Le emozioni possono essere contagiose

LE EMOZIONI POSSONO ESSERE CONTAGIOSE
E’ capitato a tutti di essere colti da emozioni negative o positive (il sorriso di uno sconosciuto o il disagio che ci coglie al pensiero di stare fianco a fianco di qualcuno spesso scostante o imbronciato). Di queste emozioni non riusciamo a comprendere il senso e la causa, ma influenzano il nostro stato d’animo e le nostre azioni,
Siamo stati contagiati! Si, le emozioni come un virus si trasmettono e possono insinuarsi nel nostro stato emotivo.
Il fenomeno si chiama Il “contagio emotivo”, studiato da D. Goleman (Intelligenza emotiva, 1995) ed è tipico dell’interazione umana. E’ legato al linguaggio non-verbale, che è quello che veicola le emozioni attraverso il tono della voce, i gesti, gli sguardi, le espressioni facciali ecc.
Responsabili del contagio emotivo sono i neuroni specchio, che si attivano assistendo nel qui ed ora ad un determinato stato emotivo e riproducono fedelmente (riflettono appunto) in noi la stessa emozione dell’altro; questa così diventa anche la nostra emozione del momento. Questi sono anche alla base del fenomeno dell’empatia che però non va confusa con il contagio emotivo, perché nell’esperienza empatica si ha la capacità di assumere il punto di vista dell’altro senza smarrire il proprio.
La confusione fra sé e l’altro è l’aspetto critico del contagio emotivo Se, infatti, osserviamo effetti positivi quando siamo esposti ad un’emozione positiva (un sorriso, un gesto d’affetto) che ci infonderà uno stato di maggior benessere, al contrario l’emozione negativa (rabbia, tensione) ci contagia influenzando il nostro stato d’animo procurando malessere e disagio
Queste emozioni, però, non sono nostre e non riconoscendole producono questi effetti su di noi.
Come facciamo a gestire meglio questa esperienza? Ad accorgerci se ci troviamo di fronte al contagio emotivo?
ASCOLTIAMO LE NOSTRE EMOZIONI
Solo lasciando fluire i nostri vissuti potremmo averne maggior consapevolezza.
DARE UN SENSO ALLE NOSTRE EMOZIONI
Riconoscendo le nostre emozioni potremmo distanziarcene e dare loro significato diverso. Acquisiamo una visione più realistica della realtà e dell’esperienza emotiva che sarà utile per modificare i nostri comportamenti verso l’altro e modificare così anche il clima e la qualità dell’interazione.
Ad esempio, abbiamo un collega che suscita tensione, senza un motivo ben preciso. L’atmosfera diventa così tesa che questa tensione ci invade e potrebbe anche ostacolare le nostre prestazioni. Fermiamoci su questa tensione, riconosciamoci che NON SIAMO NOI ad essere a disagio o in tensione, MA E’ LUI/LEI a provarli e proviamo a mettere in atto un’azione diversa che magari potrà sciogliere quella tensione.
Se, invece, l’emozione è positiva si è più contenti del contagio, ma anche in questo caso utilizziamo il buon umore, l’entusiasmo instillato per investirli in quello che dà benessere a noi stessi.
Ricordiamo poi che, è vero, possiamo “essere contagiati”, ma anche noi “siamo contagiosi”, per cui siamo anche responsabili delle emozioni di chi ci sta vicino. Se siamo arrabbiati per motivi extra-lavorativi, ad esempio, evitiamo sguardi o gesti rabbiosi al nostro collega, perché oltre a contagiarlo lo stiamo rendendo responsabile di un’emozione di cui non è la causa.
Le emozioni devono poter essere espresse, verbalizzate, condivise e non agite.
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