Educazione finanziaria e scelte di investimento


L’ educazione finanziaria e il ruolo di protezione che può svolgere quando si devono effettuare scelte di investimento
Educazione finanziaria e scelte di investimento

 

Prendo spunto per approfondire questo argomento dal racconto di una signora, cliente di una banca per quanto riguarda i servizi bancari e cliente di un consulente finanziario per la gestione del suo patrimonio

La signora, accompagnata dal marito, si reca nella filiale di un importante istituto di credito per regolarizzare l’addebito di una cassetta di sicurezza e per il rilascio di un bancomat per il prelievo della pensione. L’operatore della banca si trova davanti una coppia di persone anziane, di cui il marito era in evidente stato di salute precaria e che dimostra di non avere alcuna dimestichezza con gli strumenti informatici e con i pagamenti elettronici. Facendo correttamente le domande di rito per l’aggiornamento della posizione economica e familiare dei coniugi, viene a scoprire che sono titolari di altro rapporto bancario. A questo punto si scatena lo spirito del commerciale e convinto di avere presa facile sui suoi clienti, spara a bruciapelo: “vorrebbe investire sui fondi tematici?”

La cliente rimane perplessa, non si fa allettare dalle performance accattivanti, ringrazia e se ne va.

Poi consulta il suo consulente raccontando l’accaduto.

Analizziamo i due comportamenti:

1 – L’operatore della banca voleva dare una svolta remunerativa a quell’incontro, ma i suoi comportamenti sono fuori da ogni regola deontologica dettata dalla normativa Mifid II che guida l’offerta dei servizi di investimento a cui tutto il settore si deve attenere.

Vediamo perché: prima di proporre qualsiasi tipo di investimento, sia in consulenza di prodotto, sia in consulenza di portafoglio, le domande da rivolgere ai clienti sarebbero dovute essere le seguenti: A) Sareste interessati a investire i vostri risparmi in strumenti finanziari? B) Avete mai effettuato qualche tipo di investimento? C) Pensate di poter accantonare parte del vostro patrimonio? D) Prevedete di dover utilizzare a breve i vostri risparmi? E) Avete un obiettivo specifico oppure generico per i vostri risparmi? F) Quali sensazioni generano in voi le notizie sulle oscillazioni dei mercati detta anche volatilità? G) Qual è la vostra percezione del rischio? (E potrei continuare ancora all’infinito…).

Queste domande e le relative risposte aprono un mondo fatto di relazioni, di aspettative, magari di preoccupazioni. La scelta di un investimento mette in discussione il passato del cliente, che forse trascinato dal mercato o da amici, non ha avuto esperienze positive dall’impiego dei suoi risparmi. Mette in discussione il presente perché il cliente deve fare i conti con i redditi più contenuti delle pensioni o con uno stato di salute precario e infine deve fare i conti con il futuro, le preoccupazioni per i figli, per i nipoti e la salvaguardia di quanto costruito.

Tutto questo non può essere spazzato via da una domanda banale “vuole investire in fondi tematici?”

Il mondo del risparmio non è un mercato rionale dove si esaltano le qualità dei prodotti stagionali. I risparmiatori devono capire che un investimento non è buono o cattivo in sé; può essere più o meno adatto o adeguato alle personali esigenze e non va mai preso a sé stante, ma inserito in un contesto personale, familiare e patrimoniale. I fondi tematici sono sicuramente strumenti molto in voga per le performance elevate di questi anni ma nello stesso tempo hanno un livello di rischio elevato che potrebbe non essere tollerato.

2 – Vediamo adesso il comportamento della signora (dei due coniugi è lei la più esperta e competente)

Da moltissimi anni è seguita nelle sue scelte di investimento da un consulente che conosce ogni aspetto della vita della sua famiglia. E’ abituata a valutare il suo portafoglio nell’insieme e poi nei singoli componenti. Ogni variazione è motivata dall’ottimizzazione prima di tutto del rischio del portafoglio e dalla sua diversificazione. La signora sa che le scelte effettuate e condivise con il suo consulente hanno obiettivi temporali e di rischio diversificato che rispettano le sue esigenze di spesa e di trasmissione del patrimonio.

Torniamo, dunque, all’affermazione iniziale: l’educazione finanziaria come tutela.

Educazione finanziaria vuol dire avere consapevolezza di sé e dei propri obiettivi. Un buon consulente applicherà tutte le regole prudenziali per rispettare i vostri desideri e guidarvi verso uno stato di “benessere” finanziario. La nostra signora ha fatto tesoro del rapporto con il suo consulente ed ha saputo proteggere il suo patrimonio.

Cari risparmiatori diffidate da chi non vi fa domande, qui la privacy non c’entra niente! Parliamone!   

Articolo del:


di Gabriella Lizzio

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