Elezioni EU2019 e risvolti finanziari

Il risultato elettorale ci lascia con una situazione decisamente frammentata del Parlamento Europeo, con partiti che sono legittimati da una forte affluenza alle urne - Italia a parte - ma assolutamente divisi nei piani politici, spesso anche molto differenti.
Tutto ciò non favorirà certamente la formazione del consenso: nel breve renderà più complesso arrivare ad un compromesso, nel medio periodo il rischio è quello di perdere lo slancio per le prossime sfide e per il consolidamento di quanto di 'buono' si è ottenuto in questo primo semestre quasi completato (da un lato economico/finanziario).
Un Parlamento Europeo così poco coeso nelle idee e negli obiettivi, con alcune posizioni di "estremo estremismo", difficilmente riuscirà a mantenere il consenso per diminuire il gap USA/Europa, ma soprattutto si dovrà trovare un passo comune per non diventare un 'danno collaterale' nella guerra commerciale (leggi dazi in primis) tra CIna ed America.
La paura maggiore? Che l'attenzione venga posta sempre più sui singoli Stati e che, quindi, i Paesi con i conti pubblici più fragili appaiano sempre più esposti alla reazione negativa dei Mercati.
In ITALIA il trend, atteso, ha visto raddoppiare il consenso per la Lega di Salvini, mentre il secondo partito al Governo, il M5S, è stato scalzato dal Partito Democratico, nel numero di Seggi europei.
Per quello che più mi compete, ovvero il lato economico finanziario, questo risultato ed il conseguente rischio di elezioni anticipate, sono i primi indici ed indicatori di una nuova ulteriore volatilità da gestire e pone l'attenzione sui titoli governativi italiani, che terrei sottopesati in un portafoglio ottimale.
Articolo del: