Con il cuore e con la mente


Un intervento psicologico a integrazione della riabilitazione cardiologica del paziente infartuato
Con il cuore e con la mente
Il paziente infartuato
Per tutti noi il cuore è il motore della vita, ma è anche al centro della nostra vita emotiva: ogni stato d’animo si riflette in un suo particolare modo di battere.
Per questi motivi l’infarto miocardico (IM), oltre ad essere una grave malattia cardiovascolare, è un evento in grado di minare l’integrità psichica della persona che non si sente più quella di prima; pur con le dovute differenze personali, la persona infartuata si sente fragile, vulnerabile, inadeguata, demoralizzata, vittima di paure che la limitano e la condizionano.
Dopo la fase acuta della malattia, si instaurano sentimenti di tristezza e pessimismo, accompagnati dalla perdita di interesse per le cose che un tempo erano motivo di piacere; a volte insorge anche la tendenza al ritiro e l’isolamento: è il quadro della depressione.
In altri casi è l’ansia a dominare la vita quotidiana dell’infartuato che si caratterizza così per la presenza di irrequietezza, tensione, irritabilità, disturbi del sonno, paura di un nuovo evento infartuale.
La qualità di vita del soggetto, ma anche del suo nucleo familiare, è seriamente compromessa.
Come intervenire per porre un rimedio a tutto ciò?

La riabilitazione
La Cardiologia Riabilitativa (CR), secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha i seguenti compiti e finalità:
1. ridurre le disabilità dovute alla malattia;
2. facilitare la ripresa di un ruolo attivo nella società;
3. ridurre il rischio di altri eventi cardiovascolari;
4. migliorare la qualità di vita dell’infartuato.
Per questi obiettivi "attualmente si riconosce che la combinazione di un adeguato monitoraggio ed intervento clinico, un programma di esercizio fisico e di interventi strutturati educativi e psicologici rappresentino la forma più efficace di CR" (Linee Guida 2005).
Alla prova dei fatti tuttavia, se vengono escluse alcune realtà di eccellenza nel settore, mentre è possibile osservare la messa in atto di misure anche raffinate tese alla stabilizzazione delle condizioni e alla riduzione del rischio cardiovascolare, unitamente all’avvio di programmi di attività fisica controllata, non è così per quanto riguarda gli aspetti psicologici.
Ancora una volta, nella maggior parte delle strutture e dei servizi che offrono interventi di CR, gli aspetti psicologici della malattia coronarica occupano una posizione marginale, se non sono addirittura del tutto assenti.
Eppure al punto 4. delle citate Linee Guida del 2005 si legge testualmente: "il supporto educativo e psicologico è inoltre necessario per affrontare la sofferenza psicologica che comunemente segue la malattia coronarica".
È anche il caso di ricordare che una rassegna di 37 studi comprendenti 8988 pazienti ha dimostrato che i programmi di CR che includono interventi psicologici e/o educativi determinano una riduzione del 34% della mortalità cardiaca e del 29% di IM ricorrenti nei follow up (controlli) da 1 a 10 anni.

CON IL CUORE E CON LA MENTE si propone come un intervento articolato, teso a colmare questo vuoto, una integrazione del processo riabilitativo del paziente infartuato, al fine di ripristinare il più possibile la condizione di benessere psicologico, componente fondamentale e insostituibile della salute dell’individuo (OMS 1946).

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di Dott. Luigi Bertossi

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