I tic infantili e il loro significato
Capita a volte di osservare bambini che presentano movimenti non ritmici o motori, come strizzare le palpebre, battere le mani, alzare le spalle, muovere il collo, fare l’occhiolino.
I Tic vengono definiti come movimenti o vocalizzazioni improvvisi, rapidi, ricorrenti, motori non ritmici. La diagnosi si basa sulla presenza di tic motori e/o vocali, in base alla durata dei sintomi, all’età di esordio e all’assenza di una qualsiasi causa nota come altra condizione medica o di uso di sostanze. Un individuo può avere diversi sintomi nel corso del tempo, ma in qualunque momento la modalità e i sintomi del disturbo si ripresentano in modo caratteristico. I tic motori semplici sono di breve durata. Quelli motori complessi sono di più lunga durata. Movimenti riconosciuti dalla loro rapidità di esecuzione, improvvisi e ripetitivi che possono mettere in allarme i genitori che li osservano, ma che, possono non ripetersi continuamente durante la giornata, anzi a volte possono anche non verificarsi.
La causa e i meccanismi che provocano i tic continuano a essere in gran parte sconosciuti, si ipotizzano implicazioni di carattere neurologico, principalmente riferite ai gangli cerebrali della base e alla corteccia motoria. La storia familiare di chi presenta simili disturbi sembra indicare che ci sia una predisposizione ereditaria. I disturbi cronici in età evolutiva e pediatrica sono stati associati con una vasta gamma di difficoltà: aggressività, impulsività, disturbi dell’umore e dell’ansia, scarse abilità sociali, livelli più elevati di conflittualità familiare, e comportamenti ossessivo-compulsivi (Leckman et al, 1999; Spessot & Peterson, 2006). È molto importante per la diagnosi escludere una possibile causa fisiologica tramite visita presso un neuropsichiatra infantile. Le situazioni di ansia, conflitto, agitazione, i vissuti di disagio emotivo, relazionale, ambientale e comportamentale, aumentano questa sintomatologia, i sintomi sono però prevedibili e si rilevano più nei maschi (20% in più) che nelle femmine a partire dall’età prescolare.
Quando ci si trova davanti a situazioni nuove, o di stress, quando si cresce e si cerca di adattarsi all’ambiente e al mondo intorno a Sé che cambia, è difficile mantenere la calma e sentirsi a proprio agio, lo stato di tensione per un esperienza nuova e di frustrazione sviluppano una condizione di ansia, che, in questi casi corrisponde ad un aumento dei Tic, i quali, oltre ad avere una funzione regolativa verso un contesto che si modifica, permette alla persona di vivere il momento cercando di tradurlo emotivamente, sfogando l’angoscia che non sa esprimere in modo diverso, nonostante il vissuto di allarme sperimentato.
Insieme a queste sensazioni sono presenti vissuti di vergogna e irrequietezza, vissuti che possono manifestarsi, soprattutto nella fase prescolare, preadolescenziale e adolescenziale, oltre ad una condizione di ritiro sociale, inibizione, umore depresso, difficoltà nella socializzazione col gruppo dei pari, paura di essere considerato diverso dagli altri e con meno capacità.
I disturbi da tic comprendono secondo il nuovo orientamento diagnostico DSM-5 (2013) quattro categorie diagnostiche:
- Disturbo di Tourette
- Disturbo persistente da tic motori o vocali
- Disturbo transitorio da tic
- Disturbo da tic con altra specificazione o senza specificazione.
L’esordio deve verificarsi prima dei 18 anni di età. I disturbi iniziano nel periodo della pubertà, con un’età media di esordio tra i 4 e i 6 anni. La diagnosi per qualsiasi disturbo tic si basa sulla presenza di tic motori e/o la concomitanza di alcuni criteri:
- Criterio A: tic vocali
- Criterio B: durata
- Criterio C: età di esordio
- Criterio D: assenza di qualsiasi causa conosciuta come un’altra condizione medica o l’uso di sostanze.
Altre condizioni mediche che includono tic o movimenti simili, come nel caso dell’autismo o altre cause di tourettismo, devono essere escluse prima di formulare una diagnosi.
La localizzazione dei Tic, il tipo, la frequenza, la durata, l’intensità e la gravità possono variare nel corso del tempo. La condizione di stress e di forti emozioni possono modificare, peggiorare o prolungare nel tempo una sintomatologia legata a questo disagio.
Tuttavia, le condizioni che più frequentemente si trovano in comorbilità con la Sindrome di Tourette sono il Disturbo ossessivo compulsivo (DOC) ed il Disturbo da Deficit d’Attenzione con Iperattività, con una prevalenza per il DOC (Zohar et al., 1999).
I tic nervosi si possono associare ad un'ampia varietà di condizioni patologiche, psicologiche e/ o neurologiche, quindi è importantissimo consultare il proprio medico di base se ci sono sintomi che possono allarmare.
Quando ci troviamo di fronte ad una diagnosi di TIC motori semplici o complessi, è fondamentale a livello genitoriale non evidenziare il disturbo del bambino, accoglierlo, rassicurarlo, aiutarlo a tradurre emotivamente l’angoscia vissuta nel momento della manifestazione del TIC, rinforzare un clima di serenità ed un ambiente sano, e, qualora ci siano dei cambiamenti da sperimentare sostenere e gestire le sue emozioni condividendole.
La terapia e il trattamento per tale disturbo prevedono principalmente interventi di tipo medico, psicologico, logopedistico, farmacoterapia, psicomotricità, di neuropsichiatria infantile, psichiatrico, training delle abilità e di sostegno genitoriale
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