Educazione e pianificazione finanziaria rivolte alle donne


Tutela e promozione sociale per ridurre situazioni di isolamento economico
Educazione e pianificazione finanziaria rivolte alle donne

L'IMPORTANZA DELL'EDUCAZIONE E PIANIFICAZIONE FINANZIARIA RIVOLTE ALLE DONNE

Percepiscono redditi inferiori rispetto agli uomini, ma vivono più a lungo e spesso sono single o separate


Le donne sono sempre più al centro di iniziative che le vedono in prima linea nell’educazione e nella pianificazione finanziaria. Ne è un esempio il progetto “D2 – Donne al Quadrato”, lanciato ad inizio 2018 e organizzato da Global Thinking Foundation, una fondazione no-profit impegnata nella promozione di progetti e iniziative di alfabetizzazione finanziaria. Un ulteriore esempio è l’iniziativa "Conta sulle donne", ovvero una campagna di informazione e sensibilizzazione sui temi del risparmio e della corretta gestione del bilancio familiare, coordinata da Adiconsum con la collaborazione della Fondazione per l'educazione finanziaria e al risparmio (Feduf).

 

Ma perché è crescente l’attenzione nei confronti del gentil sesso? La pianificazione finanziaria rivolta alle donne, risponde alla duplice esigenza di tutela e di promozione sociale per ridurre situazioni di isolamento economico. La situazione economica attuale, ma soprattutto i nuovi modelli sociali impongono alla donna di ricoprire un ruolo che fino al secolo scorso era appannaggio quasi esclusivo dell’ “uomo di casa”. Per comprendere come il binomio donne-economia sia sempre stato relegato ai margini, basti pensare che soltanto nel 2009 il Premio Nobel per l'Economia è stato assegnato a una donna.


Se da una parte è vero che le donne si sono sempre occupate della gestione familiare in senso generale (gestione domestica, dei figli, dell’approvvigionamento, ecc…), dall’altra, le decisioni in tema di investimenti finanziari erano spesso intraprese dai mariti.


I nuovi modelli sociali e la nuova condizione della donna, spesso single, separata o divorziata (e sovente con i figli a carico), impongono una nuova e necessaria consapevolezza per far fronte alle esigenze familiari. Ecco che allora, l’educazione finanziaria e la pianificazione strategica del proprio reddito e patrimonio non può più essere delegata, ma deve essere gestita autonomamente. Ciò che la donna si trova ad affrontare, in maniera spontanea o “obbligata”, è un approccio con la pianificazione finanziaria per poter compiere scelte consapevoli…Di necessità, virtù!


Educazione finanziaria significa comprendere come utilizzare consapevolmente le proprie entrate finanziarie, quali sono gli strumenti a disposizione per poter accumulare e accrescere il proprio patrimonio ed, eventualmente, come affrontare periodi di crisi e difficoltà economica.


Non stupiscono, quindi, i dati diffusi da Giovanna Paladino, direttore del Museo del Risparmio, in occasione del PFEXPO di Milano a inizio anno sul comportamento delle donne in ambito finanziario.
In base ai dati raccolti nella ricerca “Le donne e la gestione del risparmio”, oltre il 50% delle intervistate ha dichiarato di non avere conoscenze in campo finanziario, anche se il 40% di loro gestisce le entrate familiari, per lo più rappresentate dalle spese quotidiane e non certo dalla pianificazione delle stesse. Soltanto poco più di un quinto del campione (il 21%) ha dichiarato di avere un conto corrente personale e soltanto il 46% delle donne ha ammesso di investire i propri risparmi, anche se in strumenti a basso rischio e remunerazione.

E’ un quadro che si inserisce in un contesto in cui le donne percepiscono redditi, e quindi future pensioni, più bassi rispetto agli uomini, ma hanno un’aspettativa di vita maggiore rispetto a questi ultimi. È un panorama non rassicurante e che fa emergere quanto ancora tanto si debba fare in tema di educazione finanziaria per le donne.

 

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di Paola Pivanti

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