Le reazioni dei mercati finanziari alla guerra in Ucraina


La guerra è sempre accompagnata dalla crisi, in primis umanitaria e sociale, ma anche economica e finanziaria
Le reazioni dei mercati finanziari alla guerra in Ucraina

Commentare la guerra non è mai semplice. Ancor di meno se si tratta di una guerra contemporanea, un conflitto così vicino e assurdo se pensiamo che siamo nel 2022. E diventa ancora più complicato se consideriamo che il conflitto armato è al confine con l’Unione Europea. La nostra Unione Europea. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è senza ombra di dubbio un punto di non ritorno. Vedere sui media le scene di guerra che sembrano provenire da un’altra epoca non fa bene, ma smuove qualcosa dentro ognuno di noi. E quel qualcosa, si chiama solidarietà. Solidarietà verso il popolo ucraino, verso i civili, verso gli anziani rinchiusi nei bunker, le donne spaventate e impaurite, con il pensiero fisso verso i propri figli. E loro, i bambini, vittime innocenti di qualcosa di osceno, di qualcosa che si sperava di leggere e rivivere solo nei libri di scuola. E che invece, è diventato realtà, in modo improvviso e inaspettato. 

 

La reazione dei mercati finanziari e la guerra ucraina

La guerra è sempre accompagnata dalla crisi, in primis umanitaria e sociale, ma anche economica e finanziaria.

Chi avrebbe potuto prevedere questo conflitto? Come si fanno a fare previsioni sul futuro? Non si può. E questa guerra nata all’improvviso, o quasi, ne è la prova. Una settimana fa la guerra era vista come un evento remoto, oggi è realtà, è viva, e rappresenta lo scenario di base. 

A essere colpita non è solo l’Ucraina. A livello economico e finanziario questa guerra ha colpito tutti. La reazione dei mercati è stata scomposta e a pagarne il peso maggiore sono state le attività russe, scosse duramente, e quelle europee.

Ed ecco che così riaffiora lo spettro della volatilità su mercati finanziari già incerti per la ripresa a livello globale dell’inflazione.

 

Sangue freddo e nervi saldi

Ascoltare le notizie sulla guerra, vedere gli indici azionari scendere e tingersi di rosso non deve far perdere la testa. Il passato è come sempre maestro. Queste fasi richiedono nervi saldi e aderenza alla propria pianificazione finanziaria e il vostro consulente finanziario può aiutarvi a ricordare gli obiettivi legati ai progetti di vita di ognuno di voi.

Pensiamo all’esperienza vissuta legata alla pandemia di COVID-19: alla rapida brusca correzione di mercato ha fatto seguito un poderoso rimbalzo. Ed è così che gli investitori che hanno avuto i nervi saldi e hanno mantenuto le proprie posizioni senza farsi influenzare e spaventare dalla volatilità di breve termine, non hanno concretizzato alcuna perdita.

Per il tema guerra vale lo stesso discorso: attendere senza farsi prendere dalle cattive notizie, tenendo ben presente gli obiettivi di lungo termine. Lasciarsi guidare dall’emotività quando si tratta di pianificazione finanziaria e investimenti è deleterio. Nessun consulente ha la sfera magica per predire il futuro, ma certamente prendere decisioni impulsive, guidate dall’ansia e dalla paura è la soluzione peggiore.

Non si può  prevedere quello che accadrà tra un giorno o una settimana, ma è possibile tracciare un percorso da qui a 3, 5, 10 anni, attraverso la pianificazione degli investimenti.

 

Si poteva intervenire con anticipo sui portafogli e chiudere le posizioni?

Alcuni risparmiatori, soprattutto chi si è approcciato da poco agli investimenti, potrebbero essersi posti questa domanda. 

La risposta riprende nuovamente il concetto di imprevedibilità e il pensiero errato di poter aprire posizioni ai minimi e chiuderle ai massimi. Di fatto, il connubio tra consulenza finanziaria e pianificazione finanziaria è volto alla realizzazione di progetti di vita e, quindi, di medio-lungo termine e non sulla speculazione del momento. 

Quando si decide di affidarsi a un consulente finanziario e dare il via a una pianificazione finanziaria, è bene pensare a quest’ultima come a un lungo viaggio in nave. Si programma un itinerario e si fanno delle previsioni sulle tappe e sulle tempistiche, ma lungo il tragitto si possono incontrare delle tempeste, non sempre prevedibili e comunque non evitabili. Se prima di partire ci si è equipaggiati molto bene, anche per affrontare imprevisti e temporali, nel 99% dei casi si ha la certezza di superare il brutto tempo e approdare sani e salvi al porto. Lo stesso vale per la pianificazione finanziaria: eventi avversi come la guerra sono tempeste per il mercato finanziario, ma se ben consigliati e con un valido capitano come consulente finanziario, si riesce a resistere alla volatilità e alla discesa dei listini e giungere indenni all’obiettivo finanziario prefissato. 

 

L’impatto delle guerre sui mercati finanziari

Le guerre esistono da sempre, purtroppo. E probabilmente continueranno a esserci perché le divergenze tra Paesi difficilmente cessano dall’oggi al domani. I mercati finanziari subiscono le conseguenze della guerra, ma in misura limitata nel tempo.

Se prendiamo per esempio in esame il secolo scorso, notiamo come l’iniziale volatilità e le brusche correzioni di breve termine sui listini, non sono mai state la causa di mercati ribassisti. Dopo il primo periodo di calo, infatti, sono sempre seguite fasi di importanti rialzi. Lo si evince chiaramente dalla seguente tabella, tratta da Il Sole 24 Ore:

 

 

Facendo riferimento a episodi recenti assimilabili alla guerra in Ucraina come l’invasione del Kuwait nel 1991 e il conflitto in Iraq del 2003, si osserva che l’andamento dei listini globali è caratterizzato da una prima fase di vendite generalizzate, seguita da un deciso rimbalzo dei mercati. E questo, a prescindere dall’attenuazione della tensione geopolitica in essere.

In generale, i mercati ribassisti possono preoccupare e molto, ma nel complesso per la maggior parte del tempo, i mercati sono positivi, pertanto strategie di medio e lungo periodo sono premianti. Prendendo in esame gli ultimi 92 anni di storia finanziaria, i mercati ribassisti hanno caratterizzato il 20,6% del tempo in esame; il restante 78% è stato rappresentato da aumenti delle azioni.

 

L’importanza della diversificazione

I fatti degli ultimi anni confermano due regole d’oro degli investimenti:

  1. Medio e lungo periodo: in questo orizzonte temporale gli investimenti azionari hanno portato a risultati positivi, superiori a quelli di qualunque altra asset class.

  2. Diversificazione: scegliere più e diversi panieri riduce il rischio e sfrutta le potenzialità dei mercati. Si tratta di una strategia di difesa del patrimonio che nel medio e lungo periodo premia. Una scelta che implica il coinvolgimento e l’aiuto di una figura professionale come il consulente finanziario che vi conosce e che insieme a voi predispone un piano finanziario personalizzato e adeguato alle vostre esigenze.

È bene, infine, ricordare che gli storni nei mercati sono un fenomeno ricorrente e inevitabile ed è fondamentale essere preparati e consapevoli che questi eventi accadono e vanno affrontati a mente fredda e con calma.



In estrema sintesi, bisogna preoccuparsi per il proprio patrimonio data la guerra in atto?

Sì, se l’investimento è stato fatto in autonomia e senza una strategia precisa e una buona diversificazione.

No, se il piano finanziario è stato valutato con un professionista, adottando una strategia ben definita e in grado di tollerare anche periodi di volatilità.

Articolo del:


di Fulvia Ferrari

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