Supply chain e inflazione, le ripercussioni per aziende e investimenti


Nell'attuale scenario internazionale trovare un giusto compromesso tra rischio e rendimento reale negli investimenti obbligazionari potrebbe diventare più complicato
Supply chain e inflazione, le ripercussioni per aziende e investimenti

In un mondo interconnesso, con uno scambio di merci in tempo reale (Amazon insegna) e la gestione del magazzino completamente cambiata rispetto a pochi anni fa, un possibile intoppo nella catena di approvvigionamento di materie prime, pezzi e materiali necessari alla realizzazione di un bene finito potrebbe compromettere la competitività delle aziende e creare anche ripercussioni in ambito finanziario.

La BREXIT, il cui esito ad oggi è ancora incerto ed indecifrabile, potrebbe essere uno di questi intoppi: la scelta di accordarsi per una soft brexit o una hard brexit potrebbe comportare quel rallentamento nella quotidiana e veloce circolazione di beni, determinando per molte aziende europee problematiche sulla gestione dei magazzini.

Anche i DAZI, la cui infinita trattativa del presidente americano con i "concorrenti" di tutto il mondo non ha ancora avuto una definitiva conclusione, potrebbe generare rallentamenti di approvvigionamento.

Se questi fenomeni dovessero sfociare nelle versioni più hard delle trattative, causerebbero una minor immediata disponibilità di prodotti finiti a disposizione delle aziende produttrici.

Se la domanda da parte dei consumatori o clienti rimane la stessa, questa situazione potrebbe comportare inflazione (tanta domanda e minor offerta di beni).

In uno scenario di politica economica ancora accomodante (secondo il prof. Mario Draghi probabilmente fino al secondo semestre 2020 in Europa), cioè con bassi tassi di interesse per mantenere stimolata l'economia, potremmo trovarci in uno scenario finanziario poco simpatico.

Ad oggi un quinto delle obbligazioni sono tornate ad avere rendimenti negativi come nel giugno del 2016 (12mila miliardi su circa 53mila miliardi) e se per un qualsiasi motivo l'inflazione (quella cattiva) dovesse crescere, trovare un giusto compromesso tra rischio e rendimento reale negli investimenti obbligazionari potrebbe diventare ancora più complicato.

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di Pellegatta Luca

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