Sclerosi Multipla e benessere: è possibile?


In questo articolo la seconda parte della mia storia, fino all’intervento di Patch di vena safena delle vene giugulari.
Sclerosi Multipla e benessere: è possibile?
In questo articolo la seconda parte della mia storia, che va dall’inesorabile peggioramento nonostante i due interventi di PTA (Percutaneous Transluminal Angioplasty - Anigoplastica Dilatativa) delle vene giugulari e Azygos fino all’intervento di Patch di vena safena.

L’articolo precedente, che descriveva la prima parte della mia storia, si è interrotto raccontando come, senza molta fatica, sia arrivata ad effettuare per ben due volte l’intervento di angioplastica dilatativa delle vene giugulari.
La prima operazione, effettuata a marzo del 2011, ha dato un esito a dir poco strabiliante (consentendomi di "buttare via" il bastone che usavo per camminare!).
Purtroppo però a distanza di 3 mesi il drenaggio del sangue dal cervello è tornato ad essere difettoso a causa di due "valvole ipomobili" che si sono riposizionate in maniera anomala nelle mie giugulari.
E così nel 2012 ho eseguito nuovamente l’intervento ma purtroppo senza i benefici sperati: nonostante il reflusso di sangue al cervello fosse assente continuavo a stare peggio e la mia disabilità ad aumentare sempre di più.

Così a giugno del 2015, considerato che la situazione andava progressivamente peggiorando, mi sono decisa ad effettuare un nuovo controllo delle vene: "finalmente" questa volta erano chiuse però il medico mi ha sconsigliato di effettuare la PTA per la terza volta ma mi ha consigliato di sottopormi ad un vero e proprio intervento chirurgico che avrebbe eliminato definitivamente il problema.
Questo intervento, di "Patch da vena safena" sarebbe consistito in:
eliminazione delle valvole ipomobili (che nel mio specifico caso creavano il problema di reflusso di sangue al cervello);
resezione di un ventre del muscolo Omoioideo, bilateralmente, per evitare problemi di "intrappolamento" muscolare delle vene;
allargamento di calibro delle vene giugulari, utilizzando una parte della vena safena (quella della gamba).

Senza pensarci un attimo ho contattato subito il chirurgo che mi ha ricevuto nel giro di una settima (era l’inizio di luglio).
Mi ha confermato che potevo essere una buona candidata all’intervento e mi ha messo in lista d’attesa.

Da quel giorno è cominciata la mia attesa "seduta": la morsa del caldo era infernale che da metà luglio non me la sono più sentita di uscire di casa e nel caso dovessi proprio farlo, utilizzavo una sedia a rotelle (Che bella invenzione!).
A Settembre finalmente il professore mi ha chiamato!
Sono stata ricoverata per effettuare l’intervento il 17 Settembre!

Nel terzo articolo dedicato alla mia storia personale vi racconto com`è la situazione oggi, ad oltre sei mesi dall’intervento!

Articolo del:


di Michela Lentini

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