Tassa occulta da 10,6 miliardi sulla liquidità


Tassa “occulta” sul risparmio degli italiani da 10,6 miliardi di euro. Perso in termini reali lo 0,8% causa inflazione e mancato investimento
Tassa occulta da 10,6 miliardi sulla liquidità
"L'ottava meraviglia del mondo è l'interesse composto. Chi lo capisce, lo guadagna. Chi non lo coglie, lo paga." Albert Einstein

Tenere i soldi "sotto il materasso" o sul conto corrente, dove le famiglie hanno la bellezza di 1.329 miliardi di euro secondo i dati della Banca d’Italia, nel 2017 ha prodotto proprio questo: un balzello occulto, causato dalla perdita di potere d’acquisto, l’inflazione, di oltre 10 miliardi.

Partiamo dalla liquidità. Gli italiani tengono 873 miliardi in contanti e su conti correnti a vista. Insomma: in strumenti a rendimento zero. Altri 456 miliardi in depositi. Totale: 1.329 miliardi di liquidità. Considerando che l’inflazione nel 2017 è stata dell’1,2% e che il rendimento medio dei depositi in Italia è stato dello 0,4%, si può, a spanne dire, che su questi 1.329 miliardi gli italiani abbiano "perso" in termini reali lo 0,8%. Si tratta di 10,6 miliardi di euro. E si tratta probabilmente di una stima per difetto, dato che il contante (Banca d’Italia non specifica quanto sia) rende zero.

Potevano questi soldi essere investiti in maniera più redditizia? Certo! Anche se una quota di liquidità per la vita quotidiana e per sana prudenza va certamente tenuta sul conto. «Una quota di liquidità è fisiologica, osserva Vincenza Di Lorenzo, Senior Specialist di Prometeia. Del resto anche in altri Paesi le famiglie tengono una buona fetta della ricchezza liquida: se in Italia è al 31,4%, in Francia è al 28% e in Spagna e Germania addirittura al 40%». La liquidità rappresentava un problema minore gli anni passati, quando l’Italia era in deflazione, ma ora che il costo della vita aumenta diventa una tagliola sui risparmi. Come è sempre stata: secondo le stime di Ubs, 100 ipotetici euro del 1990 oggi equivarrebbero a meno di 60 euro a causa della perdita di potere d’acquisto, -40% del potere d’acquisto perso in soli 28 anni!
Per contro gli italiani non amano l’investimento in azioni. Peccato che nel 2017 sia stato il più redditizio: le azioni italiane hanno guadagnato il 19,14% e quelle mondiali (trasformando in euro la loro performance) l’8,1%. Gli italiani investono direttamente appena 55 miliardi in azioni quotate italiane e 69 miliardi in azioni estere: si tratta di appena il 3% della loro ricchezza totale. Se si sommano anche i fondi comuni azionari, dove gli italiani mettono il 22% della quota destinata al risparmio gestito, si arriva a 232 miliardi totali. Sommando anche le polizze assicurative (che investono in azioni meno del 10% dei 900 miliardi messi dagli italiani), si arriva a circa 320 miliardi: si tratta di appena il 7,5% della ricchezza totale degli italiani. Bisognerebbe aggiungere la componente azionaria dei fondi pensione, ma comunque l’esposizione degli italiani sul mercato borsistico resta ben inferiore al 42% medio delle famiglie nel mondo occidentale.
Siamo un popolo prudente (il che è positivo), ma nel 2017 abbiamo certamente perso il treno delle Borse.
Si è ridotto anche l’investimento in obbligazioni. Da 410 miliardi investiti in bond a medio-lungo termine a fine 2015, oggi ne restano solo 334. Circa 80 miliardi sono stati tolti dalle obbligazioni bancarie. È aumentata invece la quota in fondi comuni: se a fine 2015 gli italiani mettevano nei fondi 456 miliardi, ora ne mettono 494. Gli italiani fortunatamente stanno aumentando la quota nel risparmio gestito a scapito del fai-da-te.

Investire è la soluzione al "balzello occulto" inflazione. Non significa azzardare per arricchirsi ma pianificare, così da proteggere il risparmio dall’erosione dell’inflazione, mantenendone il potere d’acquisto nel lungo periodo e possibilmente accrescerlo in sicurezza.
Grazie all’aiuto di un Consulente Finanziario e sfruttando "l’ottava meraviglia del mondo", è possibile e oggi più che mai necessario convertire la "tassa occulta sulla liquidità" in un accrescimento in termini reali del proprio risparmio inopportunamente parcheggiato sul conto corrente.

Il punto di vista Indipendente e al di fuori delle "logiche bancarie" che un Professionista iscritto all’Albo come il Sottoscritto sa offrire a chi vuole uscire dalla trappola dei tassi negativi, è determinante affinché possano essere prese le migliori decisioni a tutela del potere d’acquisto e della redditività del risparmio personale, famigliare e d’impresa.
Ti invito a contattarmi senza indugio per cogliere i consigli che ho in serbo per te.
Riccardo Ottonello, 3388038098

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