Quali sono i diritti e i doveri dei nonni?
Ciò di cui i bambini hanno più bisogno sono gli elementi essenziali che i nonni offrono in abbondanza. Essi danno amore incondizionato, gentilezza, pazienza, umorismo, comfort, lezioni di vita. E, cosa più importante, i biscotti. (Rudolph Giuliani)
Il ruolo dei nonni nella famiglia italiana
Sentimentalismo a parte i nonni, giuridicamente, si definiscono ascendenti in linea retta di secondo grado. Nell’attuale contesto sociale caratterizzato da fenomeni quali l’aumento delle aspettative di vita e dalle trasformazioni del lavoro, i nonni hanno acquisto, a volte loro malgrado, un ruolo strategico nell’organizzazione di molte famiglie italiane e ciò a partire dalla questioni inerenti il bilancio familiare.
Infatti, la situazione finanziaria di molte coppie, i cui redditi sono bassi o incerti, non di rado induce i nonni ha prestare il loro contributo sul piano economico in maniera diretta, attraverso erogazioni in denaro, oppure indiretta svolgendo il compito di assistenza dei nipoti mentre i genitori sono a lavoro, eliminando o riducendo così i costi di un eventuale baby sitter. Va detto che quello dei nonni baby sitter è un fenomeno tipicamente italiano: il nostro, a quanto pare, risulta essere uno tra i Paesi con il più alto tasso di anziani che si prendono cura dei propri nipoti.
Giusto, quindi, che il loro ruolo sia stato valorizzato prima con l’istituzione della Festa dei Nonni avvenuta nel 2005 con la Legge n. 159 e, successivamente, riconosciuto anche dalla riforma del diritto di Famiglia del 2012, che ha introdotto nel codice civile due articoli specificatamente dedicati ai nonni.
Fatte queste premesse, analizziamo nello specifico quali sono i diritti e i doveri dei nonni alla luce delle normativa in vigore e dei recenti orientamenti giurisprudenziali.
I doveri dei nonni
Abbiamo sottolineato l’importanza dei nonni anche per ciò che riguarda il contributo al mantenimento dei nipoti.
Ma si tratta di una scelta o è per essi un vero e proprio obbligo?
È bene chiarire che il dovere di mantenere i figli spetta ai genitori e ciò in proporzione alle proprie capacità economiche. Tale obbligo è previsto a livello costituzionale dall’articolo 30 e disciplinato dall’articolo 315 bis c.c. Come anticipato in premessa, purtroppo, nell’attuale contesto sociale italiano, non sempre i genitori sono in grado di farlo e ciò soprattutto in presenza di una rottura del nucleo familiare. Quindi, l’articolo 316 bis c.c. prevede che, nei casi di incapacità dei genitori, siano gli ascendenti a dover fornire loro quelli necessari affinché possano adempiere ai loro doveri nei confronti della prole e ciò in virtù di un principio di “solidarietà familiare”.
Quindi l'obbligo a carico dei nonni, sia materni che paterni, non è quello di mantenere i nipoti, ma di "fornire ai genitori" i mezzi necessari affinché possano adempiere i loro doveri verso i figli.
La loro è quindi un obbligazione che si definisce sussidiaria ed indiretta: sussidiaria poiché scatta solo quando i genitori non sono entrambi in grado di far fronte agli obblighi nei confronti dei figli; indiretta, poiché consiste nell'assicurare ai genitori i mezzi affinché essi possano adempiere al mantenimento verso i figli.
Anche per i nonni, l’onere di mantenimento è proporzionato alle rispettive capacità economico-patrimoniali e può essere assolto anche in “natura”, ad esempio accogliendo i nipoti a vivere in casa insieme al genitore.
Il diritto a mantenere rapporti significativi con i nipoti
L'importanza che la conoscenza e la frequentazione dei nonni assume nella vita e nella formazione educativa dei minori è stata riconosciuta da una specifica norma del nostro codice civile, l’art. 317 bis, che prevede, appunto, il diritto dei nonni a mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni.
È interessante sottolineare come la Corte di Cassazione, prendendo atto dell’evoluzione del concetto di famiglia da nucleare ad allargata, ha dichiarato tutelabile anche il rapporto con il nonno o la nonna "acquisiti”.
Infatti, con sentenza n. 19780/2018, la Suprema Corte, richiamando i principi desumibili dall'art. 8 della CEDU, dall'art. 24, comma 2, della Carta di Nizza e dagli artt. 2 e 30 della Costituzione, ha ritenuto che il suddetto diritto di mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni, previsto dall'art. 317-bis c.c., va riconosciuto anche ad ogni altra persona che affianchi il nonno biologico del minore, sia esso il coniuge o il convivente di fatto che si sia dimostrato idoneo a instaurare con il minore medesimo una relazione affettiva stabile. Ciò ovviamente sempre a condizione che quest'ultimo possa trarre un beneficio sul piano della sua formazione e del suo equilibrio psico-fisico.
In forza del diritto loro riconosciuto loro dall’art 317 bis c.c., i nonni cui è impedito frequentare i nipoti minorenni possono rivolgersi al giudice del luogo in cui il minore ha la residenza. É importante sottolineare come la decisione sul concedere o meno la visita e la frequentazione da parte dei nonni viene sempre adottata nell’esclusivo interesse del minore che prevale sul diritto dei nonni che quindi potrà essere limitato laddove il Giudice dovesse ritenere che i nonni abbiano un’influenza negativa sui minori e anche indipendentemente da loro responsabilità.
Pertanto, il Giudice è tenuto a svolgere un’adeguata indagine per capire quale sia il prioritario interesse del bambino, tenendo in debito conto anche la volontà da esso espressa ed acquisita mediante il suo ascolto nel caso in cui abbia compiuto 12 anni e mostri capacità di discernimento.
I contrasti tra nonni e i genitori sull’educazione dei figli
Un vecchio adagio recita: "I genitori hanno il dovere di educare, i nonni hanno il permesso di viziare".
I tempi però sono cambiati e, come detto in precedenza, rispetto al passato i nonni trascorrono parecchio più tempo con i nipoti, occupandosi di molte incombenze quotidiane: è fisiologico, quindi, che gli stessi si sentano legittimati a essere coinvolti nelle scelte educative.
Tuttavia, illegittime sovrapposizioni di compiti e responsabilità possono essere motivo di contrasti. Sussiste, così, il rischio che alcuni atteggiamenti vengano a essere considerati da nuora o genero come intromissioni nella vita familiare e nell’educazione dei figli sulle quali ci spesso c’è “diversità di vedute”.
È, quindi, importante per i nonni comprendere i confini del proprio ruolo, per poterlo rispettare, senza turbare gli equilibri familiari. Infatti, l’ostilità tra i genitori e i nonni può pregiudicare la serenità dei minori, inevitabilmente combattuti tra lealtà verso i genitori e affetto verso i nonni. Così la Corte di Cassazione Ordinanza 19 maggio 2020, n. 9145 ha stabilito che in un simile contesto il diritto di visita dei nonni possa subire delle restrizioni. Nel giustificare la propria decisione gli Ermellini sottolineano l’importanza del rispetto dei ruoli e delle priorità tra gli stessi, affermando che i genitori devono restare le figure primarie di riferimento affettivo ed educativo e i nonni sono chiamati a cooperare con essi per assicurare il buon esito del progetto formativo.
I nonni come risorsa nella crisi della famiglia
Infine, i nonni possono rappresentare una risorsa preziosa nei momenti di crisi del nucleo familiare e in particolar modo allorquando i genitori manifestino carenze nell’esercizio delle funzioni e responsabilità genitoriali e sia necessario disporre un affidamento temporaneo. Questo avviene per esempio in presenza di una sopravvenuta patologia, di uno stato di carcerazione, di una situazione di fragilità psicologica che sfocia in estremi psicopatologici, o di una difficoltà economica profonda.
In questi casi può essere disposto un affido temporaneo etero-familiare, misura diretta a superare gli esiti di condotte pregiudizievoli dei genitori, disciplinata dall’art. 333 del codice civile che prevede appunto la possibilità che il minore si dato in affidamento e ciò al fine di metterlo al riparo da una condotta pregiudizievole dei genitori, evitando di dar luogo a una pronuncia di decadenza dalla responsabilità genitoriale.
In situazioni del genere il legislatore ha espresso un chiaro favore nei confronti della rete parentale e in particolar modo dei nonni. L’affidamento ai nonni, è considerato un intervento "ponte” che, da un parte concede ai genitori la possibilità di rimuovere situazioni di difficoltà e di disagio familiare all'esercizio della responsabilità genitoriale, dall’altra garantisce e rende effettivo il diritto del minore a crescere nella propria famiglia d'origine, di cui i nonni sono chiara espressione.
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