Svolta sui Titoli di Stato italiani
La svolta sul comparto sembra arrivata dopo la promozione del rating dell'Italia da parte di S&P e dopo il voto anche in Senato sulla riforma elettorale

Svolta sui titoli di stato italiani: Bloomberg segnala che i grandi gruppi delle gestioni come Amundi, JpMorgan Asset Management e Fidelity sono rialzisti sul settore, ricordando che negli ultimi giorni il comparto ha annullato le perdite da inizio anno. I rendimenti dei decennali sono scesi sotto l'1,8% per la prima volta dal 3 gennaio e lo spread dei Btp sul Bund tedesco intanto viaggia poco sopra quota 142.
La svolta sul comparto sembra arrivata dopo la promozione del rating dell'Italia da parte di S&P e dopo il voto anche in Senato sulla riforma elettorale, con l'aggiunta che le prospettive ora sono di un proseguimento degli acquisti da parte della Bce anche nel 2018 e per almeno nove mesi. "E' un momento molto buono per l'Italia - ha affermato Isabelle Vic-Philippe, gestore di Amundi - Se vuoi afferrare un certo premio sugli investimenti, devi avere investito in Italia" sovrappesando i titoli del Paese in portafoglio. Le elezioni sono viste come un minor problema o come una minor fonte di incertezza rispetto a prima, ha spiegato Andrea Iennelli, responsabile reddito fisso in Fidelity, segnalando che i bond italiani offrono un "buon raccolto di rendimenti" in un momento
di volatilità del mercato. Non tutti i money manager sono rialzisti. James Athey di Aberdeen Standard Investments mantiene ad esempio le posizioni ribassiste e vede rendimenti in salita fino al 2,2%. "Quello di cui ha veramente bisogno l'Italia è di fare alcune riforme strutturali serie", dice, aggiungendo di ritenerlo improbabile.
JpMorgan tuttavia segnala che è l'economia a dare le attuali indicazioni e di attendersi quindi gli spread italiani scendere a 125 punti base per la fine dell'anno dai 145 punti attuali, prevedendo che a quel punto lo spread possa anche restringersi fino a 100 punti per la prima volta dall'inizio del 2016, secondo Nick Gartside, a capo degli investimenti nel reddito fisso. "Guardando ai fondamentali è una rappresentazione molto buona di come l'Europa si sia ripresa", ha affermato Gartside, notando che "gli investitori sono desensibilizzati" agli eventi politici italiani.
La svolta sul comparto sembra arrivata dopo la promozione del rating dell'Italia da parte di S&P e dopo il voto anche in Senato sulla riforma elettorale, con l'aggiunta che le prospettive ora sono di un proseguimento degli acquisti da parte della Bce anche nel 2018 e per almeno nove mesi. "E' un momento molto buono per l'Italia - ha affermato Isabelle Vic-Philippe, gestore di Amundi - Se vuoi afferrare un certo premio sugli investimenti, devi avere investito in Italia" sovrappesando i titoli del Paese in portafoglio. Le elezioni sono viste come un minor problema o come una minor fonte di incertezza rispetto a prima, ha spiegato Andrea Iennelli, responsabile reddito fisso in Fidelity, segnalando che i bond italiani offrono un "buon raccolto di rendimenti" in un momento
di volatilità del mercato. Non tutti i money manager sono rialzisti. James Athey di Aberdeen Standard Investments mantiene ad esempio le posizioni ribassiste e vede rendimenti in salita fino al 2,2%. "Quello di cui ha veramente bisogno l'Italia è di fare alcune riforme strutturali serie", dice, aggiungendo di ritenerlo improbabile.
JpMorgan tuttavia segnala che è l'economia a dare le attuali indicazioni e di attendersi quindi gli spread italiani scendere a 125 punti base per la fine dell'anno dai 145 punti attuali, prevedendo che a quel punto lo spread possa anche restringersi fino a 100 punti per la prima volta dall'inizio del 2016, secondo Nick Gartside, a capo degli investimenti nel reddito fisso. "Guardando ai fondamentali è una rappresentazione molto buona di come l'Europa si sia ripresa", ha affermato Gartside, notando che "gli investitori sono desensibilizzati" agli eventi politici italiani.
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