continua, una logica competitiva a scapito dei diritti degli altri e una soddisfazione assoluta dei propri interessi.

IO PERDO-TU PERDI: questo tipo di incrocio invece evidenzia una situazione di stile distruttiva per entrambi.

Allora possiamo affermare che assertivi si diventa e lo si impara aggiustando continuamente lo stile comportamentale che utilizziamo quotidianamente, rendendoci consapevoli della nostra situazione e di conseguenza riusciamo a valutare con quali priorità affrontare le varie situazioni che si presentano continuamente durante la nostra vita.

Quindi il lavoro che dobbiamo fare su noi stessi è principalmente quello di essere consapevoli delle proprie capacità e competenze e aumentare l'autostima, che deve essere guida per realizzare i nostri sogni e desideri non dimenticando quelli degli altri, che hanno i nostri stessi medesimi diritti umani.

Articolo del:


di Dott.ssa Alessandria Gabriella Maria

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