Sovraindebitamento


Eliminare i debiti con Agenzia delle Entrate, finanziarie, banche e fornitori...oggi si può!
Sovraindebitamento

Accade ormai molto spesso che, nel corso della vita, subentrino fattori imprevedibili, causa di un indebitamento dal quale difficilmente si riesce ad uscire: spese mediche, a cui si aggiungono le rate del finanziamento aperto per comprare l’auto, a cui si aggiungono le rate del mutuo per l’acquisto della casa familiare, a cui si aggiunge la cessione del quinto relativa ad un prestito chiesto anni addietro, a cui si aggiunge la pretesa dell’Agenzia delle Entrate per cartelle esattoriali, delle quali, magari, non si è mai nemmeno avuta notizia. Questa è la situazione tipica vissuta oggi da quasi tutti gli italiani.

Ma ancora, proponiamo un altro scenario, questa volta con protagonista un qualsiasi titolare di partita IVA: negli ultimi anni, a causa della crisi economico-finanziaria nella quale l’intero continente è rimasto coinvolto, i piccoli-medi imprenditori hanno dovuto fronteggiare una situazione ben poco allettante. Alle innumerevoli tasse, tra cui, ovviamente, anche quelle richieste dall’Agenzia delle Entrate, si pongono le richieste di saldo da parte delle Banche, le quali, se inizialmente erano ben propense a finanziare e ad accettare garanzie e fideiussioni di ogni genere, dinanzi all’instabilità del proprio cliente, cambiano improvvisamente atteggiamento, intimando il pagamento di tutto il dovuto, subito e con gli interessi, a cui aggiungono la minaccia di agire in caso di inadempimento.

Cosa accomuna le due situazioni ipotizzate? Di certo la mole di debiti accumulati, che non consente più di godere della propria attività professionale o semplicemente della propria esistenza.

Non solo: si tratta, in entrambi i casi, di soggetti non fallibili, persone fisiche che non hanno i requisiti per accedere alla drastica soluzione che il nostro ordinamento pone a disposizione dell’imprenditore che verte in una situazione di dissesto economico tale da dover cessare ogni attività, oltre che di vendere tutto quanto in suo possesso per soddisfare i creditori.

Di recente, l’attenzione del legislatore, con la Legge 3/2012 (nota anche come legge salva-suicidi), si è focalizzata su questa categoria di soggetti, ai quali è oggi rimessa la possibilità di accedere a procedure che, in base a presupposti e requisiti differenti, consentono lo stralcio dei debiti, mettendo a disposizione dei creditori quel poco rimasto al debitore. Ma il vero vantaggio non è soddisfare i creditori, cosa che peraltro potrebbe avvenire lasciando le cose come stanno, continuando a pagare a fatica ogni mese qualcosa a tutti, nella speranza un giorno di vincere al lotto.

Il privilegio riconosciuto a colui che viene ammesso ad una procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento è rappresentato dal fatto che, dopo aver pagato quanto possibile, in un’ottica favorevole non più solo al creditore ma soprattutto al debitore, questo viene riabilitato: da ora in poi potrà nuovamente accedere al credito (ovviamente in maniera responsabile), godere delle proprie risorse economiche senza sacrificarle mensilmente al pagamento di interessi smisurati richiesti da qualsivoglia creditore. Insomma, tornare a respirare.

Come anticipavamo, chi può accedere è sia il consumatore sia il piccolo imprenditore non fallibile. Le procedure a cui possono accedere si differenziano in base alla motivazione per cui i debiti sono sorti: se per scopi imprenditoriali o comunque per ragioni di impresa/professionali, il soggetto può accedere alla procedura di liquidazione del patrimonio oppure all’accordo con i creditori. Se i debiti sono sorti per ragioni private, alle due procedure menzionate si aggiunge il piano del consumatore. Quello che non cambia, però, è il risultato: liberarsi dai debiti per iniziare una nuova vita.

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di Avv. Gianluca Madonna

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