Tasse di successione


Un'incognita per il futuro. Come affrontarla?
Tasse di successione
Se ne parla poco, ma la questione di un probabile aumento delle tasse di successione è di estrema attualità. Forse non tutti sanno che è stata presentata alla Camera dei Deputati in data 20 gennaio 2015 una proposta di legge (n. 2830) che prevede modifiche all’art. 2 del Decreto Legge 3.10.2006 n. 262 , in materia di aliquote e di determinazione dell’attivo ereditario
In Italia attualmente vige ancora un regime particolarmente favorevole in tema di imposte di successione e/o donazione. Ecco le aliquote:
Coniuge e figli, parenti stretti: solo per parte che eccede la franchigia da € 1.000.000,00 l'aliquota da applicare è del 4%
Fratelli e sorelle: in tal caso, la tassa di successione deve essere pagata solo se l’asse ereditario supera la franchigia da € 100.000,00. In tal caso sulla parte eccedente tale limite si applica un'aliquota pari al 6%.
Altri parenti fino al 4° grado, affini in linea retta, affini in linea correlata entro il 3°: (nipoti, zii e cugini di primo grado, suoceri e cognati) nessuna franchigia. Si applica un'aliquota del 6%.
Altri soggetti: in tal caso non esiste franchigia e l’aliquota da applicare sarà dell’8%.
Eredi disabili: è prevista una franchigia più alta pari a € 1.500.000,00.
Dal punto di vista successorio, possiamo pertanto dire che l’Italia è davvero un paradiso fiscale, dove conviene morire!!! La proposta di legge presentata alla Camera, prevede di rimodulare le aliquote attuali, abbassando l’attuale franchigia di 1 milione di euro a € 500.000,00 e innalzando l’aliquota attuale, pari al 4%, fino al 7% per il coniuge e i parenti in linea retta, dal 6% all’8% per fratelli e sorelle e dal 6% al 10% (senza franchigia) per tutti i parenti fino al 4 grado e affini in linea retta, e dall’8% al 15% sull’attivo ereditato da altri soggetti. Viene previsto inoltre un aumento delle tasse di successione fino a tre volte per assi ereditari che superano i € 5.000.000.

Al di là dell’aumento delle aliquote e la riduzione delle franchigie, esiste un’altra incognita: il Ddl delega di riforma del catasto, che, se approvato, porterà a un forte aumento delle rendite e valori catastali per circa 60 milioni di immobili.
L’obiettivo del legislatore è quello di portare i valori catastali ai valori di mercato degli immobili. L’imposta di successione si applica sul valore catastale (cioè al valore che risulta moltiplicando la rendita catastale per un determinato coefficiente, differente per le diverse categorie di immobili).
Anche le imposte catastali e ipotecarie aumenteranno in funzione dei nuovi valori.
Come ovviare a tali potenziali aumenti del carico fiscale?
Ad esempio attraverso l’istituto della donazione: si tratta a tutti gli effetti di un anticipo della futura successione.
Il passaggio tra generazioni fatto per mezzo di una donazione in vita è soggetto all’imposta di donazione. Si evita peciò la tassazione al momento della successione. Allo stato attuale donazione e successione hanno lo stesso costo. Quando il trasferimento della proprietà dei beni avviene in un’ottica di passaggio generazionale spesso si dona con riserva del diritto di usufrutto vitalizio sui beni donati. Pertanto verrà donata solamente la nuda proprietà mentre il donante mantiene il controllo della gestione dei beni e il loro uso: potrà quindi concedere tali beni in locazione percependo i canoni, ad esempio. Questo fino a quando il donante sarà in vita: dopodichè il nudo proprietario entrerà automaticamente nel pieno possesso dei beni donati.

Nel caso di aziende o di partecipazioni sociali si può beneficiare dell’esenzione totale dalle imposte prevista, in determinati casi, per i trasferimenti a favore dei discendenti . L’erede dovrà impegnarsi espressamente a proseguire nella gestione dell'azienda o a mantenere il controllo della società per almeno cinque anni dopo il trasferimento, a pena di decadenza dall'agevolazione. A tal fine il beneficiario deve rendere un'apposita dichiarazione nella denuncia di successione.

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di Linda Caroli

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