Leader o non-leader: alcuni suggerimenti per essere leader efficaci


Ascoltare i bisogni dei propri collaboratori motivandoli da veri leader
Leader o non-leader: alcuni suggerimenti per essere leader efficaci

Nella mia attività di Coach incontro spesso realtà aziendali che, sebbene molto diverse fra loro, hanno una caratteristica comune: la leadership, a volte chiara e ben definita, in altri casi confusa se non addirittura inesistente.

Si può nascere leader e di esempi nella storia ne troviamo tanti: Gandhi, Martin Luther King, Kennedy, Mandela ecc… solo per citarne alcuni.

Ma si può diventare leader?

Vediamo insieme alcuni suggerimenti che possono essere utili per essere un buon leader.

Intanto è bene sapere che il leader deve sviluppare una forte capacità di ispirare e motivare i propri collaboratori.

Motivare le persone permette di ottenere delle performance straordinarie e inaspettate che, anche di fronte ad attività complesse, danno il massimo.

Ispirare, motivare, dare l’esempio ai collaboratori consente di spronarli ad ottenere quel qualcosa in più che gratifica loro stessi ed è utile all’azienda.

Quante volte vi siete trovati di fronte a dei collaboratori poco interessati, poco stimolati nei confronti della loro attività? Vi siete chiesti il perché?

L’errore più grande che un leader può commettere è quello di prendersela con queste persone, addossando loro tutte le colpe del loro stato emotivo.

Se un leader si comportasse così non è un leader. È un non-leader che trova un alibi per coprire le proprie responsabilità.

Per motivare i collaboratori bisogna affidare loro compiti che sappiano stimolarli e farli uscire dalla loro zona di comfort, che contribuiscano a farli crescere senza paure o invidie immotivate. Il leader deve essere solo felice se un proprio collaboratore riesce, cresce ed è motivato.

Un altro strumento fondamentale per un leader è la comunicazione. Deve essere chiara, aperta, dettagliata che non lasci dubbi o perplessità sull’attività che vuole venga svolta. Quante volte viene assegnato un lavoro senza fornire alcuna spiegazione? Se fate questo siete dei non-leader, ma solamente dei boss che danno ordini.

È, quindi, il momento di dare ai collaboratori la responsabilità. Se viene assegnata una responsabilità l’impegno profuso dai collaboratori è molto maggiore e contribuisce ad accrescere l’autostima in se stessi e la fiducia nell’azienda. Serve coraggio da parte del leader a responsabilizzare e serve anche un passo indietro lasciando loro campo libero per agire.

Lascio per ultimi altri due aspetti che ritengo ugualmente importanti per essere dei leader efficaci. Entrambi riguardano la crescita personale, il primo in ambito di competenze e conoscenze. Se ad un collaboratore viene data la possibilità di imparare qualcosa di nuovo, di formarsi, di accrescere le proprie conoscenze questo sicuramente lo farà sentire considerato e più motivato.

La crescita è anche economica. Ebbene sì, anche i soldi e le condizioni di lavoro possono rivelarsi delle leve molto forti per motivare i collaboratori. Provate a pensare ad un collaboratore che per anni ha gestito un intero ufficio come manager e improvvisamente, a seguito di una decisione presa 'dall'alto', viene messo a svolgere pratiche amministrative con una riduzione di compenso. Come credete che si senta? Vi siete comportati da leader o da non-leader? A voi la risposta.

Se volete fare chiarezza, migliorare la vostra attività, imparare ad ascoltare i bisogni dei vostri collaboratori, potete contattarmi e prendere un appuntamento.

Insieme scopriremo come potrete fare il salto di qualità nella vita e nel lavoro, attraverso anche un percorso di coaching sia di team che individuale.

 

Articolo del:


di Marco Alemani

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