Bulimia nervosa: sintomi, cause e cura

Il 18 maggio 2013 l’American Psychiatric Association ha pubblicato la quinta edizione del “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders” (DSM-5) in cui ha trattato dettagliatamente anche i disturbi legati all’alimentazione proponendo una nuova classificazione di tali disturbi, tra cui la bulimia nervosa.
Cos’è la bulimia nervosa
La bulimia nervosa è un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione caratterizzato da fasi alternate di digiuno e ingestione di notevoli quantità di cibo, seguita da comportamenti atti a compensare l’abbuffata, quali il vomito autoindotto o l’assunzione di lassativi.
I sintomi della bulimia
Sempre nel “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders” sono indicati cinque precisi sintomi della bulimia che caratterizzano il disturbo e permettono la sua diagnosi:
1. Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive. Si definisce “abbuffata compulsiva” l’ingestione, in un ristretto arco di tempo, di cibo in quantità superiore a quella necessaria per raggiungere la sazietà. L’ingestione di cibo, inoltre, avviene in maniera incontrollata, ovvero non ci si cura né della quantità di mangiare ingoiato né della tipologia.
2. Frequenti comportamenti cosiddetti di compenso con lo scopo di non prendere peso. Le persone che soffrono di bulimia tendono a provocare il vomito autoindotto dopo aver ingerito cibo, oppure abusare di farmaci lassativi o diuretici al solo scopo di non ingrassare. Ugualmente, potrebbero sottoporsi a eccessivi digiuni o esercizi fisici eccesivi.
3. Gli atteggiamenti cosiddetto di compenso si verificano almeno una volta a settimana per almeno tre mesi.
4. L’autostima è rapportata al proprio corpo, dunque, non apprezzando le proprie forme non si apprezza neppure se stessi
5. La bulimia non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia.
Sempre nella stessa pubblicazione, l’American Psychiatric Association avanza una scala di gravità dei sintomi in base alla frequenza dei “comportamenti impropri di compenso”, ovvero:
- la gravità della bulimia è lieve se gli episodi sono 1-3 a settimana
- la gravità della bulimia è moderata se gli episodi sono 4 -7 a settimana
- la gravità della bulimia è grave se gli episodi sono 8 - 13 a settimana
- la gravità della bulimia è estrema se gli episodi sono superiori a 14 a settimana.
La persona che soffre del disturbo di bulimia nervosa riversa sul proprio corpo la non accettazione di sé e, nella maggior parte dei casi, si vergognano dei loro squilibri alimentari. Per questa ragione, in genere, le abbuffate si svolgono in totale solitudine mentre nascondono le pratiche di vomito auto spontaneo. Per tale motivo, può capitare che le persone accanto non si accorgano di nulla nelle prime fasi del disagio.
Cause della bulimia
I disturbi alimentari, come la bulimia o l’anoressia, colpiscono soprattutto gli adolescenti o i giovani adulti, nella maggior parte ragazze.
Non esiste una motivazione specifica dell’insorgenza del disagio che porta alla bulimia, però, data l’importante incidenza in età adolescenziale, spesso la bulimia è da ricondurre alla mancata accettazione del proprio corpo in relazione ai modelli di bellezza tra i coetanei.
Soprattutto nei casi in cui si è stati presi in giro in giovane età per il proprio corpo (magari se si è stati in sovrappeso) la ricerca della perfezione del corpo può essere un obiettivo che sovrasta la volontà.
Ma l’allinearsi ai canoni di bellezza comuni può non essere l’unica ragione. Ogni caso è a sé e occorre valutare il vissuto della singola persona che soffre di bulimia per capirne le ragioni profonde. Ciò che accumuna, però, tutti coloro che vivono tale disagio è la mancanza di autostima e di fiducia di sé, oltre alla mancata accettazione di se stessi e della propria personalità.
Cura della bulimia nervosa
La causa della bulimia può ricondursi, nella maggior parte dei casi, a origini psicologiche. Come tale, è necessario seguire una terapia cognitivo comportamentale per rimuovere gli ostacoli di natura psicologica e per ritrovare autostima, fiducia e cura di sé (non solo in senso fisico).
Per questo, un percorso psicoterapeutico e riabilitativo è consigliabile in modo da essere aiutati a ritrovare il proprio equilibrio alimentare.
La terapia cognitivo comportamentale mira ad agire su diversi aspetti:
- distinguere la fame fisiologica da quella nervosa, fornendo un aiuto a gestire le emozioni
- lavorare sull’autostima e sulla costruzione della propria identità
Soprattutto nella fase inziale, potrebbe essere d’aiuto il ricorso anche a una cura farmacologica. I farmaci più utilizzati sono gli antidepressivi appartenenti, soprattutto, agli SSRI, ovvero gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. Ciò perché sono in grado di agire sull’umore e limitare la frequenza della fame nervosa con la conseguente ingestione di cibo in maniera incontrollata.
Va, però, sottolineato che la cura farmacologica da sola potrebbe non essere in grado di risolvere il problema poiché va rammentato che spesso la bulimia ha origine in un disagio psicologico e come tale va affrontato e gestito.
Per questo è consigliabile rivolgersi a uno psicologo esperto. Cercatelo nel nostro sito. Il primo contatto in studio è gratuito!
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