Coping e Benessere


Una breve introduzione al concetto di coping
Coping e Benessere
Davanti ad un evento stressante possiamo scegliere tra un infinita varietà di comportamenti, pensieri o emozioni finalizzate a regolare e ridurre l'effetto dell'evento stressante: queste risposte possono essere definite come coping. Il coping, proprio per la sua natura di agente regolatore dello stress, è stato studiato in relazione al benessere soggettivo percepito. Benessere soggettivo e coping sono visti come due costrutti causalmente interrelati che si influenzano a vicenda, dove il benessere è sia l'obiettivo sia la conseguenza degli sforzi di coping.

Shmotjin (2005), nella sua definizione di benessere soggettivo, sottolinea l'aspetto regolatorio ed adattivo del benessere. Quest'ultimo sembra esser eun sistema dinamico che svolge un ruolo di adattamento; esso costituirebbe un ambiente psicologico favorevole di fronte a un mondo attualmente o potenzialmente ostile.
Con molta probabilità, il legame tra coping e benessere è di natura circolare e non-lineare: circolare perchè l'influenza tra i due costrutti è reciproca e costante; non-lineare perchè è probabile che l'influenza tra i due costrutti si modifichi, per forza e per intensità, e non segua una progressione lineare. Condizioni di forte benessere possono, ad esempio, stimolare alcuni stili di coping piuttosto che altri, mentre una situazione di forte malessere può stimolare altri stili.
Il tentativo di ristabilire l'equilibrio può avvenire sia risolvendo il problema, cioè rimuovendo lo stimolo, sia adattandosi alla preoccupazione senza risolverla. Se il coping risponde all'obiettivo di mantenere il benessere del soggetto, può avvenire con lo scopo di prevenire la formazione di un livello di stress.

Si possono avere 3 coping in relazione alla concomitanza temporale: coping proattivo, se si manifesta in previsione di un evento stressante, probabilmente già sperimentato in precedenza; coping concomitante, quando avviene durante l'evento stressante; coping successivo, se si manifesta in assenza o a conclusione dell'evento stressante ed è finalizzato a ridurre il carico di stress provato per tornare al benessere iniziale. Adottando questa prospettiva è possibile interpretare il coping in termini di "resilienza". In Psicologia si usa questo sostantivo per indicare l'abilità che hanno gli individui di fronteggiare con successo delle sostanziali avversità. Il concetto di coping e di resilienza sembrano avere numerosi tratti in comune, sia in termini funzionali, sia strutturali, come ad esempio le dimensioni con cui correlano: problem solving, decision making e gestione delle emozioni.
In seguito ad un evento stressante è possibile che si verifichino almeno due condizioni: che questo sia superato e lo stress sia ridotto, oppure che l'evento non sia superato e che lo stress aumenti. In quest'ultima condizione il soggetto sarà chiamato ad intervenire nuovamente per ridurre lo stress. Adottando questa prospettiva, lo stress non può essere ridotto ad un momento puntiforme. Esso rappresenta un processo complesso nel quale sono identificabili sia fasi anticipatorie sia successive; ad esempio un esame universitario produce uno stress antecedente l'evento, uno stress durante l'evento e può produrre uno stress successivo all'evento, nel caso in cui l'esame non sia stato superato. Lo stress successivo è indubbiamente legato all'interpretazione dell'evento e al peso o ruolo che questo evento ha nella propria vita.

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di dott. Lorenzo Zancolich

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