Dipendenza affettiva: la paura di essere abbandonati


La pericolosità di non riconoscere più la propria identità e di dare la responsabilità della propria vita in mano a terzi
Dipendenza affettiva: la paura di essere abbandonati

 

La dipendenza affettiva è più difficile da individuare perché la persona non dipende da alcol o droga, bensì da una presenza, e nel momento in cui questa scompare, il dipendente affettivo si ritrova in astinenza, con tutta la paura e il senso di solitudine che ne conseguono.

Il concetto di dipendenza implica un rapporto di sottomissione ad un altro soggetto, si perde perciò la propria libertà, per una relazione malsana, è come se il controllo della propria vita fosse in mano ad un altro.

La “droga” in questione è la forte necessità della vicinanza della persona amata e il timore di perderla. Questo bisogno smisurato fa entrare la persona in un circolo vizioso che la allontana da se stessa.

É come se la sua felicità dipendesse da una stampella emotiva e questa stampella fosse un’altra persona, quindi, senza di essa sembra frantumarsi la possibilita di stare bene in modo autonomo.

Ciò che contraddistingue il dipendente affettivo è una profonda paura di essere abbandonato e l’assenza di amore per se stesso.

Le conseguenze della dipendenza affettiva sono importanti: una minore autostima e fiducia in se stessi. Desidera essere amato ad ogni costo senza, però, amare se stesso, perché non crede di meritare amore per quello che è, si sente incompleto e vuoto, teme di non piacere e di non riuscire a stare solo, perciò accetta qualunque cosa pur di rimanere lontano da questa condizione. Quello che maggiormente teme è di essere abbandonato e per questo arriva a tollerare comportamenti che limitano profondamente la sua libertà, che viene delegata a un’altra persona.

La pericolosità di questa situazione sta nel fatto che si arriva a non riconoscere più la propria identità e a dare la responsabilità della propria vita in mano a terzi.

Da questo punto di vista il percorso di psicoterapia implica il riconoscimento delle proprie difficoltà e scegliere di riprendere il controllo della propria vita, aumentando le risorse a disposizione per riscoprire il proprio valore personale, i bisogni più profondi.

Non appoggiandosi più ad un’altra persona, il dipendente emotivo, imparerà col tempo ad amarsi e a scoprire le proprie ricchezze interiori al fine di conquistare l’autonomia.

Si tratta, quindi, di cercare dentro di sé quello che prima si cercava invano al di fuori, per questo motivo la solitudine diventa la possibilità di concentrarsi maggiormente su se stessi avvicinandosi sempre di più ai propri bisogni e alle motivazioni più profonde, cioè trasformarsi nell’essere che veramente si desidera.

Questo richiede di rinunciare agli schemi del passato ovvero alla sicurezza di ciò che è familiare, accettando la sfida al cambiamento e dunque l’allontanamento di persone che sono nocive nella vita; per fare ciò risulta fondamentale alimentare la propria autostima.

 

Articolo del:


di Micol Loppo

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