F.P.A. o P.I.P.? Pensione quanto mi costi?
Come scegliere tra i diversi tipi di fondo pensione...non sono la stessa cosa
A tutti coloro che si sono posti o si stanno ponendo la questione dell'apertura di un fondo pensionistico integrativo si pone il dilemma della scelta dello strumento finanziario opportuno.
Sgombriamo il campo per coloro che possono accedere ad un fondo negoziale (o chiuso), dedicato a specifiche categorie di lavoratori (metalmeccanici, farmacisti, ecc...). Stessa cosa vale per i lavoratori destinatari di un accordo collettivo aziendale. La scelta è solitamente più conveniente, sotto il profilo dei costi fissi e di gestione, nonché per quanto attiene la possibilità di integrare il flusso economico diretto al fondo con contributi personali ulteriori, a loro volta aumentati da un versamento parallelo da parte del datore di lavoro.
Qui ci occupiamo di tutti gli altri possibili aderenti.
Di fronte alla scelta ci si trova a doversi rivolgere al proprio consulente finanziario od assicurativo. Costui può proporci di aderire ad un fondo pensione aperto (F.P.A.) o ad un piano individuale pensionistico (P.I.P.). La differenza tra i due riguarda innanzi tutto chi può istituirli. Il secondo può essere creato da una compagnia assicurativa e assume la veste di una polizza assicurativa legata ad una gestione separata o di tipo unit linked. Il primo può essere creato anche da una impresa assicurativa, oltre che da banche, SGR, SIM... Entrambi hanno il vantaggio di essere separati patrimonialmente dalla società istitutrice e quindi non possono essere utilizzati per soddisfare i creditori in caso di fallimento della impresa assicurativa o bancaria che dir si voglia.
La differenza precipua sta nei costi di gestione della veste finanziaria prescelta dalla società istitutrice. Molto spesso i P.i.P. hanno costi molto più alti dei F.P.A. Questo perché la gestione di un prodotto assicurativo può essere più onerosa di quella di un fondo di investimento. A fronte di costi più alti può esserci però maggiore libertà e diversificazione nell'allocazione dei sottostanti finanziari su cui viene investito il patrimonio dell'aderente, in ragione delle dimensioni stesse della compagnia assicurativa.
L'attenzione nell'effettuare la scelta va però posta, particolarmente, quando l'atteggiamento dell'aderente è rivolto all'estrema prudenza. Molti aderenti (ed è statistica e mia propria esperienza) scelgono linee di investimento con capitale garantito o rendimenti minimi certi, perché non amano "rischiare" i soldi accantonandi per la pensione integrativa. Queste linee sono per certo le più onerose perché garantire, magari sulla lunga distanza del capitale è costoso. Prevede infatti accantonamenti costanti da parte della società gestrice. Sicuramente rendono niente o poco più di quello che promettono.
Se i costi di adesione, caricamento iniziale e gestione sono elevati, effettuando scelte prudenziali, potremmo comunque vedere il nostro patrimonio rendere poco o meno di zero, laddove in particolare i costi di caricamento siano elevati. Questo riguarda soprattutto i P.I.P., che come già detto sono mediamente più onerosi di un F.P.A. In commercio, soprattutto nelle imprese assicurative dedite al mass-market, si riscontrano caricamenti eccessivi (4% - 6%). Quindi è necessario essere accorti, perché magari con la scusa di non voler rischire nulla si ottiene l'effetto contrario a causa dei costi impliciti alla scelta.
In generale, mi sbilancio, sono a favore dei F.P.A., più leggeri in termini di costi e talora con linee comunque prudenti e meno onerose di quelle paragonabili presenti nei P.I.P.
La scelta è comunque vostra. Magari se vi rivolgete ad una assicurazione, indagate sul perché, generalmente vi propongono di aderire ad un P.I.P. e non ad un F.P.A. Di solito sono presenti entrambi nella gamma di offerta. Ai più smaliziati la risposta credo sia ovvia.
Se volete essere un po' più tranquilli nell'effettuare la scelta, rivolgetevi ad un consulente finanziario super partes e ancora, date un occhio qui: http://www.covip.it/?page_id=12513 . Si tratta della pagina della COVIP (l'ente nazionale che monitora questi strumenti di risparmio) che raccoglie tutte le schede dei costi dei fondi pensione sul mercato. Potreste avere sorprese.
Nel caso foste sorpresi, ricordatevi: non siete obbligati a versare costantemente al fondo pensione e le masse già versate, possono essere trasferite ad altro gestore, dopo due anni di permanenza nel medesimo.
Stateve accuorti!
Sgombriamo il campo per coloro che possono accedere ad un fondo negoziale (o chiuso), dedicato a specifiche categorie di lavoratori (metalmeccanici, farmacisti, ecc...). Stessa cosa vale per i lavoratori destinatari di un accordo collettivo aziendale. La scelta è solitamente più conveniente, sotto il profilo dei costi fissi e di gestione, nonché per quanto attiene la possibilità di integrare il flusso economico diretto al fondo con contributi personali ulteriori, a loro volta aumentati da un versamento parallelo da parte del datore di lavoro.
Qui ci occupiamo di tutti gli altri possibili aderenti.
Di fronte alla scelta ci si trova a doversi rivolgere al proprio consulente finanziario od assicurativo. Costui può proporci di aderire ad un fondo pensione aperto (F.P.A.) o ad un piano individuale pensionistico (P.I.P.). La differenza tra i due riguarda innanzi tutto chi può istituirli. Il secondo può essere creato da una compagnia assicurativa e assume la veste di una polizza assicurativa legata ad una gestione separata o di tipo unit linked. Il primo può essere creato anche da una impresa assicurativa, oltre che da banche, SGR, SIM... Entrambi hanno il vantaggio di essere separati patrimonialmente dalla società istitutrice e quindi non possono essere utilizzati per soddisfare i creditori in caso di fallimento della impresa assicurativa o bancaria che dir si voglia.
La differenza precipua sta nei costi di gestione della veste finanziaria prescelta dalla società istitutrice. Molto spesso i P.i.P. hanno costi molto più alti dei F.P.A. Questo perché la gestione di un prodotto assicurativo può essere più onerosa di quella di un fondo di investimento. A fronte di costi più alti può esserci però maggiore libertà e diversificazione nell'allocazione dei sottostanti finanziari su cui viene investito il patrimonio dell'aderente, in ragione delle dimensioni stesse della compagnia assicurativa.
L'attenzione nell'effettuare la scelta va però posta, particolarmente, quando l'atteggiamento dell'aderente è rivolto all'estrema prudenza. Molti aderenti (ed è statistica e mia propria esperienza) scelgono linee di investimento con capitale garantito o rendimenti minimi certi, perché non amano "rischiare" i soldi accantonandi per la pensione integrativa. Queste linee sono per certo le più onerose perché garantire, magari sulla lunga distanza del capitale è costoso. Prevede infatti accantonamenti costanti da parte della società gestrice. Sicuramente rendono niente o poco più di quello che promettono.
Se i costi di adesione, caricamento iniziale e gestione sono elevati, effettuando scelte prudenziali, potremmo comunque vedere il nostro patrimonio rendere poco o meno di zero, laddove in particolare i costi di caricamento siano elevati. Questo riguarda soprattutto i P.I.P., che come già detto sono mediamente più onerosi di un F.P.A. In commercio, soprattutto nelle imprese assicurative dedite al mass-market, si riscontrano caricamenti eccessivi (4% - 6%). Quindi è necessario essere accorti, perché magari con la scusa di non voler rischire nulla si ottiene l'effetto contrario a causa dei costi impliciti alla scelta.
In generale, mi sbilancio, sono a favore dei F.P.A., più leggeri in termini di costi e talora con linee comunque prudenti e meno onerose di quelle paragonabili presenti nei P.I.P.
La scelta è comunque vostra. Magari se vi rivolgete ad una assicurazione, indagate sul perché, generalmente vi propongono di aderire ad un P.I.P. e non ad un F.P.A. Di solito sono presenti entrambi nella gamma di offerta. Ai più smaliziati la risposta credo sia ovvia.
Se volete essere un po' più tranquilli nell'effettuare la scelta, rivolgetevi ad un consulente finanziario super partes e ancora, date un occhio qui: http://www.covip.it/?page_id=12513 . Si tratta della pagina della COVIP (l'ente nazionale che monitora questi strumenti di risparmio) che raccoglie tutte le schede dei costi dei fondi pensione sul mercato. Potreste avere sorprese.
Nel caso foste sorpresi, ricordatevi: non siete obbligati a versare costantemente al fondo pensione e le masse già versate, possono essere trasferite ad altro gestore, dopo due anni di permanenza nel medesimo.
Stateve accuorti!
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