Il Counseling: cos’è, perché è utile
Il counseling: relazione di aiuto efficace per affrontare problemi specifici della vita e ritrovare padronanza, serenità e benessere

"Non siamo stati terminati e non ci è chiaro cosa dobbiamo fare per completarci; non è stato stabilito come dobbiamo ultimare noi stessi. Siamo cioè problemi viventi" (M. Zambrano, 2002)
Con questo primo articolo vorrei iniziare ad esplorare con voi il "mondo" del counseling, un metodo di aiuto e di supporto alla persona particolarmente utile in alcune situazioni difficili della vita.
Il Counseling come concetto e metodo di aiuto, nasce con Carl Rogers, uno dei padri della "Psicologia Umanistica" che si sviluppò a partire dagli anni ’50 del secolo scorso. Questa corrente psicologica si differenziò dalla psicologia e dalla psicoterapia tradizionali perché spostava l’attenzione alla vita reale, ai problemi che le persone vivono e ai significati che essi attribuiscono alla loro esperienza. Altro importante fondamento del counseling, è la focalizzazione dell’attenzione agli aspetti "sani" della persona piuttosto che a quelli "patologici": le sue potenzialità, le sue risorse e la sua capacità di autodeterminazione.
L’European Association for Counselling definisce il Counselling "un rapporto interattivo a beneficio di un cliente instaurato per affrontare i suoi problemi. Questi problemi possono essere di natura sociale, culturale e o emotivo e il counselor li affronterà in modo olistico. Un cliente può essere una persona, un gruppo o un’organizzazione. L'obiettivo generale del counselig è supportare i clienti nel riconoscere le opportunità per aiutarli a vivere in modo più soddisfacente e gratificante, come individui e come membri della società".
Il counseling è relazione di aiuto (pragmatica, focalizzata, specifica)
Perno centrale del metodo è la relazione che si instaura tra cliente e professionista (counselor): il cliente ha la necessità di un aiuto, il counselor è una persona imparziale che possiede capacità di ascolto, sostegno e guida. Esso non deve essere confuso con la psicoterapia: nel counseling l’elemento psicopatologico è in secondo piano rispetto al bisogno, al problema portato dal cliente che costituiscono invece il vero oggetto di attenzione. Il counselling è dunque focalizzato, specifico, limitato nel tempo; è un processo attivo e pragmatico che mira al superamento del bisogno, alla soluzione del problema per il benessere della persona. Vengono sintetizzati di seguito i diversi ambiti di intervento relativi ai due metodi (Adattato da: Edoardo Giusti, 1999).
Counseling
a) Problemi limitati e specifici relativi ai diversi ambiti di vita di una persona: vita personale e lavorativa, relazioni, salute, benessere e qualità della vita, ...
b) Ambivalenza, stress, conflitti, scelte e decisioni difficili da compiere (difficoltà)
c) Fattori esterni
d) Crescita, prevenzione, autodeterminazione e sviluppo della personalità, stile di vita, questioni educative, di orientamento al lavoro e al ruolo professionale.
Psicoterapia
a) Disagio/Sofferenza psichica
b) Disordini patologici dovuti a disturbo strutturale di personalità e riparazione di strutture di gravi disturbi (patologia)
c) Fattori interni
d) Complessità del funzionamento intrapsichico, impegno intensivo.
Possiamo distinguere 2 diverse tendenze applicative che coincidono con due diverse filosofie di fondo e due diversi modi di intendere la relazione, il ruolo del cliente e quello del counselor:
1. counselling direttivo dove si tende a modellare la persona con direttive precise e il counselor è attivo-direttivo
2. counselling non direttivo dove c’è un maggior rispecchiamento delle emozioni e delle esperienze del cliente, soggetto attivo della relazione che persegue autonomia e responsabilità circa le proprie scelte. Il counselor è un facilitatore e ha la responsabilità della relazione che si sviluppa grazie ad abilità di ascolto, empatia, dare potere e favorire potere, aiuto.
Attualmente, anche in Italia, quando si parla di Counseling ci si riferisce al secondo approccio piuttosto che al primo il quale si avvicina di più all’ambito della "consulenza".
Con questo primo articolo vorrei iniziare ad esplorare con voi il "mondo" del counseling, un metodo di aiuto e di supporto alla persona particolarmente utile in alcune situazioni difficili della vita.
Il Counseling come concetto e metodo di aiuto, nasce con Carl Rogers, uno dei padri della "Psicologia Umanistica" che si sviluppò a partire dagli anni ’50 del secolo scorso. Questa corrente psicologica si differenziò dalla psicologia e dalla psicoterapia tradizionali perché spostava l’attenzione alla vita reale, ai problemi che le persone vivono e ai significati che essi attribuiscono alla loro esperienza. Altro importante fondamento del counseling, è la focalizzazione dell’attenzione agli aspetti "sani" della persona piuttosto che a quelli "patologici": le sue potenzialità, le sue risorse e la sua capacità di autodeterminazione.
L’European Association for Counselling definisce il Counselling "un rapporto interattivo a beneficio di un cliente instaurato per affrontare i suoi problemi. Questi problemi possono essere di natura sociale, culturale e o emotivo e il counselor li affronterà in modo olistico. Un cliente può essere una persona, un gruppo o un’organizzazione. L'obiettivo generale del counselig è supportare i clienti nel riconoscere le opportunità per aiutarli a vivere in modo più soddisfacente e gratificante, come individui e come membri della società".
Il counseling è relazione di aiuto (pragmatica, focalizzata, specifica)
Perno centrale del metodo è la relazione che si instaura tra cliente e professionista (counselor): il cliente ha la necessità di un aiuto, il counselor è una persona imparziale che possiede capacità di ascolto, sostegno e guida. Esso non deve essere confuso con la psicoterapia: nel counseling l’elemento psicopatologico è in secondo piano rispetto al bisogno, al problema portato dal cliente che costituiscono invece il vero oggetto di attenzione. Il counselling è dunque focalizzato, specifico, limitato nel tempo; è un processo attivo e pragmatico che mira al superamento del bisogno, alla soluzione del problema per il benessere della persona. Vengono sintetizzati di seguito i diversi ambiti di intervento relativi ai due metodi (Adattato da: Edoardo Giusti, 1999).
Counseling
a) Problemi limitati e specifici relativi ai diversi ambiti di vita di una persona: vita personale e lavorativa, relazioni, salute, benessere e qualità della vita, ...
b) Ambivalenza, stress, conflitti, scelte e decisioni difficili da compiere (difficoltà)
c) Fattori esterni
d) Crescita, prevenzione, autodeterminazione e sviluppo della personalità, stile di vita, questioni educative, di orientamento al lavoro e al ruolo professionale.
Psicoterapia
a) Disagio/Sofferenza psichica
b) Disordini patologici dovuti a disturbo strutturale di personalità e riparazione di strutture di gravi disturbi (patologia)
c) Fattori interni
d) Complessità del funzionamento intrapsichico, impegno intensivo.
Possiamo distinguere 2 diverse tendenze applicative che coincidono con due diverse filosofie di fondo e due diversi modi di intendere la relazione, il ruolo del cliente e quello del counselor:
1. counselling direttivo dove si tende a modellare la persona con direttive precise e il counselor è attivo-direttivo
2. counselling non direttivo dove c’è un maggior rispecchiamento delle emozioni e delle esperienze del cliente, soggetto attivo della relazione che persegue autonomia e responsabilità circa le proprie scelte. Il counselor è un facilitatore e ha la responsabilità della relazione che si sviluppa grazie ad abilità di ascolto, empatia, dare potere e favorire potere, aiuto.
Attualmente, anche in Italia, quando si parla di Counseling ci si riferisce al secondo approccio piuttosto che al primo il quale si avvicina di più all’ambito della "consulenza".
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