Separazioni conflittuali e tutela dei figli


Modalità collaborative di gestione della conflittualità nelle separazioni per la stesura di accordi condivisi a tutela dell'interesse dei figli.
Separazioni conflittuali e tutela dei figli
La separazione coniugale, soprattutto quando avviene con modalità estremamente conflittuali, può rappresentare un fattore di rischio importante per l'adattamento e lo sviluppo dei figli. Diversi studi psicologici hanno dimostrato la stretta connessione tra l'alta conflittualità genitoriale e la presenza in bambini ed adolescenti di sintomi post-traumatici, che spesso confluiscono sotto varie etichette diagnostiche, tra cui "Disturbo oppositivo provocatorio", "Disturbo della condotta", "Disturbo da Deficit di attenzione ed iperattività", depressione, ritiro sociale e condotte auto ed etero-lesive.
Nell’esperienza destrutturante della separazione, i genitori si trovano impegnati a riscrivere i propri ruoli (non sono più coppia, ma continuano ad essere genitori!) anche all’interno del rapporto con i figli. Devono, pertanto, rinegoziare i rapporti tra di loro e con i figli, cercando di renderli quanto più possibile indipendenti al fine di garantirne il benessere ed un positivo sviluppo psico-fisico.
L’importanza di tutelare la continuità dei rapporti tra i figli e ciascun genitore è stata riconosciuta anche in ambito legislativo attraverso la L.54/2006 in tema di affidamento dei figli che di fatto afferma la necessità del minore di vedersi garantita la continuità dei legami con le figure genitoriali, valorizzando la responsabilità reciproca di questi ultimi. La rilevanza di un tale dispositivo legislativo si comprende ancor più alla luce delle dinamiche relazionali disfunzionali che si ritrovano in contesti familiari ad alta conflittualità e che talvolta prendono forme patologiche come la tanto controversa Sindrome di Alienazione Parentale. Il bambino o l’adolescente, in queste situazioni, si trovano frammentati e combattuti di fronte ad un conflitto di lealtà verso entrambi i genitori, con effetti altamente destrutturanti per lo sviluppo di un’immagine identitaria coerente.
La capacità del bambino e dell'adolescente di adattarsi alla separazione e alla rinnovata immagine familiare deriva soprattutto da come viene gestito il conflitto nella coppia genitoriale e da come viene comunicata l'intenzione di separarsi. Esiti peggiori per lo sviluppo e l'adattamento dei figli sono infatti associati alle modalità utilizzate dai genitori per gestire la crisi e regolare i rapporti con l'ex coniuge.
Si comprende pertanto l’importanza di trovare modalità di gestione del conflitto nelle diverse fasi antecedenti alla separazione giuridica, che permettano ai figli di vedere garantito il proprio interesse esclusivo (come previsto dall'art. 155 del codice civile), senza negare la conflittualità dei genitori. In questa prospettiva, può essere utile considerare il ricorso alle Pratiche collaborative nelle fasi antecedenti all'ingresso in tribunale.
Le pratiche collaborative nascono negli Stati Uniti e Canada e trovano applicazione in diversi contesti, dal diritto al servizio sociale fino ai contesti educativi. Si tratta di una modalità partecipata di gestione del conflitto, che si propone di giungere alla stesura di accordi condivisi tra le parti coinvolte. Le pratiche collaborative si basano su principi di trasparenza e riservatezza e prevedono la valorizzazione delle competenze di ogni persona coinvolta nel conflitto. Professionisti di diversa formazione, esperti in diritto collaborativo (avvocati) o nella facilitazione della comunicazione nelle relazioni (psicologi o mediatori), ma anche altre figure professionali (es. commercialisti), si affiancano alle parti conflittuali allo scopo di favorire il raggiungimento di accordi condivisi, in un clima quanto più possibile di fiducia e rispetto reciproco. Può essere prevista, inoltre, la figura del portavoce esterno al fine di rappresentare necessità ed esigenze dei bambini, che si trovano ad essere loro malgrado vittime ed attori all’interno del conflitto genitoriale.
Obiettivo non è negare il conflitto, ma provare ad andare oltre alla conflittualità con il fine ultimo di garantire la reale tutela dei figli, cercando di giungere ad un’intesa quanto più soddisfacente per entrambi le parti. Solo nel momento in cui sarà garantita l'adesione autentica delle parti, l'esito potrà dirsi soddisfacente e, quindi, sarà maggiormente probabile la sua continuità nel tempo: ben si comprenderà il risvolto in termini positivi per lo sviluppo e l'adattamento dei figli alla separazione

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di Sonia Mazzardis

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