Origine della merce e logistica integrata: come convivono nelle PMI (parte 1)


Primo articolo di una serie che va a toccare un argomento molto sensibile nelle PMI, l'adeguamento alle nuove normative doganali da parte delle aziende Italiane
Origine della merce e logistica integrata: come convivono nelle PMI (parte 1)

Ma siamo proprio sicuri sia una perdita di tempo e risorse?

Dogana e logistica integrata, binomio che, anche preso come concetti singoli, di solito non fa molta presa nelle nostre aziende medio piccole.
Eppure sta diventando argomento sempre più importante e centrale nelle aziende e non sto parlando solamente del magazzino, o del responsabile trasporti ma riveste una importanza basilare anche per l'ufficio acquisti, il commerciale, l'amministrazione, coinvolge l'azienda a 360° diventando parte dell’azienda stessa.


Vi sembra una bestemmia vero?

Perdonate la franchezza nel titolo ma molto probabilmente è ciò che avete pensato. No, non è assolutamente così, anzi, probabilmente è il modo più semplice per gestire tutto l'apparato burocratico relativo alla gestione di merci dall'ordine al fornitore all'arrivo della merce a cliente; sicuro ci devono essere delle persone, un team di quattro persone sarebbe l'ideale per interfacciarsi con tutti i reparti, ma a dispetto delle proporzioni aziendali ne possono bastare anche due e, sorpresa delle sorprese, non è detto che dobbiate assumere qualcuno, ma riqualificarlo in quanto questa operazione probabilmente libererà delle risorse che potete riqualificare, in ogni caso il gioco vale la candela, anzi arrivare in ritardo potrebbe essere molto pericoloso.


Andiamo al sodo, cominciamo con gli acquisti

Una corretta procedura di acquisto sta alla base di tutto l'iter, sia che voi siate un’impresa manifatturiera, una impresa che finisce semilavorati oppure una commerciale. Ho personalmente avuto a che fare con molte realtà imprenditoriali dove ogni reparto se non "ognuno" provvede alle proprie necessità e tutto a livello prioritario.

Non mi permetto assolutamente di criticare questo, ogni imprenditore è padrone a casa sua e nessuno meglio di lui sa come gestire la sua realtà, ma concettualmente questo è sbagliato.

Tutte le richieste, adeguatamente correlate di specifiche tecniche e di specifica richiesta di tempi di approvvigionamento, dovrebbero arrivare all'ufficio acquisti il quale, interfacciandosi con il responsabile import (se di import si tratta) e del responsabile dei trasporti andrà a valutare il miglior fornitore sul mercato rispetto ai parametri indicati dall'azienda oppure dalla direzione. Individuato il fornitore l'ACQ dovrebbe, di concerto con la logistica, l'import e la qualità, compilare un contratto di acquisto, se non già fornitore contrattualizzato, e proporlo all'azienda selezionata per la fornitura in oggetto.


L'importanza del contratto d'acquisto nella filiera integrata

Assolutamente di primo livello. Un contratto ben compilato ti permette di chiarire tutti i punti dell'importazione, risolvendo problemi legati alla responsabilità del trasporto, problemi legali che si possono avere in caso di furto, perdita o danneggiamento della merce, problemi di pagamento che si andranno a definire in collegamento agli incoterm, problemi di compilazione e del numero dei documenti richiesti a seguito o prima dell'arrivo/partenza della merce, evitando successivamente di sprecare risorse correndo dietro a documenti mai emessi oppure mai ricevuti, non ultimo permette di assegnare alla merce in arrivo il corretto codice armonizzato che, anche se il cliente extracomunitario rifiuta di inserire nei documenti, voi potete usare in importazione, regolarizzando così la merce secondo il codice comunitario. Cosa indispensabile da includere, anzi esigere, nel contratto di acquisto secondo la mia opinione è assolutamente la menzione dell’origine della merce.


Origine della merce, come si pone nei confronti del contratto di acquisto?

E' l'informazione più importante per avere una filiera tracciata e poter in seguito procedere a tutti gli accorgimenti necessari ad assegnare alla merce che verrà venduta l’esatta origine, sia essa preferenziale che non preferenziale. Questo permetterà a tutte le PMI di avere e richiedere tutta la documentazione necessaria ad ottenere vantaggi doganali e daziari che permetteranno ai vostri prodotti di essere più competitivi sul mercato Italiano ed internazionale.

Italiano? direte voi, certo, in quanto, una corretta posizione comunitaria, se certificata da una Long Term Declaration può essere necessaria anche ai vostri clienti nazionali che disporranno dei benefici daziari che voi avete certificato nei confronti dell'eventuale end user residente in un paese accordista (paese extracomunitario che ha stipulato accordi commerciali con la Unione Europea).


L'importanza del trasporto nel contratto di acquisto

Qui mi rivolgo in primis a chi ha la responsabilità di gestire i rapporti con i vettori ed a chi gestisce o gestirà l'import. E' purtroppo molto diffusa l'idea che il trasporto meno caro a livello di costo sia il più conveniente…bene è incredibilmente raro che sia così. Il migliore trasporto è quello che ti offre il miglior servizio ad un giusto prezzo (prezzo di mercato). Il trasporto, oltre il mero dovere di dovere trasportare la merce da un punto A ad un punto B, e già questo di per se non è poco, fornisce anche tutta una serie di servizi ed assolve ad una serie di obblighi che oserei definire essenziali nella buona riuscita di un contratto di acquisto.  

Cominciamo dalla scelta dell’incoterm, se merce in arrivo dal far east, sicuramente vi proporranno una condizione CPT se via aerea, CPT se camionistica (si esistono anche dal far east) e CFR se via nave. Bene, questi tre incoterms vanno sempre a favore di chi spedisce e, prossimamente quando tratteremo di vendita vi spiegherò perché, adesso sappiate che, normalmente il trasporto è il segmento della spedizione dove i fornitori orientali lucrano di più, un trasporto da 1500 euro per esempio facilmente è girato a vostre spese intorno ai 3500/4000 euro e la differenza non risiede solamente nella differenza i prezzo, il trasporto è una voce viva in bolletta doganale, i dazi vengono conteggiati anche su questo!!! Su un trasporto di 4000 euro è possibile che si arrivi facilmente ad un dazio + IVA supplementare di 1000 euro!

Oltre a questo avrete un altro problema che non causerà problemi finanziari nell'immediato, ma potrebbe farlo in prospettiva, lo sdoganamento verrà effettuato da persone totalmente sconosciute e questo di per se non è un male ma oltre a questo non conoscono minimamente il vostro prodotto e potrebbero, in buona fede, sbagliare ad effettuare l'importazione obbligandovi poi a correre ai ripari, richiedendo rettifiche della bolletta doganale che, oltre a costi, potrebbe riservare sorprese come aliquote daziarie diverse che possono causare sanzioni e controlli da parte delle autorità preposte.

Mio consiglio spassionato è, se non conoscete benissimo il fornitore e siete sicuri della sua padronanza nella compilazione dei documenti scegliete incoterm del gruppo F, direi FCA per Road ed Aereo e, ove possibile FOB per spedizioni marittime (evitate l'EXW come la peste!). Questo vi permetterà innanzitutto di avere più flessibilità durante la negoziazione del prezzo e di controllare l'importazione, decidendo voi dove fare dogana ed istruendo poi l'operatore doganale con i giusti criteri da usare per l'importazione, codice doganale incluso.

Se non mi credete provate, con lo stesso fornitore, a fare una spedizione con il gruppo F ed una con il gruppo C, se possibile della stessa merce, vedrete la differenza.

Ultimo consiglio, in caso voleste avventurarvi su questo sentiero, non fatelo con troppa leggerezza, fatevi assistere da un professionista o fate una serie di corsi sull'argomento, partendo dall'abc; una volta capite le regole del gioco sarà tutto più semplice e conveniente ma, non abbassate mai la guardia, arrivederci alla prossima.

 

Articolo del:


di Michele Miotto RQD

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