Adda venì Baffone??? (1a parte)


Quali sono le componenti di un patrimonio più a rischio di essere colpite da future manovre alla “Baffone” quali inasprimento imposte, patrimoniali, prelievi forzosi?
Adda venì Baffone??? (1a parte)

Prendo oggi spunto per questo mio articolo da una antica espressione napoletana “Adda venì Baffone!” usata per dire: “Arriverà prima o poi colui che metterà in ordine le cose!”
Il colui - a cui si faceva riferimento - era lo spietato dittatore sovietico Joseph Stalin, famoso anche per i suoi celeberrimi folti baffi.
Un’epoca, quella della seconda guerra mondiale, in cui le persone erano arrivate a porre le speranze per una veloce fine delle sofferenze sull’arrivo in Italia di Stalin che era a capo di un Paese (la Russia) in cui si pensava che le libertà fossero di casa e che fosse il popolo a comandare.





Partendo, quindi, dal presupposto che nella situazione odierna sono i nostri conti pubblici a dover essere rimessi in ordine, cercherò qui di dare una risposta ai seguenti quesiti:
- quali sono le componenti dei nostri patrimoni che potrebbero essere più facilmente colpite da prossime manovre governative alla “Baffone” quali inasprimento imposte, patrimoniali, prestiti forzosi, ecc?
- quali, di conseguenza, dovrebbero essere le contromisure da adottare?

Cominciamo subito a vedere se in Italia ci sono già state esperienze di patrimoniali.
Seppur qualcuno possa pensare di no, la verità è che ci sono state, eccome!

Intanto tutti si ricorderanno:
1) del prelievo forzoso del 6 per mille su c/c, depositi bancari e postali operato nella notte di venerdì 10 luglio 1992 dal governo Amato; governo che decise anche l’applicazione di un’imposta straordinaria sugli immobili ed un’altra sui beni di lusso;
2) dell’applicazione dell’imposta sulle attività finanziarie (oggi pari allo 0,20%) decisa nel 2011 dal governo Monti.

Ma c’è stato dell’altro e di ben altro spessore.

Nel 1920 il governo Nitti, dopo l’uscita dell’Italia dalla 1° guerra mondiale, a fronte di un debito pubblico in forte crescita decise di colpire il patrimonio complessivo delle persone (immobili, liquidità, investimenti) con aliquote da capogiro: dal 4,5% al 51% (a seconda dell’entità dei patrimoni) tanto che il governo dovette poi concedere un ventennio di rateizzazione per consentire ai contribuenti di riuscire a pagare questa pesantissima patrimoniale.

Gli italiani non avevano ancora finito di saldare l’ultima rata della patrimoniale Nitti, che Mussolini nel 1936 introdusse una nuova imposta: il 3,5% sugli immobili. Nel 1940 fece il bis con una nuova “strigliata” sulle case.

A metà secolo arrivò, poi, una nuova patrimoniale targata De Gasperi che – al fine di contenere un debito pubblico nuovamente esploso con il secondo conflitto mondiale – istituì un’imposta sul patrimonio con aliquote dal 6% al 61% con la sola esclusione di alcun investimenti finanziari: quelli di tipo previdenziale ed assicurativo.

Nel 1973 si decise una nuova imposta straordinaria, l’INVIM, che colpiva le plusvalenze da cessione di immobili con aliquote molto importanti dal 3% al 30%.



 

Possiamo a questo punto chiudere la chiacchierata con già una prima importante certezza: “Baffone” in Italia è arrivato e da diverso tempo, visto che sono state circa una decina le patrimoniali abbattutesi sulla testa (e le tasche) degli italiani nei decenni passati.

Tutte con un comune denominatore: hanno sempre colpito gli immobili e quando hanno colpito le attività finanziarie sono state concesse quasi sempre delle esenzioni a favore dei prodotti previdenziali ed assicurativi.

Altra cosa da evidenziare è che i prelievi forzosi colpiscono prima di tutto le attività immediatamente disponibili (conti correnti e depositi bancari e postali): gli altri strumenti quali titoli, fondi, sicav, gestioni patrimoniali, prodotti assicurativi – necessitando di alcuni giorni/settimane per essere liquidati – vengono, quindi, a trovarsi in posizione di vantaggio.

InvitandoVi, intanto, a fare una seria riflessione su quanto appena detto, Vi dò l’appuntamento alla 2° parte di questo post in cui andrò a specificare quelle 4-5 cose da fare per mettere in sicurezza i patrimoni.

 

Filippo Cordella
Private Banker & Analista Finanziario
Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking
Ancona-Civitanova-Jesi-Senigallia-Pesaro

Cell: 3200222185

 

Articolo del:


di Cordella Filippo - Private Banker - Cell: 3200222185 - www.cordellafilippo.it

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