Diversifica et Impera, la regola madre per investire


Un’altra regola degna di nota è la diversificazione. E’ una strategia e come tale deve essere rispettata valutando la sua efficacia e la sua efficienza
Diversifica et Impera, la regola madre per investire

Un’altra regola degna di nota è la diversificazione, colei che può farci dominare i mercati e non farci emotivamente impazzire davanti a una notizia di mercato catastrofica; infatti, la diversificazione viene considerata la regola madre per cogliere le opportunità di mercato ed essa può essere settoriale, geografica, per rischio o per tipo.

E’ una strategia e come tale deve essere rispettata valutando prima la sua efficacia, ossia il raggiungimento di un obiettivo e poi la sua efficienza, ossia l’abilità di arrivare a quell’obiettivo con il minor rischio possibile.

In vent’anni di onorata carriera ho potuto verificare la diversificazione anche sotto un altro aspetto, forse un pochino più tecnico, ma efficace soprattutto per il controllo del “costo fiscale”

Il risparmio in generale è suddiviso in tre macro aree: il risparmio di tipo amministrato, di tipo gestito e di tipo assicurativo e si differenziano sostanzialmente per normativa, per operatività, per figura contrattuale, per costo e, appunto, per fiscalità che, data l’opportunità dell’argomento, analizzeremo più avanti.

La diversificazione, per raggiungere livelli ottimali, deve disporre di risorse ottimali; non c’è una cifra massima, ma una cifra minima sicuramente; mi è capitato spesso di dover convincere alcuni clienti a persuaderli dal voler diversificare un portafoglio sotto alcune cifre; l’obiettivo principale non deve essere quello di guadagnare il più possibile, ma quello di rendere il portafoglio ottimale per il raggiungimento dei propri obiettivi, quindi “evitando” alcuni investimenti.

Esempio:
Ma se ti do 50.000 euro quanto mi fai guadagnare?
Ma se ti do 100.000 euro quanto diventano fra un anno?

La creazione di un portafoglio in base alla diversificazione deve essere sicuramente studiato a tavolino ed è questo che può rendere vincente il rapporto tra consulente e investitore; le variabili da considerare sono veramente tante ed incastrare bene ciò che può offrire il mercato con le esigenze vere dell’investitore fanno sì che un portafoglio non sia mai uguale a un altro.

Esempio: quanto vorresti “guadagnare” da questi 50.000 euro? Quanto vorresti che diventino questi 100.000 euro tra un anno?

Le domande che il consulente è “obbligato” a porvi per capire veramente di cosa abbiamo bisogno saranno infinite, perché solo così possiamo essere sicuri di avere reso investibile e sostenibile un obiettivo.

Quindi, un altro tassello si aggiunge al nostro “club”:
1)     Imprevisti
2)     Liquidità
3)     Diversificazione

Sono Giovanni Rigamonti, papà di Maddalena, Agnese, Giuditta e Consulente Finanziario.

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di Giovanni Rigamonti | Consulente Finanziario

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