Coppia di psicologi per una terapia di coppia


A volte può essere utile una terapia di coppia condotta da due psicologi (uomo e donna) in modo che ciascuno possa sentirsi più compreso
Coppia di psicologi per una terapia di coppia

Una coppia di psicologi per una terapia di coppia: può sembrare un giro ilare di parole, ma in realtà è un metodo che potrebbe consentire a chi si affida a un percorso di psicoterapia di sentirsi pienamente compreso.La ragione che sta alla base è il superamento del conflitto uomo/donna che potrebbe accentuarsi quando insorgono crisi di coppia. Ecco che allora affidarsi a un solo psicologo (uomo o donna che sia) potrebbe generare nell’elemento della coppia di sesso opposto rispetto allo psicologo/a una sensazione di non essere pienamente compreso, rischiando di compromettere il buon risultato del percorso intrapreso.

Ostacolo che potrebbe, invece, essere facilmente superato nel momento in cui siano contemporaneamente presenti due psicologi, un uomo e una donna. Entrambi i componenti della coppia si sentirebbero maggiormente "spalleggiati" o "compresi" nel momento in cui esporrebbero i propri punti di vista.

E’ una pratica poco diffusa, ma che potrebbe condurre a ottimi risultati in ambito di crisi di coppia. Certo, la terapia di coppia condotta "in tandem" risulta tanto più utile quanto più la crisi coniugale è sorta a causa di assidue incomprensioni e rancori accumulati. Il percorso psicologico a quattro, dunque, avrebbe il compito di ristabilire un nuovo equilibrio e una presa di coscienza delle dinamiche conflittuali sorte all’interno della coppia, in "campo neutro" (data la compresenza di esperti di entrambi i sessi.

Le motivazioni che stanno alla base delle crisi di coppia sono diverse: la trasformazione dell’innamoramento (fase iniziale in cui si idealizza il partner) in amore quotidiano (fase in cui vi è una consapevolezza più realistica dei pregi e difetti del compagno); incompatibilità caratteriali; la nascita di un figlio che impone un nuovo equilibrio della coppia; l’educazione del figlio, in cui padre e madre possono avere divergenze su metodologie e aspettative; tradimenti, e molte altre ragioni. La terapia psicologica si pone come un percorso atto a guidare la coppia verso una nuova consapevolezza di sé, che non significa necessariamente riunione. Potrebbe anche significare separazione. In quest’ultimo caso, però, un percorso terapeutico potrebbe agevolare una "separazione consensuale", riducendo notevolmente i sentimenti di rabbia e di rivalsa tipici della fase di rottura. Ciò è ancora più importante in presenza di figli, in modo da tutelare il loro benessere emotivo in una fase così critica della loro vita. Il fatto di potersi esprimere e sviscerare tutte le motivazioni di rabbia e conflitto di fronte a uno psicologo del proprio sesso, facilita sicuramente il dialogo e l’apertura verso una risoluzione del problema. Se ciò avviene per entrambi i componenti della coppia, il traguardo potrebbe essere più vicino.

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