Siamo investitori razionali? Parte II


La Teoria del Prospetto
Siamo investitori razionali? Parte II

La Teoria del Prospetto viene presentata nel 1979 dagli psicologi israeliani Daniel Kahneman e Amos Tversky.

Se la Teoria dell’Utilità Attesa aveva definito le condizioni ideali secondi cui una decisione può essere definita razionale, la Teoria del Prospetto si basa interamente su evidenze empiriche e descrive come in realtà gli individui si comportano di fronte a decisioni che impattano sulla loro ricchezza.

In uno dei loro numerosi esperimenti, Kahneman e Tversky chiedono ai vari partecipanti di scegliere tra le seguenti possibilità:

1. Tirare una monetina: testa, vincete 1.000 euro, croce non vincete nulla.

2. Vincere 450 euro.

E, ancora:

1. Lanciare una moneta: testa, perdete 1.000 euro, croce non perdete nulla.

2. Perdere 450 euro.

Quando vale la pena di fare la scommessa e quando no?

Una scelta razionale passa attraverso l’elaborazione della Funzione del Valore Atteso.

Valore atteso = valore evento x probabilità evento.

Se il Valore Atteso della scommessa è maggiore di quella dello status quo, allora vale la pena di scommettere.

Nel primo caso:

Valore Atteso scommessa = (1.000 x 0.5) + (0 x 0.5) = 500 euro

Valore Atteso status quo = 450 x 1 = 450 euro

Nel secondo caso:

Valore Atteso scommessa = (-1.000 x 0.5) + (0 x 0.5) = -500 euro

Valore Atteso status quo = (-450 x 1) = -450 euro

Quindi, nel primo caso vale la pena di rischiare, nel secondo no.

In realtà la maggior parte degli individui fa esattamente il contrario: sceglie la vincita certa nel primo caso, mentre accetta di rischiare nel secondo.

La ragione? Ancora il nostro cervello “primitivo”!

Nel primo caso, siamo in un contesto di guadagno ed il nostro cervello ci grida “Prendi i soldi e...scappa!!!”

Nel secondo siamo in un contesto di perdita, ossia, uno schema che il nostro cervello non riconosce e, pertanto, “impazzisce” esponendoci senza senso a perdite ancora più vistose.

Ed eccola la funzione del valore di Kahneman e Tversky.

Non percepiamo in modo simmetrico guadagni e perdite. Il dolore che ci procura la perdita di 100 euro non è compensato dalla vincita di 100 euro: ne occorrono ben 250!

Tendiamo, inoltre, ad avere una propensione al rischio che è condizionata dal contesto nel quale ci troviamo.

Se siamo in un contesto di guadagno, siamo avversi al rischio e non riusciamo a valutare ulteriori possibilità di arricchimento.

Se siamo in un contesto di perdita, siamo istintivamente propensi ad assumerci ulteriori rischi pur di non realizzare una perdita certa.

Questa tendenza a perdere lucidità nei momenti in cui i mercati finanziari attraversano momenti di crisi, rappresenta una vera e propria sfida per investitori e consulenti finanziari.

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di Michele Prignano

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