Lo scontro tra i tre Giganti: i tre cicli economico, monetario e politico


Nel 2018 lo scontro tra i cicli ha generato violente correzioni a febbraio e nell’ultimo trimestre
Lo scontro tra i tre Giganti: i tre cicli economico, monetario e politico

Nel 2018 c’è stato lo scontro tra tre cicli: economico, monetario e politico che hanno fatto registrare violente correzioni a febbraio e nell’ultimo trimestre.

 

Il 2018 ha dato l’avvio degli effetti collaterali conseguenti a lunghi anni di assuefazione dei mercati a un costo agevolato del debito e il riassorbimento dei 50 miliardi di dollari al mese della Fed sono stati ugualmente sottovalutati quanto lo erano dieci anni fa gli effetti del Quantitative easing.

 

La riduzione del volume di dollari disponibili, insieme alla riforma fiscale, ha incoraggiato il rimpatrio dei capitali, dirottando i dollari dai paesi emergenti verso gli Stati Uniti e questo ha causato l’effetto della correzione registrata sulle azioni e obbligazioni dell’Asia e paesi emergenti.

 

Al contempo, negli Usa, la combinazione tra l’esigenza di ridurre il bilancio della Federal Reserve e l’incremento del fabbisogno di finanziamento del disavanzo fiscale dell’amministrazione Trump, ha determinato un effetto collaterale sfociato nell’aumento dei tassi di interesse sui bond e sui mutui, con la conseguenza di irrigidire l’edilizia residenziale, riducendo i consumi e gli investimenti delle imprese Usa, scoraggiati dalle tensioni con la Cina.

 

In tutto il mondo occidentale, inoltre, si sono registrati venti di protesta che hanno messo in discussione la globalizzazione e il libero scambio che da trent’anni invece hanno sostenuto la crescita economica globale.

 

Il ciclo politico si inserisce in questa già problematica situazione. In Europa la democrazia sta mettendo sotto pressione la politica tradizionale che si scontra col malcontento politico e sociale, sfidando i vincoli di bilancio imposti nel 2008.

 

Con la fine del sostegno monetario si avvia un ciclo per una minore propensione al rischio e la conferma del rallentamento economico può impattare sui risultati delle imprese finora potenziati dalla leva degli ultimi dieci anni. Analogamente, al mercato obbligazionario corporate l’aumento ciclico dei default in combinazione con l’aumento dei tassi di interesse privi di rischio rende la categoria degli Investment Grade, che ha rendimenti molto bassi, molto vulnerabili.

 

Tutto questo ha determinato l’atteggiamento delle banche centrali che hanno dovuto rallentare i processi di normalizzazione monetaria. Con la prospettiva reflazionistica i favoriti diventano gli asset rischiosi, in primis i mercati emergenti, affamati di liquidità.

 

E’ verosimile che il calo generalizzato dei rendimenti registrato nell’ultima settimana di dicembre, sia stata la conseguenza di quanto precedentemente descritto, tuttavia le distensioni dei rapporti tra Trump e il presidente della Federal Reserve Powell insieme ad una fase di maggior dialogo sulla questione dei dazi commerciali tra Cina e America, potrebbero rappresentare delle occasioni di ingresso sugli asset finanziari più rischiosi.

 

Grande attenzione a opportunismo per il 2019.

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di Daniele Varriale

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