Dopo un anno di guerra, quali sfide ci attendono?


Come in tutte le crisi, più i rischi sono numerosi, più le opportunità si moltiplicano
Dopo un anno di guerra, quali sfide ci attendono?

Dopo un anno siamo stiamo ancora in piena guerra. 12 mesi sono passati da quando Putin ha invaso l’Ucraina nel tentativo di annettere al suo territorio parte dell’Ucraina, non nascondendo, nel contempo, di voler rovesciare il governo di Kiev. Purtroppo, dopo pochi giorni, è stato chiaro che non si sarebbe trattato di un conflitto lampo. Durante questo anno, l'esercito ucraino, soprattutto grazie all’aiuto dei mezzi e dell’intelligence dei Paesi europei e degli Stati Uniti, è stato in grado di contrastare nel tempo i piani di Mosca e di ottenere alcune controffensive vittoriose in autunno. Negli ultimi mesi, invece, la guerra si è trasformata in una guerra di posizione per l’uso dell’artiglieria pesante.

Nella prima fase, la guerra ha determinato una risposta dura da parte degli altri Paesi schierandosi con Kiev attuando una serie di “ritorsioni” in forma di sanzioni severe, ma attente alla significativa dipendenza dal gas russo dell'economia europea. Nonostante questo i prezzi dell’energia in Europa si sono impennati alimentando ulteriormente la corsa dei prezzi al consumo. Le banche centrali sono state costrette ad aumentare i tassi come misure restrittive volte a frenare la spirale prezzi-salari che ne è scaturita.

Questa condizione ha prodotto un aspetto costruttivo che per l'Europa ha propiziato una transizione energetica a un ritmo forzato rispetto ai programmi: la diversificazione degli approvvigionamenti si coniuga con un'accelerazione degli investimenti nell'energia prodotta localmente, cioè nelle rinnovabili. Ciò è supportato da fatto che nel 2022, per la prima volta, l'energia solare ed eolica ha superato il gas nella generazione elettrica in Europa. Inoltre, alla transizione energetica intesa come ricerca di approvvigionamenti alternativi, si è associata la ragione ambientale.

Se a questo ci aggiungiamo che la pandemia ha evidenziato la criticità e la frammentazione delle catene logistiche, che la guerra in Ucraina ha accelerato la necessità di sovranità e di indipendenza in alcuni settori strategici, che in Occidente si consolidano le relazioni transatlantiche mentre la Cina, in Oriente, è impegnata a rafforzare ulteriormente la propria posizione di seconda potenza mondiale, questa guerra sarà, quindi, un acceleratore di tendenze sotto il profilo geopolitico, a cominciare, in primis, dalla deglobalizzazione.

Quindi, possiamo dire che le crisi accelerano il cambiamento, costringendo tutte le parti interessate – gli Stati, le aziende, i consumatori e gli investitori - ad adattarsi e la buona notizia è che, come in tutte le crisi, se i rischi sono numerosi, le opportunità lo sono altrettanto.

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di Antonio De Martino

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