Depressione, come combatterla con l’approccio olistico


Per curare la depressione è necessario prendere in considerazione tutte le cause che potrebbero averla generata e attuare strategie complementari
Depressione, come combatterla con l’approccio olistico

La depressione è uno dei disturbi più comuni e invalidanti in aumento costante nel tempo, attualmente è considerata la seconda causa di morte dopo le patologie cardiovascolari, si tratta di un disturbo del tono dell’umore. In assenza di depressione l’umore varia a seconda delle circostanze: si alza in concomitanza di avvenimenti positivi e si abbassa quando ci sono eventi tristi. I soggetti che soffrono di questo disturbo presentano umore costantemente negativo indipendentemente dalle situazioni esterne, provano un costante e duraturo senso di tristezza e di insoddisfazione nonostante accadano eventi anche oggettivamente positivi, sono pessimisti non solo nei confronti di se stessi ma anche degli altri e del futuro in generale.

Secondo il DSM i sintomi più comuni della depressione corrispondono ad un ingiustificato senso di fatica e perdita di entusiasmo nello svolgere anche le attività considerate prima molto interessanti, difficoltà di concentrazione e memoria, perdita oppure aumento di peso, calo del desiderio sessuale, disturbi del sonno e dolori anche fisici. Vanno, inoltre, presi in considerazione anche i sintomi emotivi come angoscia, disperazione, insoddisfazione, senso di vuoto, impotenza.  I sintomi cognitivi sono: indecisione, ruminazione, pensiero continuamente ed eccessivamente pessimista; il comportamento tipico del soggetto depresso è di tipo evitante, passivo, accompagnato da frequenti lamentele e talvolta, in casi estremi, anche da tentativi di suicidio.

Le cause della depressione sono molteplici e variano da persona a persona. Possiamo evidenziare fattori ereditari, ambientali, sociali, separazioni, lutti familiari, malattie invalidanti, eccessivo stress, problemi lavorativi, in ogni caso sono di fondamentale importanza le esperienze e i comportamenti appresi nel corso della storia di vita di ogni persona.

Esistono vari tipi di depressione:

- Episodio Depressivo Maggiore: dura almeno due settimane, ma anche mesi.

- Disturbo Depressivo Ricorrente: si manifestano più episodi nel corso della vita.

- Disturbo Distimico: Disturbo depressivo persistente dura dai due ai 10 anni.

- Depressione Bipolare: consiste nell’alternanza di episodi depressivi ed episodi maniacali caratterizzati da umore marcatamente euforico.

- Depressione psicotica e delirante: caratterizzata da false idee e convinzioni, sensi di colpa esagerati, quasi sempre richiede il ricovero in strutture riabilitative.

- Depressione Atipica: accompagnata da mancanza di appetito, perdita di peso e difficoltà ad addormentarsi.

Se la depressione non viene adeguatamente curata può portare a gravi conseguenze come isolamento sociale e talvolta, in casi estremi, anche suicidio. Se la patologia è ad uno stadio iniziale potrebbe essere sufficiente soltanto la psicoterapia.

Gli approcci più indicati sono quelli:

•    Cognitivo-comportamentale che agisce sul cambiamento dei pensieri e comportamenti disfunzionali rendendoli gradualmente più adattivi;

•    Rogersiano, centrato sulla persona che ha lo scopo principale di lavorare sulle risorse che ogni individuo possiede indipendentemente dalla patologia (anche se queste sono state soppresse ci sono e sono presenti in ogni individuo);

•    Approccio strategico che si concentra in particolare sulla rottura del circolo vizioso che si è venuto a creare nelle varie dinamiche personali ed interpersonali.

Se, invece, la patologia è in uno stadio avanzato e il soggetto in questione non riesce a lavorare, a nutrirsi e a dormire sarà necessario l’invio ad uno psichiatra che collabori con lo psicoterapeuta allo scopo di somministrare psicofarmaci antidepressivi idonei per rendere possibile lavorare in psicoterapia. I farmaci sono utili nei casi gravi per aiutare la persona a stare meglio poiché agiscono sui neurotrasmettitori, quindi, a livello neurologico, ma sarà in seguito necessario lavorare sulle cause della depressione attraverso la psicoterapia e gradualmente scalarli.
Il beneficio offerto dagli psicofarmaci è soltanto apparente, infatti, non aiutano a risolvere i problemi, ma soltanto a sopprimere i sintomi depressivi. E’ necessario, inoltre, valutare insieme allo psichiatra che li ha somministrati i vari effetti collaterali possibili, che tra l’altro vanno anche testati sul singolo individuo. E’ buona regola ricordarsi che ogni individuo è un’entità unica e di conseguenza sarà unica la tollerabilità o non tollerabilità dei singoli farmaci somministrati. Bisognerebbe, quindi, sempre valutare attentamente se i benefici siano superiori ai danni che potrebbero provocare. Spesso ed erroneamente vengono somministrati da medici generici e da psichiatri come se rappresentassero l’unica soluzione per la guarigione senza neanche proporre un percorso di psicoterapia.  

Un recente studio Canadese portato avanti dalla MC Master University di Hamilton e pubblicato su Gastroenterology ha individuato i benefici che un particolare probiotico porterebbe a livello cerebrale: si tratterebbe del Bifidobacterium longum NCC 3001. Questo probiotico sarebbe utile nel contrastare la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), ma ridurrebbe anche i sintomi di ansia e depressione.
Queste ricerche sostengono la stretta correlazione tra microbiota e cervello e di conseguenza aprono nuove strade per il trattamento dei pazienti con disturbi intestinali, ma anche per quelli con forme croniche di ansia e depressione.  In particolare, la depressione sembrerebbe associata ad alterazioni del microbiota intestinale che risulterebbe decisamente ridotto. Queste alterazioni influirebbero sullo stato dell’umore attraverso il sistema immunitario neuroendocrino e neuronale. Si tratta di una comunicazione che avviene nei due sensi, cioè uno scambio reciproco tra intestino e cervello.
Infatti, ad un cambiamento della condizione psico-emotiva causata da eccessivo stress corrisponderà un’alterazione in termini di composizione batterica intestinale determinando un’alterazione del microbiota con conseguenti problemi intestinali.  Viceversa, un’alterazione del microbiota causata da virus, batteri o intolleranze alimentari può portare ad alterazioni del comportamento in particolare sul versante depressivo. L’aumento degli acidi grassi a catena corta sono, infatti, in grado di raggiungere il sistema nervoso centrale dando al cervello sintomi depressivi; specifici batteri del tratto intestinale influenzano anche comportamenti ansiosi rimodulando l’eccitabilità dei recettori GABA.

In conclusione, possiamo evidenziare che attualmente gli strumenti a disposizione per combattere la depressione sono molteplici. Sarà, però, fondamentale che i vari professionisti collaborino tra di loro nell’ottica dell’approccio olistico senza perdere di vista la salute sia fisica che mentale della persona.
Spesso, infatti, accade che ogni professionista, quando viene incaricato per curare un determinato problema, tende ad occuparsene senza, però, prendere in considerazione tutte le cause che potrebbero averlo generato. Questa procedura più lunga e difficoltosa potrebbe, infatti, richiedere l’intervento di altri professionistiche dovrebbero essere interpellati per cercare di condurre gradualmente la persona sofferente verso uno stato di benessere psico-fisico più completo e duraturo.

 

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di Dott.ssa Elisabetta Gardini

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